L’istruttoria dell’Antitrust sulle uova di Pasqua pubblicizzate da Chiara Ferragni si è chiusa con un accordo per una donazione a un’associazione benefica

Chiara Ferragni in tre fotografie diverse, due delle quali rispettivamente col pandoro Bauli e le uova di Pasqua al centro dei procedimenti che l'hanno coinvolta negli ultimi mesi
(ANSA)

Venerdì l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), più nota come Antitrust, ha annunciato la chiusura dell’istruttoria avviata mesi fa nei confronti dell’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni per la presunta promozione ingannevole di una linea di uova di Pasqua che erano presentate come vendute per beneficenza. I proventi di quella vendita sarebbero dovuti andare all’associazione benefica “I Bambini delle Fate”, che si occupa di minori con disabilità.

L’istruttoria si è conclusa con un accordo per cui le quattro società al centro del procedimento – Fenice, TBS Crew e Sisterhood, tutte titolari di marchi e diritti legati a Ferragni, e Cerealitalia Industrie Dolciarie, titolare del marchio Dolci Preziosi – verseranno 1,3 milioni di euro all’associazione “I Bambini delle Fate”: 1,2 milioni di euro da parte delle società legate a Ferragni e 100mila euro da parte di Cerealitalia.

L’istruttoria riguardava la promozione di una linea di uova di Pasqua realizzata dalla società Dolci Preziosi in collaborazione con Ferragni nel 2021 e nel 2022: l’ipotesi accusatoria era – come nel caso dei pandori, al centro di un simile scandalo e per cui Ferragni è indagata per truffa – che non ci fosse una correlazione diretta tra la vendita delle uova e le donazioni in beneficenza a “I Bambini delle Fate”, come suggerito dalla pubblicità fatta da Ferragni.

In un comunicato diffuso dopo la chiusura dell’istruttoria, Ferragni ha detto inoltre che le società titolari dei suoi marchi separeranno le iniziative commerciali da quelle benefiche, e che si sono impegnate in un percorso di regolamentazione delle proprie attività di marketing e comunicazione.