Cosa sappiamo sulla morte di Alex Marangon
Il corpo è stato trovato il 2 luglio su un isolotto nel Piave, e dopo l'autopsia la procura di Treviso ha aperto un'indagine per omicidio volontario
Lo scorso 2 luglio il corpo di Alex Marangon, un ragazzo di 25 anni, è stato trovato arenato su un isolotto nel fiume Piave all’altezza di Ciano del Montello, in provincia di Treviso. Marangon era stato visto per l’ultima volta due giorni prima, nella notte tra il 29 e il 30 giugno, mentre partecipava a un incontro in un’ex abbazia. Le circostanze della sua morte sono ancora poco chiare e negli ultimi giorni sono state fatte ipotesi diverse, perlopiù legate alla serata a cui Marangon aveva partecipato il 29 giugno. Dopo l’autopsia sul suo corpo, però, ora la procura di Treviso ha aperto un’indagine a carico di ignoti per omicidio volontario, e quindi ritiene che ci siano elementi per credere che sia stato ucciso.
Marangon aveva 25 anni e faceva il barista. La sera dello scorso 30 giugno stava partecipando a un incontro organizzato nell’ex abbazia di Santa Bona, nel comune di Vidor, in provincia di Treviso. Il programma televisivo Chi l’ha visto? ha diffuso uno screenshot della chat di Telegram con cui Marangon sarebbe stato invitato all’evento: questo viene descritto il «Sol del Putumayo», ossia un «rituale di cura con la forza della Foresta», che si sarebbe svolto «in un luogo davvero speciale e protetto» con un massimo di venti partecipanti. Alla serata era presente anche Jhonni Daniel Benavides, che su diversi giornali viene descritto come uno sciamano colombiano.
Non è chiaro in cosa consistesse effettivamente la serata: alcune ricostruzioni circolate in questi giorni sui giornali, per ora non confermate, hanno ipotizzato che girassero delle sostanze allucinogene tra cui l’ayahuasca, un decotto con effetti psichedelici a base di piante amazzoniche.
Per ora gli inquirenti hanno ascoltato cinque testimoni che erano presenti alla serata. Secondo le ricostruzioni diffuse da vari giornali, verso le 3 di notte Marangon si sarebbe allontanato dal gruppo per uscire, da solo, dall’abbazia e andare in direzione del bosco circostante. Almeno due partecipanti avrebbero provato a inseguirlo per fermarlo, senza riuscirci. Solo tre ore dopo, verso le 6 del mattino del 30 giugno, qualcuno presente all’abbazia ha chiamato i carabinieri per informarli della sparizione di un partecipante alla serata. Non è chiaro cosa sia successo tra le 3 e le 6: in quell’arco di tempo, in un modo che non è ancora chiaro, Marangon è finito nel fiume e poi da lì è stato trasportato dalla corrente fino all’isolotto dove il suo corpo è stato ritrovato il 2 luglio.
All’abbazia era presente anche il musicista Andrea Zuin, identificato come l’organizzatore della serata e fondatore del progetto ZuMusic Project, che su Instagram dice di fare «medicina musicale» con musiche che si ispirano ai rituali degli sciamani. In vari video condivisi sui social si vedono Zuin e la sua compagna suonare e cantare.
Intervistato da Il Gazzettino, Zuin ha ricostruito il momento in cui Marangon si è allontanato dal gruppo. Ha detto che durante la notte, mentre lui stava suonando, Marangon si sarebbe alzato per andare in una zona di meditazione vicino a un fuoco: «Mi sembrava andasse tutto bene», ha detto Zuin. In seguito Marangon si sarebbe allontanato «sotto la guida di due persone, che gli stavano accanto e vicino». Queste due persone, poi identificate da Zuin come «curanderos sudamericani» (cioè degli sciamani guaritori), sarebbero state con lui per circa dieci minuti. Dopo sarebbero tornate dal gruppo dicendo: «Alex è scomparso, si è messo a correre e non riusciamo più a trovarlo». A quel punto i partecipanti presenti, circa 10, avrebbero cominciato a cercare Marangon «ovunque», ma non trovandolo hanno chiamato le autorità.
Secondo alcuni giornali locali, tra cui la Tribuna di Treviso, a inseguire Marangon sarebbero stati Benavides e un altro uomo presente alla serata. I due avrebbero però lasciato l’ex abbazia prima dell’arrivo dei carabinieri.
Inizialmente era stato ipotizzato che Marangon fosse caduto accidentalmente nel fiume e fosse quindi morto in modo non violento: per questo la procura aveva aperto un’indagine contro ignoti per morte a seguito di altri reati. Le cose sono cambiate con i risultati dell’autopsia fatta sul corpo dell’uomo, che ha riscontrato varie costole rotte, soprattutto sul lato sinistro del corpo, e ferite alla testa provocate da un oggetto contundente. A quel punto gli inquirenti hanno cambiato l’ipotesi di reato con l’omicidio volontario. Per ora l’indagine rimane a carico di ignoti, quindi non ci sono persone formalmente indagate. Non è chiaro se l’autopsia abbia confermato o meno l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti da parte di Marangon, come riferito nelle ricostruzioni di diversi media in questi giorni.
Secondo quanto raccontato da un amico di Marangon, e poi riportato dall’Ansa, era la terza volta che il ragazzo partecipava a rituali simili. L’amico ha detto però che il 29 giugno Marangon era molto preoccupato, non si sa esattamente per cosa. In questi giorni stanno continuando le indagini dei carabinieri, con sopralluoghi nella zona di Vidor e altri interrogatori dei testimoni.