In Kenya la polizia ha arrestato più di 270 persone accusate di aver compiuto azioni criminali durante le proteste contro il governo

Una foto di alcuni manifestanti sull'autostrada che collega Nairobi e Mombasa, 2 luglio 2024 (AP Photo/Brian Inganga)
Alcuni manifestanti sull'autostrada che collega Nairobi e Mombasa, 2 luglio 2024 (AP Photo/Brian Inganga)

In Kenya la polizia ha arrestato più di 270 persone che martedì hanno partecipato a delle manifestazioni contro il governo nella capitale Nairobi e in altre città del paese. Proteste simili vanno avanti ormai da settimane, ma quelle di ieri sono state particolarmente violente: ci sono stati scontri tra la polizia e i manifestanti armati di pietre; sono stati saccheggiati diversi negozi; sono state incendiate delle macchine e la principale autostrada che collega Nairobi a Mombasa, la seconda città più grande del paese, è stata chiusa dopo che i manifestanti hanno appiccato incendi e occupato le corsie. I manifestanti chiedono l’introduzione di misure anticorruzione e soprattutto le dimissioni del presidente del paese, William Ruto.

Le autorità keniane sostengono che le oltre 270 persone arrestate fossero dei criminali che si erano infiltrati nelle proteste appositamente per compiere atti violenti. Anche gli attivisti hanno detto che alle proteste erano presenti persone esterne. Al momento però non è chiaro chi fossero le persone eventualmente infiltrate, né per quale motivo l’abbiano fatto.

Le proteste in Kenya sono iniziate lo scorso 18 giugno contro una discussa proposta di legge che avrebbe aumentato le tasse su alcuni prodotti di uso quotidiano, e presto sono diventate molto violente. Nonostante il presidente Ruto abbia deciso di ritirare la proposta di legge sull’aumento delle tasse, le manifestazioni contro di lui e contro il suo governo sono proseguite.