Il governo della Corea del Sud ha cambiato idea sulla sospensione dei medici che scioperano da febbraio
La Corea del Sud ha deciso di non sospendere più i circa 12mila medici tirocinanti che da mesi stanno partecipando al grosso sciopero contro il piano del governo per aumentare i posti disponibili nelle facoltà di medicina. Lo ha detto lunedì il ministro della Salute sudcoreano Cho Kyoo-hong, specificando che le misure saranno revocate sia che i tirocinanti tornino al lavoro oppure no. Pochi giorni dopo l’inizio delle proteste, a febbraio, il governo aveva detto che i medici e i tirocinanti che non sarebbero tornati al lavoro il primo marzo sarebbero stati puniti con una sospensione di almeno tre mesi della loro licenza medica e con altre azioni legali. Le misure però non erano mai state applicate.
La decisione del governo sudcoreano potrebbe contribuire a risolvere una situazione di stallo che dura da quasi cinque mesi.
Dalla metà di febbraio migliaia di medici specializzandi si sono assentati in massa dal lavoro, hanno dato le dimissioni oppure ridotto notevolmente le ore lavorate per protestare contro il piano del governo, in base al quale dal prossimo anno accademico i posti disponibili nelle facoltà di medicina dovevano essere portati da 3mila a circa 5mila ogni anno. Il piano era stato pensato per rimediare alla carenza di personale negli ospedali del paese: secondo i medici invece avrebbe comportato più competizione, condizioni di lavoro ancora più dure e con salari in proporzione più bassi.
Alle proteste si sono aggiunti anche medici professionisti e docenti universitari, con il risultato che oltre 200 ospedali del paese sono rimasti in parte bloccati o comunque hanno dovuto tagliare i servizi non di emergenza.
Stando a quanto ha detto Cho in una conferenza stampa, il governo sudcoreano ha promesso di avviare un piano per ristrutturare il sistema sanitario del paese, di ridurre l’orario di lavoro dei medici specializzandi e di introdurre più programmi perché possano riprendere o proseguire con la formazione. Nonostante le ampie proteste e gli scioperi il governo ha comunque stabilito che nel prossimo anno accademico verranno aggiunti circa 1.500 posti in più per l’ingresso alle facoltà di medicina.