Panama, un Brasile deludente e altre sorprese della Copa América di calcio
Se proprio non ce l'avete fatta a stare svegli la notte per seguire un altro torneo di calcio, oltre agli Europei: anche lì siamo arrivati ai quarti
Nella notte italiana fra giovedì e venerdì cominceranno negli Stati Uniti i quarti di finale della Copa América, il torneo maschile di calcio in cui solitamente giocano le nazionali sudamericane, ma che per questa edizione include anche alcune nazionali del Centro e del Nord America. La fase a gironi si è chiusa martedì, con alcune sorprese, fra cui le eliminazioni del Messico e dei padroni di casa degli Stati Uniti, il passaggio del turno di Panama, le tre vittorie su tre del Venezuela. Fra le grandi favorite Argentina e Colombia hanno rispettato le attese, l’Uruguay è andato oltre, il Brasile è andato peggio del previsto, con prestazioni deludenti in rapporto alla qualità dei suoi giocatori.
All’improvviso, Panama
La squadra rivelazione del torneo è stata finora Panama: paese da 4 milioni e mezzo di abitanti, dalla tradizione calcistica molto limitata, ha vinto due partite su tre, chiuso al secondo posto del girone e fatto sì che gli Stati Uniti diventassero il primo paese organizzatore a essere eliminato nella prima fase della competizione. Panama è alla seconda partecipazione a una Copa América e si è qualificata una sola volta ai Mondiali, nel 2018, quando perse tutte le partite nel girone.
Da qualche anno però la federazione panamense ha sviluppato un programma a lunga scadenza, con l’obiettivo di partecipare al Mondiale 2026, che si giocherà in Nord America (Canada, Stati Uniti e Messico). Una delle prime decisioni è stata scegliere come allenatore Thomas Christiansen, danese che a 18 anni si trasferì in Spagna per giocare con il Barcellona. Restò per due anni nella squadra “riserve”, prima di andare in prestito in giro per la Spagna, ma si formò con Johan Cruijff, allora allenatore della prima squadra. Cruijff proponeva un calcio innovativo e ispirò diversi allenatori diventati poi molto bravi, tra cui soprattutto lo spagnolo Pep Guardiola.
Christiansen segue quei principi: Panama gioca cercando di mantenere il controllo del pallone, mostrando un atteggiamento offensivo e schierandosi con il 3-4-3 (3 difensori, 4 centrocampisti, 3 attaccanti), un modulo che caratterizzò il Barcellona degli anni Novanta. Quando fu scelto da Panama Christiansen veniva da esperienze vittoriose con i club a Cipro, da un esonero con il Leeds United in Inghilterra e da un’ultima esperienza in Belgio. Era una scelta strana per un federazione centroamericana ed era altrettanto strano che nel 2020, in piena pandemia, un allenatore dal curriculum europeo accettasse la panchina di Panama. Christiansen ha detto: «Ho sempre sognato di allenare una nazionale al Mondiale ed ero stato da piccolo a Panama. L’ho preso come un segno». Dopo qualche problema iniziale ha funzionato: Panama è arrivata in finale della Gold Cup nel 2023 (il campionato centro-nordamericano) e in semifinale della Nations League nel 2024 (sempre nella sua confederazione).
Il ritorno di James Rodriguez
Panama ai quarti giocherà contro la Colombia, che ha vinto il suo girone e che resta favorita, anche perché da quando c’è l’attuale tecnico Néstor Lorenzo non ha mai perso. Lorenzo è arrivato nel 2022, le partite senza sconfitte sono 26 (20 vittorie, 6 pareggi) e fra queste si segnalano vittorie contro la Germania, il Brasile e la Spagna. Al centro della Colombia c’è ancora James Rodriguez, centrocampista offensivo che visse le sue migliori stagioni ormai una decina di anni fa: nel 2014 segnò in tutte e 5 le partite giocate dalla Colombia ai Mondiali (6 gol totali) e al termine di quella competizione passò al Real Madrid.
La sua carriera non confermò poi quei grandi presupposti e negli ultimi anni Rodriguez sembrava essersi definitivamente perso: è finito a giocare nel campionato del Qatar, poi in Grecia, ora in Brasile al San Paolo, dove peraltro è stato spesso infortunato. Lorenzo l’ha rimesso nella posizione del classico numero 10 (il giocatore tradizionalmente più tecnico e fantasioso, che gioca tra i centrocampisti e gli attaccanti) e gli ha chiesto di correre di meno ma di «pensare di più», a quanto ha raccontato: nelle prime tre partite ha creato 11 occasioni per i compagni, mettendo insieme già 3 assist.
