La Corte di Cassazione ha annullato la condanna nei confronti di Alex Cotoia, il 22enne che uccise il padre violento, e ha disposto un nuovo processo d’appello

Alex Cotoia con l'avvocato Claudio Strata, in tribunale (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
Alex Cotoia con l'avvocato Claudio Strata, in tribunale (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Venerdì la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la condanna in appello di Alex Cotoia, il 22enne che nel 2020 uccise il padre violento a Collegno, vicino a Torino, e ha ordinato un nuovo processo d’appello. Al momento dell’uccisione del padre faceva di cognome Pompa, ma successivamente aveva deciso di cambiarlo con quello della madre.

Cotoia era stato assolto in primo grado nel 2021, come richiesto dal suo avvocato: secondo i giudici aveva agito per legittima difesa, difendendo se stesso, il fratello e la madre dalla violenza del padre. Due anni dopo, a dicembre del 2023, la Corte di Assise d’appello di Torino ribaltò la sentenza e condannò Cotoia a sei anni e due mesi di reclusione. Secondo i giudici di appello, la violenza con cui Cotoia aveva ucciso il padre, con decine di coltellate e sei coltelli diversi, eccedeva la legittima difesa.

Il ricorso contro la sentenza di appello è stato presentato dalla procura generale della Cassazione, secondo cui la sentenza d’appello non avrebbe adeguatamente motivato le ragioni per cui è stata ribaltata la sentenza di assoluzione di primo grado. La procura generale ha contestato anche la decisione dei giudici di appello di non considerare attendibili le testimonianze della madre e del fratello di Cotoia, come avevano fatto invece i giudici di primo grado.