Mr. Lordi, il cantante della band heavy metal finlandese dei Lordi, all'Eurovision Song Contest del 2006 (Sean Gallup/Getty Images)

Com’è che la Finlandia è diventata il paese della musica metal

Nel paese è un genere mainstream a tutti gli effetti per via di gruppi come Nightwish, Sonata Arctica e Stratovarius: ma per attecchire ci mise un po'

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I Lordi sono una band heavy metal finlandese conosciuta dagli appassionati del genere per via dell’aspetto bizzarro dei suoi componenti, che durante i concerti indossano costumi che richiamano il cinema horror a basso costo degli anni Settanta, e per via dell’ostentata teatralità delle loro esibizioni, caratterizzate da scenografie volutamente esagerate e kitsch.

Furono fondati nel 1992 dal cantante Tomi Putaansuu, ma raggiunsero il loro momento di massima notorietà nel 2006, quando vinsero l’Eurovision Song Contest come rappresentanti della Finlandia. Ai tempi la vittoria dei Lordi fu considerata piuttosto sorprendente, anche perché la proposta musicale del concorso è quasi interamente incentrata sul pop da classifica. I Lordi vinsero invece con “Hard Rock Hallelujah”, una canzone con un ritornello molto incisivo e che, musicalmente, riprendeva in tutto e per tutto gli stilemi dei musicisti e dei gruppi heavy metal più in voga negli anni Ottanta, come Alice Cooper e Kiss.

All’edizione del 2008 dell’Eurovision la Finlandia fu rappresentata dai Teräsbetoni, un gruppo che suona power metal, un sottogenere più melodico e incentrato sullo sfoggio delle abilità tecniche dei musicisti. Parteciparono con “Missä miehet ratsastaa” (“Dove cavalcano gli uomini”), un brano ancora più eccentrico di quello presentato dai Lordi due anni prima, caratterizzato da una ritmica molto serrata, un tempo di batteria veloce e scandito dall’utilizzo della doppia cassa (in cui i pedali che battono sulla cassa, il grande tamburo appoggiato a terra, sono due), e da un lungo assolo di chitarra.

I Lordi e i Teräsbetoni sono due esempi di quanto il metal sia un genere egemone ed estremamente apprezzato in Finlandia, dove questa musica è diventata da una trentina d’anni un fenomeno mainstream. A partire dagli anni Novanta moltissimi gruppi locali hanno raggiunto una fama enorme entro i confini finlandesi, e alcuni sono riusciti a farsi apprezzare anche all’estero. Nel tempo alcune band finlandesi, associate principalmente alla scena del power metal, hanno acquisito uno status quasi mitico tra gli appassionati, e sono una presenza fissa nei principali festival internazionali dedicati al genere: è il caso dei Sonata Arctica e degli Stratovarius, per esempio.

Un altro gruppo metal finlandese famoso in tutto il mondo sono i Nightwish: sono attivi dagli anni Novanta, hanno una fan base enorme e fanno una musica che la critica definisce symphonic metal, che si distingue per l’inclusione di parti orchestrali, per la prevalenza di voci femminili di impostazione lirica e per un’estetica più gotica e orrorifica.

In generale, il metal e alcune sue diramazioni sono molto popolari anche negli altri paesi scandinavi. Per esempio, tra gli anni Ottanta e Novanta, in Norvegia gruppi come Darkthrone, Immortal ed Emperor diedero origine a quella che viene considerata ancora oggi la scena black metal più influente al mondo, conosciuta anche per via di un famoso caso di cronaca in cui furono coinvolti due dei suoi principali esponenti: l’omicidio di Euronymous, chitarrista e fondatore dei Mayhem, ad opera di Varg Vikernes, fondatore della one man band Burzum. Il metal è molto popolare anche in Svezia, grazie al successo ottenuto da band come In Flames, Meshuggah e Opeth.