La noia del Brasile
La Colombia ha chiuso il girone davanti a un deludente Brasile, che è riuscito a battere solo il Paraguay e nelle tre partite ha mostrato poche cose positive. È sembrata una squadra ancora in fase di costruzione e senza grandi idee di gioco. La allena Dorival Junior, che ha una lunga esperienza con decine di squadre del campionato brasiliano, dopo che per mesi la federazione aveva sperato di assumere Carlo Ancelotti, annunciando anche un accordo che poi non si è concretizzato. Vinicius Junior, attaccante del Real Madrid, è stato il migliore della squadra ma sarà squalificato nei quarti, il compagno di club Rodrygo ha deluso, il giovanissimo e attesissimo Endrick non è ancora riuscito a fare granché.
– Leggi anche: Il Brasile del calcio crede molto in Endrick
Quelle che fin qui han sempre vinto
Nei quarti il Brasile giocherà contro l’Uruguay di Marcelo Bielsa, allenatore che in Sudamerica (e non solo) è oggetto di una certa venerazione per lo stile di gioco molto offensivo e spettacolare, per le dichiarazioni mai banali, per i modi eccentrici e per lo studio maniacale di partite e avversari (è soprannominato “el loco”, il matto). Nel girone l’Uruguay ha vinto tutte le partite, segnando 9 gol con 7 giocatori diversi e prendendone uno solo. Le uniche altre due squadre ad aver vinto tutte e tre le partite sono l’Argentina campione in carica di Lionel Messi e il sorprendente Venezuela, che non ci era mai riuscito in passato.
In Venezuela lo sport più popolare è il baseball, non il calcio, e per decenni la Vinotinto (come viene chiamata la nazionale venezuelana per via delle maglie del colore del vino) è stata la peggior squadra del Sudamerica: ad esempio vinse una sola partita nelle edizioni della Copa América fra il 1967 e il 2004. Le cose sono cambiate dagli inizi del Duemila, e nel 2017 alcuni dei giocatori dell’attuale nazionale arrivarono in finale ai mondiali giovanili Under 20. Grazie anche all’ampliamento del prossimo Mondiale, che sarà a 48 squadre, il Venezuela spera di poter ottenere la sua prima storica qualificazione.
Male verso il Mondiale
Gli Stati Uniti consideravano questo torneo da giocare in casa come il modo perfetto per preparare il Mondiale del 2026 (sempre in casa) e per certificare la crescita del proprio movimento calcistico. Negli ultimi anni non solo è notevolmente aumentato l’interesse e il giro d’affari della MLS (la lega professionista), ma sono anche molti di più gli statunitensi che giocano nei maggiori club europei: l’attuale gruppo di calciatori è stato definito la “golden generation” del paese, cioè la “generazione d’oro”, la più promettente della sua storia.
Non è andata come da programmi, gli Stati Uniti hanno battuto solo la Bolivia, probabilmente la peggior squadra della competizione, e hanno compromesso il loro torneo perdendo contro Panama, per colpa anche dell’espulsione rimediata da Timothy Weah (giocatore della Juventus) dopo 18 minuti. L’allenatore Gregg Berhalter è stato messo molto in discussione.
È uscito ai gironi anche il Messico, e quindi l’unico organizzatore del prossimo Mondiale a passare il turno è stato il Canada. Nel girone i canadesi hanno ben impressionato, in una squadra costruita intorno a giocatori giovani ma già piuttosto affermati come il laterale Alphonso Davies (del Bayern Monaco, ma obiettivo del Real Madrid) o il centravanti Jonathan David (del Lilla, vicino a un trasferimento nella Premier League inglese).
I quarti di finale
Le gare sono visibili in Italia in tv in chiaro su Sportitalia e in diretta streaming su Mola TV.
Venerdì 5 luglio ore 3
Argentina-Ecuador [Houston, Texas]
Sabato 6 luglio ore 3
Venezuela-Canada [Arlington, Texas]
A mezzanotte fra sabato 6 luglio e domenica 7
Colombia-Panama [Glendale, Arizona]
Domenica 7 luglio ore 3
Uruguay-Brasile [Las Vegas, Nevada]