• Mondo
  • Lunedì 8 luglio 2024

Alle Isole Canarie stanno arrivando tantissimi migranti minorenni e soli

Le strutture dell’arcipelago sono pienissime e la loro redistribuzione in altre regioni è diventata un caso politico, che ha diviso la destra spagnola

Alcune persone migranti in fila al porto di Los Cristianos di Tenerife dopo essere state soccorse in mare, il 6 giugno
Alcune persone migranti in fila al porto di Los Cristianos di Tenerife dopo essere state soccorse in mare, il 6 giugno (EPA/ALBERTO VALDES)
Caricamento player

Negli ultimi due anni gli arrivi di persone migranti sulle isole Canarie dalle coste dell’Africa occidentale, soprattutto da Mali e Senegal, sono molto aumentati: l’anno scorso sono state circa 40mila, il numero più alto mai registrato. La situazione in questa comunità autonoma della Spagna, che si trova un centinaio di chilometri a ovest del Marocco, è particolarmente difficile e negli ultimi mesi si è aggravata, soprattutto per i migranti minorenni e arrivati senza adulti. In gergo si chiamano “minori stranieri non accompagnati”, e proprio per via di questa condizione di estrema vulnerabilità le leggi europee prevedono per loro tutele speciali.

Eppure alle Canarie mancano strutture adatte ad accoglierli ed è in corso uno stallo politico sulla loro redistribuzione tra le varie regioni spagnole. Le strutture sull’isola sono sature: hanno 2mila posti, ma ospitano già più di 5.600 minorenni.

Il flusso di persone migranti che partono dalle coste di diversi paesi africani per raggiungere le Canarie è tornato ad aumentare dopo anni di numeri più ridotti. Nel 2023 via mare sono arrivate 39.910 persone migranti: il record precedente era stato registrato nel 1996, quando furono circa 31mila. Nel 2022 erano state 15.600. Nei primi cinque mesi di quest’anno secondo i dati di Frontex, l’agenzia dell’Unione Europea che svolge le funzioni di guardia di frontiera e costiera, sono state 17.976.

Il governo regionale sta faticando a gestire gli arrivi, nonostante ormai non si possano più definire una emergenza. L’anno scorso a El Hierro, la più piccola isola dell’arcipelago, il numero di persone migranti ha complessivamente superato quello degli abitanti.

La “rotta atlantica”, come viene chiamata, è meno conosciuta dall’opinione pubblica ma la ong Caminando Fronteras ha denunciato che è il percorso d’accesso alla Spagna su cui sono morte più persone: 6.007 nel 2023 e 5.054 nei primi cinque mesi di quest’anno. Per avere un termine di paragone: in tutto il 2023 si stima che siano morte nel Mediterraneo centrale, cioè la rotta che va dal Nord Africa alle coste italiane, circa 1.900 persone.

Un’inchiesta del quotidiano El País ha documentato la situazione precaria dei migranti minorenni alle Canarie. I centri d’accoglienza ne ospitano più del doppio di quanti dovrebbero. In uno di questi centri, visitato dai giornalisti del País, i letti sono così addossati gli uni agli altri che ci si può muovere solo camminando di profilo. Il sovraffollamento delle strutture non è l’unico problema: non esistono attività di formazione, mancano mediatori linguistici e anche il personale che si occupa dei minorenni non è sufficiente.

L’amministrazione regionale ha chiesto invano al ministero della Difesa di poter utilizzare tre caserme per ospitare i migranti minorenni. Si sta considerando come opzione d’emergenza l’allestimento di alcune tende sulle banchine dei porti. Il sistema burocratico, poi, è troppo lento nel registrare i minorenni, che in quasi tutti i casi sono privi di documenti: il risultato è che così non vengono regolarizzati e non possono accedere a diversi servizi.

Ci sono stati anche diversi casi di maltrattamenti nelle strutture. Una fondazione che gestisce cinque delle strutture d’accoglienza in cui ci sarebbero stati abusi è sotto indagine con l’accusa di aver distratto i fondi pubblici ricevuti, circa 12 milioni di euro tra il 2020 e il 2022.

Alcune persone migranti soccorse in mare arrivano ad Arrecife, sull'isola di Lanzarote, il 9 giugno

Alcune persone migranti soccorse in mare arrivano ad Arrecife, sull’isola di Lanzarote, il 9 giugno (EPA/ADRIEL PERDOMO)

Nell’ultimo anno e mezzo le Canarie hanno ricevuto metà di tutti i minori stranieri non accompagnati arrivati in Spagna. I fondi stanziati dal governo centrale, 50 milioni di euro, probabilmente non basteranno: per arrivare a fine anno si calcola ne servano almeno 90. Questa situazione è diventata un caso politico a livello nazionale che ha spaccato il Partito Popolare (PP), il principale partito di centrodestra che guida l’opposizione al governo socialista di Pedro Sánchez.