La Finlandia è però il paese in cui questa musica ha avuto maggiore diffusione. Nel 2013 diverse riviste musicali ripresero i dati inseriti in una mappa realizzata da un utente di Reddit e basata sui dati di Metal Archives, una enciclopedia collaborativa del metal, che mostra il rapporto tra il numero di band metal attive in quel momento e la popolazione dei vari paesi. La Finlandia era indicata come il paese con il maggior numero di band metal pro capite (54 ogni 100mila abitanti), superando nella classifica proprio la Norvegia e la Svezia (in entrambi i casi, 27 ogni 100mila abitanti).

Sono passati dieci anni, ma il metal continua a essere uno dei generi più diffusi e apprezzati del paese: soprattutto Helsinki è piena di locali in cui sono organizzati concerti praticamente ogni giorno, ed è normale tra amici andare a sentire le band locali. Helsinki è anche la città in cui viene organizzato ogni anno il Tuska Open Air, il più importante festival metal del paese. Secondo i dati di Viberate, una società di analisi che pubblica dati relativi all’industria musicale, i due gruppi più ascoltati in Finlandia sono tuttora i Nightwish e gli Apocalyptica, una band che suona un metal strumentale, pieno di richiami alla musica classica e di violoncelli.

Alcuni addetti ai lavori hanno provato a spiegare come un genere così di nicchia abbia attecchito così tanto in Finlandia. Come ha scritto il giornalista musicale Elliot Deubel, una delle ragioni potrebbe essere il sistema scolastico finlandese, che dà una certa importanza all’educazione musicale. Nei programmi scolastici sono infatti previste 8 ore settimanali dedicate allo studio della storia e della pratica musicale, e gli studenti imparano a suonare degli strumenti fin da piccolissimi. Di conseguenza, per moltissimi finlandesi suonare uno strumento è una cosa piuttosto normale, e anche dedicare ore di pratica al suo studio per padroneggiarlo nel miglior modo possibile: in questo contesto, molti studenti avrebbero deciso di formare delle band e di dedicarsi al power metal, un genere in cui i virtuosismi e la ricerca di una perfezione tecnica hanno una certa centralità.

Deubel ha scritto anche che, probabilmente, le persone in Finlandia tendono a prediligere il power metal anche per via delle influenze delle musiche tipiche del folklore locale, che enfatizzano moltissimo la melodia rispetto, per esempio, al ritmo. Secondo Mahmudul Islam, un giornalista bengalese specializzato nello studio della cultura e della società finniche, la passione per il metal delle persone finlandesi potrebbe dipendere da alcuni fattori antropologici, come per esempio la tendenza a mantenere una certa riservatezza e a non esternare le proprie emozioni. In questo contesto, secondo Islam, in Finlandia le persone avrebbero finito per concepire la musica metal come «un modo per elaborare le emozioni che provano ma che non esprimono apertamente».

Questa interpretazione è condivisa anche da alcuni musicisti locali, come Ida-Katharina Kiljander, cantante della band gothic metal dei Mournful Lines. Intervistata da Islam, Kiljander ha detto che il metal è così amato dai finlandesi «perché siamo così riservati che è difficile parlare dei nostri sentimenti, ma abbiamo comunque bisogno di uno sfogo per affrontare queste emozioni negative». Sul punto concorda anche il bassista degli Stratovarius Lauri Porra, che tra le altre cose è il pronipote di Jean Sibelius, uno dei più importanti compositori finlandesi. Intervistato dalla CNN, Porra ha detto che «c’è un collegamento» tra il successo del metal e la malinconia tipica del paesaggio finlandese, un posto in cui «il sole tramonta molto presto e gli inverni sono cupi, poi d’estate ci si innamora e il sole non tramonta mai». 

C’è anche chi non condivide queste letture: per esempio Titus Hjelm, che per molti anni ha insegnato sociologia, società e cultura finlandese presso la School of Slavonic and East European Studies, un dipartimento della University College di Londra, ha confutato interpretazioni antropologiche di questo tipo, ritenendole semplicistiche e stereotipate. «Molti pongono la domanda (come mai il metal è così popolare in Finlandia?) con un’idea precostituita della risposta: i lunghi e bui inverni e la malinconica psiche nazionale finlandese», ha scritto. Secondo Hjelm – che oltre a essere un docente suona il basso nella band power metal finlandese dei Thunderstone – in realtà il successo che questa musica ha in Finlandia non dipenderebbe tanto dalle caratteristiche di un presunto carattere nazionale finlandese, ma da una ragione molto più banale e pragmatica: la possibilità di emergere come musicisti di fama internazionale.

