Macron ha chiesto al primo ministro francese di rimanere in carica
Almeno per il momento, finché non si troveranno una nuova maggioranza e un nuovo governo: potrebbe volerci parecchio
Lunedì mattina il primo ministro francese Gabriel Attal si è presentato dal presidente francese Emmanuel Macron dopo i risultati delle elezioni legislative di domenica, vinte dalla coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare, che però hanno espresso un parlamento senza una chiara maggioranza politica. Attal, della coalizione del partito di Macron, ha presentato le sue dimissioni al presidente prendendo atto del fatto che nel nuovo parlamento non esiste più una maggioranza che lo sostiene: Macron però le ha respinte, chiedendogli di rimanere in carica «per il momento», come ha fatto sapere l’ufficio stampa della presidenza francese, in attesa che emerga una nuova maggioranza.
Sarà assai complicato trovarne una: alle elezioni di domenica la coalizione di sinistra è arrivata prima, quella di Macron seconda, ma non sembra ci siano i margini per un’alleanza strutturale fra le due forze. Il principale partito di estrema destra, il Rassemblement National, è invece arrivato terzo, molto al di sotto delle aspettative dei principali commentatori e della sua stessa dirigenza.
Attal manterrà quindi pienamente le sue funzioni: se si fosse dimesso sarebbe rimasto in carica soltanto per la gestione degli affari correnti. Essendo stato rieletto nella circoscrizione elettorale in cui era candidato, peraltro, Attal rimane deputato della nuova Assemblea Nazionale, se e quando si dimetterà.
Attal sarà comunque un primo ministro senza una maggioranza politica che lo sostiene, e per questo la sua posizione potrebbe essere molto incerta. La nuova Assemblea Nazionale votata domenica terrà la sua prima sessione il 18 luglio. Già nelle primissime sedute i partiti di sinistra ma anche il Rassemblement National potrebbero presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Attal, mozione che avrebbe i numeri per essere approvata: nel nuovo parlamento la coalizione di Macron controlla soltanto 168 seggi su 577.
Dal punto di vista formale Macron non ha alcuna scadenza temporale per la nomina di un nuovo primo ministro, e il presidente aveva già fatto sapere che avrebbe atteso l’insediamento della nuova Assemblea Nazionale per «prendere le decisioni necessarie»: cioè per capire se emergerà o meno una nuova maggioranza, nei prossimi giorni o nelle prossime settimane.
In Francia era successo altre volte che un partito o una coalizione diversa da quella che esprime il presidente ottenesse la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, e che quindi ci fossero un presidente e un primo ministro di due parti politiche diverse. Finora però non era mai capitato che questo partito o questa coalizione ottenessero soltanto una maggioranza relativa e che quindi non fossero autosufficienti per sostenere un governo.