L’eccezionale aumento della produzione di energia idroelettrica in Italia
Le centrali del Nord alimentate dalle abbondanti – e spesso dannose – piogge hanno più che compensato il calo del Sud, dove invece c'è siccità
Le abbondanti piogge e nevicate che ci sono state nella prima parte dell’anno nel Nord Italia non hanno provocato solo danni – pur ingentissimi e gravi, per esempio in Piemonte e Valle d’Aosta – ma hanno avuto anche l’effetto di aumentare la produzione di energia idroelettrica, cioè quella prodotta sfruttando l’energia di grandi masse d’acqua in movimento.
Secondo quanto riferito in un’intervista al Sole 24 Ore dal direttore generale di Assoidroelettrica, Paolo Taglioli, finora nel 2024 si è registrato un aumento complessivo dell’80,7 per cento della produzione a livello nazionale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stando agli ultimi dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, a maggio la richiesta di energia elettrica è stata garantita per il 52,5 per cento da fonti energetiche rinnovabili, anche grazie a un maggiore contributo dell’energia idroelettrica, che è stata superiore di oltre un terzo rispetto a maggio del 2023.
Questi aumenti eccezionali sono però il risultato di una forte disomogeneità sul territorio: le centrali delle regioni settentrionali vanno fortissimo per via delle intense piogge di queste settimane, mentre al Sud alcune centrali sono state addirittura costrette a fermarsi a causa della siccità. Rispetto all’estate del 2023 la situazione meteorologica sembra essersi infatti ribaltata: al Sud, dove lo scorso anno aveva piovuto, c’è una grave siccità, mentre al Nord ci sono temperature basse per la media del periodo e soprattutto precipitazioni abbondanti.
In Lombardia, ha detto Taglioli al Sole 24 Ore, «siamo di fronte a quello che appare essere l’anno record di tutti i record, con punte del 45 per cento in alcuni casi sopra la media storica». E ci sono stati risultati molto sopra la media anche in Trentino-Alto Adige e in Liguria, dove nei primi sei mesi dell’anno la produzione è stata di un quinto superiore alla media. Tuttavia Taglioli ha anche riferito che alcune centrali di Piemonte e Valle d’Aosta sono irraggiungibili a causa delle frane e degli allagamenti che hanno colpito le due regioni.
Al Sud la situazione è opposta. La situazione peggiore è in Sicilia, una regione che sta facendo i conti con una delle peggiori siccità degli ultimi vent’anni: i dati aggiornati dal Servizio agrometeorologico siciliano (SIAS) dicono che nell’ultimo anno in tutta la Sicilia la media delle precipitazioni è stata di 453 millimetri, mai così bassa dal 2002. In Campania la produzione di energia idroelettrica si è ridotta del 75 per cento rispetto allo scorso anno, quando già era stata scarsa. Sono sotto la media anche le produzioni in Umbria, in Lazio e in Abruzzo: in quest’ultima regione c’è stato un calo del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e del 47 per cento se si paragona la produzione dei primi sei mesi dell’anno con la media degli anni precedenti.
Il principio di produzione dell’energia idroelettrica è sempre lo stesso dalla fine dell’Ottocento, quando furono costruiti i primi impianti in Lombardia: sono le Alpi e in parte gli Appennini a garantire le pendenze necessarie per far funzionare gli impianti ad alta produttività. In generale una centrale idroelettrica funziona tramite dighe e canali lungo fiumi e torrenti, che formano laghi e bacini artificiali nei quali l’acqua può accumularsi. L’acqua viene poi convogliata in tubature, chiamate anche condotte forzate, che si trovano a valle. Le tubature portano l’acqua in una centrale idroelettrica dove serve a mettere in rotazione turbine collegate a generatori, che producono energia elettrica e la immettono in rete.
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