Per gli exit poll il Labour avrebbe stravinto
Dovrebbe ottenere 410 seggi, 279 in più rispetto ai Conservatori del primo ministro uscente Rishi Sunak, mentre Reform UK di Nigel Farage ne avrebbe 13
Giovedì nel Regno Unito si è votato per le elezioni parlamentari: i seggi hanno chiuso alle 22 (le 23 in Italia) e gli exit poll diffusi subito dopo dai principali media britannici indicano che il Partito Laburista, il principale partito di centrosinistra nel paese, ha stravinto le elezioni, come ampiamente previsto dai sondaggi ormai da settimane.
I Laburisti avrebbero ottenuto 410 seggi sui 650 totali della Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico. I Conservatori, che guidano il governo ormai da 14 anni, sono invece andati malissimo: anche questo era un risultato ampiamente anticipato dai sondaggi. Secondo gli exit poll otterranno 131 seggi, più di 200 in meno dei 345 attuali. I Liberal-democratici (Libdem) hanno invece 61 seggi, mentre Reform UK, il partito populista di destra di Nigel Farage, dovrebbe ottenerne 13.
Per i Conservatori sarebbe il peggior risultato dal Secondo dopoguerra. I Laburisti invece sarebbero leggermente sotto al loro miglior risultato di sempre, quello del 1997, quando ottennero 418 seggi.
Stando agli exit poll anche il Partito Nazionale Scozzese (SNP), il partito di centrosinistra che ha dominato la politica scozzese negli ultimi 15 anni e che aveva promosso il referendum fallito per l’indipendenza, è andato malissimo: dovrebbe ottenere appena 10 seggi, contro i 48 che aveva nel parlamento uscente. L’SNP sta attraversando un periodo di grande crisi interna e di consensi, iniziato l’anno scorso con le dimissioni dell’allora prima ministra scozzese Nicola Sturgeon.
Non sono comunque risultati definitivi: gli exit poll si basano sulle dichiarazioni di voto fatte dagli elettori fuori da alcuni seggi, che poi vengono rielaborate dagli analisti per ottenere delle stime dei risultati nazionali. Nel Regno Unito però gli exit poll sono considerati molto affidabili, e negli ultimi anni hanno previsto in modo piuttosto accurato i risultati delle elezioni. I risultati definitivi cominceranno ad arrivare nella notte, ed entro domani mattina dovremmo conoscere la composizione del prossimo parlamento britannico.
Subito dopo l’annuncio degli exit poll, Starmer ha ringraziato dal suo profilo X gli elettori e gli attivisti del suo partito. Anche il primo ministro uscente e leader dei Conservatori, Rishi Sunak, ha ringraziato i candidati, gli elettori e i volontari Conservatori.
Nel parlamento uscente i Laburisti erano all’opposizione, con 206 seggi: secondo gli exit poll nel prossimo parlamento ne avranno quasi il doppio. La vittoria del partito era ampiamente prevista ed era considerata praticamente certa da tutti gli osservatori. Nei prossimi giorni il leader del partito, Keir Starmer, sostituirà Sunak e diventerà il nuovo primo ministro del Regno Unito. Sarà il primo governo non guidato dai Conservatori da 14 anni: da quando cioè nel 2010 i Laburisti dell’allora leader Gordon Brown persero le elezioni contro i Conservatori di David Cameron.
Stando agli exit poll i Laburisti dovrebbero superare agevolmente la maggioranza assoluta di 326 seggi e potrebbe quindi governare da solo, senza bisogno di fare coalizioni e mantenendo una solida maggioranza di 170 seggi.
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Al contrario, nel parlamento uscente i Conservatori avevano 345 seggi, e quindi secondo gli exit poll potrebbero perderne più della metà: un risultato estremamente deludente. Quattordici anni di governo hanno logorato il partito, che è stato colpito da molti scandali e ha formato una classe politica basata sulla fedeltà più che sulla competenza. Soprattutto, l’immagine dei Conservatori è stata danneggiata dalle politiche di austerità economica introdotte dai governi di Cameron (2010-2016), che ridussero molto la spesa pubblica, e da Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Gli ultimi anni sono stati inoltre molto caotici: dal 2019 si sono susseguiti tre primi ministri Conservatori, ossia Boris Johnson, Liz Truss (per soli 50 giorni) e infine Sunak.
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Negli ultimi mesi la popolarità di Sunak era molto calata, tanto che a metà giugno il 72 per cento dei britannici pensava che non stesse governando bene, secondo un sondaggio di YouGov. Sunak è candidato nel collegio di Richmond and Northallerton, nel nord dell’Inghilterra, ma non è certo che riesca a essere eletto. Lo sapremo probabilmente nelle prossime ore.
A queste elezioni il Partito Conservatore è stato messo in ulteriore difficoltà da Reform UK, il nuovo partito populista di destra guidato da Nigel Farage, che secondo gli exit poll dovrebbe ottenere 13 seggi. Farage è un politico molto influente nel Regno Unito ed è stato tra i principali promotori di Brexit. Inizialmente aveva detto di non essere interessato a candidarsi, ma a giugno aveva inaspettatamente cambiato idea.
Sebbene sia stato a lungo europarlamentare, Farage non è mai riuscito a essere eletto al parlamento britannico: a questo giro però era candidato in un collegio considerato “sicuro”, e quindi ha ottime possibilità di farcela. Durante la campagna elettorale ha puntato soprattutto sull’immigrazione, dicendo di volerla azzerare, qualunque cosa significhi.
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Secondo gli exit poll i Libdem dovrebbero ottenere 61 seggi e rimarrebbero quindi il terzo partito del parlamento, un ruolo che mantengono da tempo anche a causa del sistema elettorale maggioritario in vigore nel Regno Unito, che incentiva il bipolarismo. Sarebbe comunque uno tra i risultati migliori della storia del partito: ne ottennero di più (62) solo nel 2005, mentre nel parlamento uscente ne avevano 15. Dopo l’annuncio degli exit poll il leader Ed Davey ha scritto su X che il partito potrebbe ottenere «il miglior risultato del secolo».
Durante la campagna elettorale Davey era riuscito a guadagnare molta visibilità grazie a iniziative piuttosto bizzarre, molto adatte alla tv e ai social media: tra le altre cose ha fatto bungee-jumping, ha partecipato a una gara di corsa con le carriole e ha fatto un giro in paddle board (una specie di tavola da surf su cui si rema stando in piedi) nel lago Windermere, nel Lake District.
Gli exit poll indicano i risultati in base ai seggi, e non alle percentuali, come siamo abituati in Italia. Succede perché nel Regno Unito si vota con un sistema elettorale uninominale secco, noto come first-past-the-post, con cui in ogni collegio viene eletto soltanto il candidato o la candidata che ha ottenuto anche un solo voto in più degli altri. È un sistema che avvantaggia i grandi partiti e ha un effetto distorsivo rispetto ai voti espressi: un partito può prendere milioni di voti ma non ottenere una rappresentanza parlamentare se non arriva primo in nessun collegio. Le percentuali di voti possono quindi essere poco rappresentative della composizione del parlamento.