Perché moltissime persone stanno perdendo tempo su questo videogioco?

Riempire o svuotare tutte le caselle di “One Million Checkboxes” è difficilissimo, ma ciononostante ci hanno provato in centinaia di migliaia

La schermata di One Million Checkboxes
La schermata di One Million Checkboxes
Caricamento player

Da un paio di settimane centinaia di migliaia di persone hanno giocato a One Million Checkboxes, un gioco gratuito il cui senso è piuttosto sfuggente: bisogna mettere o togliere una spunta a un milione di caselle, ma il fatto che ci possano giocare più persone contemporaneamente rende l’impresa molto difficile. C’è infatti sempre qualcuno che toglie e qualcuno che mette le spunte nello stesso momento, vanificando reciprocamente gli sforzi di uniformare le caselle.

La meccanica ripetitiva e l’apparente futilità di One Million Checkboxes, unite al gran numero di persone che ha deciso comunque di dedicarci del tempo, ha attirato attenzioni sul gioco e suscitato riflessioni sul suo senso, ammesso che ne abbia uno. Una collaborazione totale degli utenti finora è sembrata un’utopia, e ha prevalso nettamente, si direbbe, il gusto di rovinare gli sforzi altrui.

Il gioco è stato creato dallo sviluppatore newyorkese Nolen Royalty, e da quando lo aveva presentato con un tweet su X (Twitter) lo scorso 26 giugno il sito è stato visitato da 400mila utenti unici, ma che probabilmente si tratta di una cifra al ribasso, dato che la pagina è andata in crash diverse volte per via dell’eccessivo numero di persone connesse contemporaneamente.

Royalty ha raccontato di aver pensato a One Million Checkboxes per omaggiare l’estetica «più agevole, strana e particolare» che Internet aveva nei primi anni Duemila. Ha detto che il dominio onemillioncheckboxes.com è costato 10 dollari e che ha creato il sito in appena 48 ore, usando il linguaggio di programmazione Python: «Volevo solo creare un sito web che fosse divertente, sciocco e inutile», ha raccontato.

I progressi di gioco sono monitorati da un contatore disposto nella parte in alto a destra dell’interfaccia, che tiene conto del numero di caselle selezionate o deselezionate. Nel gergo del gioco che si è già formato chi compete per spuntare tutte le caselle ha preso il nome di “checker”, chi gioca per svuotarle quello di “unchecker”.

Riuscire a completare il gioco è molto difficile: la piattaforma è infatti accessibile a più giocatori contemporaneamente, che competono tra loro per spuntare tutti i checkbox o al contrario per svuotarli.

La giornalista del New York Times Callie Holtermann ha raccontato che all’inizio del gioco «c’è stato un periodo di esplorazione, in cui gli utenti hanno fatto squadra per spuntare più caselle possibili». Dopo qualche giorno, però, hanno iniziato a diffondersi spontaneamente meccaniche di gioco alternative. Per esempio, alcuni utenti hanno iniziato a selezionare solo un certo numero di caselle per disegnare la forma di un cuore o, in alcuni casi, degli stilizzati genitali maschili.

Successivamente, ha scritto Holtermann, alcuni utenti hanno iniziato a provare una «gioia perversa» nel vanificare il lavoro altrui, cominciando a deselezionare le caselle proprio quando la griglia stava per essere riempita e creando dei bot progettati specificamente per questo scopo, dando inizio a quella che ha definito iperbolicamente una «guerra totale» tra checker e unchecker.

Tra le persone che nelle ultime settimane hanno sviluppato una certa passione per One Million Checkboxes c’è anche Steven Piziks, uno scrittore di fantascienza che ha una discreta fama negli Stati Uniti. Ha raccontato di avere iniziato a giocare perché pensava che One Million Checkboxes potesse essere rilassante, ma che invece ha provato sin da subito una certa frustrazione per via dei tanti unchecker che deselezionavano tutte le caselle che spuntava. Piziks ha detto che, da un certo punto di vista, One Million Checkboxes è una metafora di tutti i social network. «Ci siamo buttati pensando che sarebbe stato meraviglioso, collaborativo e interessante, ma poi si è trasformato in una specie di lotta».

– Leggi anche: In uno dei videogiochi più popolari del momento bisogna solo cliccare su una banana

Altri gruppi di utenti hanno iniziato a utilizzare One Million Checkboxes in modi più turpi, per esempio selezionando un certo numero di caselle per creare parolacce o insulti razzisti. Secondo Holtermann, questi episodi anticipano «la prossima fase dello sviluppo del sito web: l’inevitabile tira e molla su quanta moderazione sia necessaria per evitare che uno spazio online diventi una fogna inabitabile». Royalty ha detto che, per il momento, introdurre dei meccanismi di moderazione su One Million Checkboxes è impossibile a causa della grossa mole di traffico, e che molto probabilmente non sarà necessario, perché l’interesse verso il gioco «finirà presto».

La giornalista del Washington Post Shira Ovide ha detto che One Million Checkboxes è un gioco che, nella sua estrema banalità, interpreta benissimo lo spirito del tempo, perché «dimostra che la tecnologia è fantastica nell’alimentare il nostro bisogno di passatempi inutili» e temporanei.

Non è la prima volta che un gioco apparentemente noioso e banale ottiene un grande successo grazie al passaparola su Internet. Da un paio di mesi, per esempio, uno dei giochi più usati sulla piattaforma videoludica Steam è Banana, in cui tutto ciò che bisogna fare è cliccare il maggior numero di volte possibile sull’immagine di una banana.