La UEFA ha squalificato il calciatore turco Merih Demiral per le prossime due partite degli Europei perché ha fatto un gesto ultranazionalista
Venerdì la UEFA, l’organo di governo del calcio europeo, ha squalificato il calciatore turco Merih Demiral per due partite «per non aver rispettato i principi generali di condotta, per aver violato le regole fondamentali di buona condotta, per aver utilizzato eventi sportivi per manifestazioni di natura non sportiva e per aver portato discredito al gioco del calcio». Nella pratica, vorrà dire che Demiral sarà escluso dai quarti di finale di sabato (Turchia contro Olanda) ed eventualmente dalla semifinale, se la Turchia sabato dovesse vincere.
La decisione è stata presa in risposta a un gesto ultranazionalista compiuto da Demiral mentre festeggiava il proprio secondo gol nel corso della partita Austria-Turchia di martedì agli Europei. Il giocatore ha fatto con entrambe le mani un saluto che richiama il muso di un lupo, quello che si vede nell’immagine principale di questo articolo. Il gesto è associato al gruppo ultranazionalista turco Ulku Ocaklari, noto anche come “Lupi grigi”, a sua volta collegato a organizzazioni paramilitari di estrema destra e vicino al Partito del movimento nazionalista turco, alleato con il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Il gruppo ha una lunga storia di attentati dinamitardi e ha più volte dimostrato un forte odio verso vari gruppi etnici, religiosi e nazionali: ebrei, cristiani, ma anche armeni, greci, curdi e statunitensi. In Germania, paese che sta ospitando gli Europei, il movimento conta tra i 18mila e i 20mila membri ed è considerato un gruppo estremista di destra dall’ufficio federale per la protezione della costituzione, ma non è formalmente vietato, come invece succede in Austria e in Francia. Il gesto ha creato qualche tensione tra le autorità turche e quelle della Germania.
Demiral, che nel 2019 era già stato ripreso per aver fatto un saluto militare sul campo da gioco come segno di sostegno all’offensiva militare della Turchia nel nord della Siria, ha difeso il proprio gesto dicendo che era un’innocente espressione di orgoglio nazionale e che sperava «di avere più opportunità di compierlo di nuovo». La UEFA aveva aperto un’indagine al riguardo mercoledì su richiesta del governo tedesco: il ministero degli Esteri turco ha criticato la scelta, dicendo che era stata una reazione politicamente motivata all’uso di «un simbolo che ha un significato storico e culturale» e accusando il governo tedesco di xenofobia.