Prima che gruppi come Stratovarius e Nightwish diventassero estremamente popolari anche all’estero, nessun musicista locale era riuscito a farsi notare così tanto fuori dai confini nazionali. Per questo motivo, sempre secondo Hjelm, la popolarità del metal finlandese avrebbe a che fare anche con le aspettative di carriera dei musicisti: sono consapevoli che cimentarsi e riuscire in questa musica può consentirgli di ottenere un certo tenore di vita, e quindi tendono a dedicarsi a questo genere, tralasciandone altri potenzialmente meno redditizi.

La poetica e l’estetica del metal che va per la maggiore nei paesi scandinavi sono fortemente influenzate dalla mitologia norrena. Fin dagli anni Ottanta in Svezia, nelle isole Fær Øer e in Norvegia si è sviluppato un filone in cui questa connessione è piuttosto esplicita: il cosiddetto viking metal. I gruppi maggiormente rappresentativi di questo genere sono i Bathory, i Týr, gli Einherjer, e gli Enslaved, che nei loro testi richiamano esplicitamente il Valhalla (il mondo ultraterreno della mitologia norrena), le imprese conquistatrici dei Vichinghi e le divinità più rappresentative di questa tradizione, come Thor, Loki e Odino.

Nel metal che viene suonato in Finlandia l’immaginario vichingo e norreno è molto meno presente, ma la mitologia locale ha comunque un ruolo centrale. In questo caso la fonte d’ispirazione principale è il Kalevalail più importante poema epico finlandese, scritto dal filologo e botanico Elias Lönnrot nella metà dell’Ottocento. In estrema sintesi, racconta la storia di tre eroi – Väinämöinen, Ilmatar e Ilmarinen – e della loro lotta contro Louhi, signora del paese di Pohjola, per la conquista di un oggetto magico ritenuto capace di diffondere benessere e prosperità, il Sampo. Il Kalevala è uno dei simboli dell’identità nazionale finlandese, e gli album di gruppi come Ensiferum, Insomnium e Amorphis ne riprendono gli aneddoti e l’immaginario.

Anche se oggi il metal è considerato uno dei tratti distintivi della cultura pop finlandese, la sua affermazione è stata molto lenta. Eero Sipilä, docente di musicologia dell’università di Helsinki, ha spiegato che negli Settanta questa musica era disprezzata dal pubblico e dalla critica. Ai tempi il movimento culturale più diffuso in Finlandia era il punk, fondato sul concetto di autoproduzione, sul disprezzo dei virtuosismi e sull’idea che chiunque potesse mettere su una band e iniziare a suonare.

Di conseguenza, le poche band metal che provavano a farsi notare riuscivano a intercettare soltanto nicchie molto ristrette e venivano perlopiù stroncate dalle riviste di settore locali, come Soundi e Rumba. Per alcuni versi il metal era infatti antitetico al punk: richiedeva una certa dimestichezza con gli strumenti, era suonato principalmente da musicisti con una formazione classica ed era ghettizzato per il suo essere un genere depoliticizzato e per il suo presunto legame con il satanismo.

Le cose cambiarono verso la fine del decennio grazie ai Sarcofagus, una delle prime band metal finlandesi. Non ottennero un grande successo commerciale, anche per via del grande clima di ostilità nei confronti di questa musica; ebbero però un’enorme influenza sulle prime persone che cominciarono ad appassionarsi al genere. Kimmo Kuusniemi, il fondatore della band, è tuttora considerato uno dei padri nobili della scena metal finlandese.

Intervistato dalla regista finlandese Tanja Karttunen in Promised Land of Heavy Metal, un documentario del 2008 dedicato interamente alla scena metal della Finlandia, Kuusniemi ha raccontato come in quel periodo non esistesse neppure un mercato per questa musica: trovare un posto in cui suonare era difficile, e anche incontrare persone che si riconoscessero in una sottocultura così particolare. Kuusniemi contribuì moltissimo allo sdoganamento della musica metal in patria, aiutando a smontare alcuni luoghi comuni che facevano spesso capolino nelle riviste musicali, come per l’appunto la connessione tra metal e satanismo.