Alle Canarie dal 2023 i Popolari governano insieme a Coalición Canaria, il principale partito nazionalista locale che esprime il presidente Fernando Clavijo Batlle. Nonostante negli ultimi anni i Popolari si siano spostati molto a destra sull’immigrazione, come del resto molti altri partiti europei di centrodestra, i leader dei Popolari delle Canarie si sono accordati col governo per tentare di gestire in maniera più efficace i migranti che arrivano dall’Africa occidentale.

L’11 giugno l’amministrazione delle Canarie e il governo centrale hanno concordato una proposta di legge che prevede la redistribuzione obbligatoria dei minori migranti dalle regioni dove viene superata del 150 per cento la capacità d’accoglienza, e un contributo di 125 milioni di euro a queste stesse regioni. La misura è stata pensata per aiutare oltre alle Canarie anche Ceuta e Melilla, due exclave spagnole in territorio marocchino.

In un primo momento però una parte consistente del Partito Popolare, che è al potere nelle regioni che beneficerebbero della redistribuzione, si era opposta al piano. Quando la proposta era stata presentata, si erano dette favorevoli solo le tre regioni amministrate dai Socialisti (Asturie, Castilla-La Mancha e Navarra) e i Paesi Baschi, guidati da una coalizione tra gli autonomisti del Partito nazionalista basco (PNV) e i Socialisti. La posizione del PP si è evoluta dopo questa prima reazione.

I Popolari governano nelle altre 11 comunità autonome, oltre alle Canarie. Il problema però riguarda soprattutto le cinque (Extremadura, Castiglia e León, Comunità Valenciana, Aragona e Murcia) in cui sono alleati con il partito di estrema destra Vox. Per le amministrazioni di queste cinque regioni, di cui fa parte un partito xenofobo e ostile alle persone migranti come Vox, è complicato aderire alla redistribuzione. Il leader del PP, Alberto Núñez Feijóo, ha però detto che «la solidarietà» delle regioni amministrate dal suo partito «è garantita».

Su questo c’è stato un duro scontro con il leader di Vox, Santiago Abascal. Su X Abascal ha criticato un’intervista in cui Núñez Feijóo, tra le altre cose, si rammaricava per le migliaia di migranti morti nel tentativo di raggiungere le Canarie. Abascal l’ha accusato di essere responsabile con Sánchez «della violenza e dell’insicurezza nelle nostre strade». Vox e PP sono alleati in parlamento: lo scorso settembre avevano tentato di formare un governo, senza però riuscire a ottenere la fiducia (anche perché non avevano numeri sufficienti).

Il leader del Partito Popolare spagnolo, Alberto Núñez Feijóo, in parlamento a Madrid, il 19 giugno

Il leader del Partito Popolare spagnolo, Alberto Núñez Feijóo, in parlamento a Madrid, il 19 giugno (EPA/Mariscal)

Il sostegno dei Popolari – o di un pezzo di loro – potrebbe essere decisivo al Congresso, la camera bassa spagnola. La proposta di legge dovrebbe essere votata entro fine mese e non è scontato che la sostengano tutti i partiti che fanno parte della ristretta maggioranza di Sánchez, che dispone di soli tre voti di scarto. In particolare potrebbero mancare i voti di Junts per Catalunya, il partito indipendentista di centrodestra dell’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont.

Il vicepresidente delle Canarie Manuel Domínguez, che è del PP, ha detto che spera sia Sánchez a obbligare le regioni a una redistribuzione. È dei Popolari, ed è favorevole, anche il presidente di Ceuta, Juan Jesús Vivas. In forma privata, però, diversi esponenti del partito di Núñez Feijóo hanno espresso dei dubbi, secondo i giornali spagnoli.

«Sarebbe un fallimento come paese e come classe politica se non riuscissimo a metterci d’accordo su un procedimento che mira solamente a garantire i diritti dei minorenni», ha detto il presidente delle Canarie, Clavijo Batlle. Sabato a Las Palmas e Tenerife, le due isole più grandi dell’arcipelago, ci sono state manifestazioni contro la redistribuzione dei migranti. Il governo ritiene che nei prossimi mesi il numero di arrivi via mare possa aumentare ancora.

– Leggi anche: Spagna e Marocco stanno risolvendo i loro problemi di frontiere