La considerazione di questa musica cominciò a cambiare negli anni Ottanta, quando il metal ebbe il suo picco massimo di popolarità in tutto il mondo. La Finlandia non fece eccezione: accadde soprattutto grazie al successo che ebbe Kill ‘Em All, l’album di debutto della band thrash metal (un sottogenere particolarmente aggressivo nei suoni e veloce nei ritmi) dei Metallica. Furono il primo gruppo metal a essere accolto favorevolmente dalla stampa locale, e fecero appassionare al genere una nuova generazione di ascoltatori.

Grazie al successo di Kill ‘Em All, in Finlandia nacquero gruppi che imitavano la musica dei Metallica in tutto e per tutto: le due più famose furono gli Stone e gli Airdash, due band thrash metal che diedero per la prima volta l’impressione che il metal finlandese potesse diventare un qualcosa di esportabile all’estero.

In quegli anni iniziarono a farsi notare anche gli Stratovarius, che all’inizio proponevano una musica diversa da quella che suonano oggi, influenzata dagli stilemi classici del genere e soprattutto dai primi album dei Black Sabbath. Verso la fine del decennio cominciarono però a fare un metal differente, adottando uno stile più melodico e realizzando canzoni di lunga durata incentrate su tematiche come la mitologia, il fantasy e la fantascienza. Inaugurarono insomma la loro fase power metal, quella per cui sono conosciuti ancora oggi. Coi loro primi album ottennero un grande successo, ma furono apprezzati soprattutto all’estero, e in particolare nell’Europa continentale e in Giappone.

Come ha scritto Sipilä, anche se oggi sono considerati la band finlandese più importante di sempre, per almeno una decina d’anni gli Stratovarius furono accolti molto tiepidamente in patria, e in particolare per un motivo: la critica non apprezzava il fatto che, nella loro musica e nella loro estetica, non ci fosse alcun riferimento alla Finlandia.

«Il fatto che non facessero alcuno sforzo per far emergere la loro nazionalità, e che assomigliassero in tutto e per tutto alle band dell’Europa continentale, ha danneggiato l’immagine della band nel paese», ha scritto Sipilä. Per questo motivo, ha aggiunto, per una decina d’anni paradossalmente «un fan finlandese degli Stratovarius, un gruppo finlandese, poteva procurarsi gli album della band soltanto acquistando costose edizioni d’importazione».

Gli Stratovarius cominciarono a essere considerati positivamente in patria soltanto nel 1996 grazie al successo di Episode, il loro quinto album. Sipilä cita a questo proposito un passaggio di un articolo pubblicato su un numero di Soundi del 1996: «La Finlandia è un paese metal, e abbiamo la band dei sogni» (gli Stratovarius, per l’appunto). Da quel momento in poi la musica degli Stratovarius divenne lo standard del metal che viene suonato in Finlandia, e questo vale ancora oggi. Negli anni Novanta il power metal finlandese divenne un fenomeno di dimensioni globali: gli Stratovarius aprirono la strada a band come Sonata Arctica e Nightwish, e Helsinki, la loro città, diventò una delle capitali mondiali del genere.

Un altro gruppo finlandese molto influente sono stati i Children of Bodom: furono fondati nel 1993 dal chitarrista e violinista Alexi Laiho, e agli inizi degli anni Duemila divennero una delle band di riferimento della scena death metal mondiale e Laiho uno dei migliori chitarristi del genere. Si sciolsero nel 2021, in seguito alla morte di Laiho.

Oggi la musica metal rappresenta una parte importante del soft power finlandese, cioè del modo in cui la Finlandia esercita la sua influenza culturale all’estero: secondo Toni-Matti Karjalainen, direttore della ricerca presso il Dipartimento di studi gestionali dell’Università di Helsinki, è diventata una risorsa economica fondamentale per la Finlandia, e anche una caratteristica identitaria: «la maggior parte delle persone all’estero, quando pensa alla musica metal, pensa alla Finlandia».

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