La devastazione provocata dall’uragano Beryl nei Caraibi sudorientali
I morti confermati per ora sono sette, ma le isole interessate non sono ancora state raggiunte dai soccorsi: intanto la tempesta si sta avvicinando alla Giamaica
Almeno sette persone sono morte a causa del passaggio dell’uragano Beryl nelle isole sudorientali dei Caraibi: due a Carriacou, un’isola che fa parte di Grenada, e una sull’isola di Union, che fa parte di Saint Vincent e Grenadine. I soccorsi sono ostacolati dalle difficoltà di raggiungere le zone che hanno subìto i danni maggiori, per cui il bilancio dei morti potrebbe crescere. Secondo il primo ministro di Saint Vincent e Grenadine a Union, Ralph Gonsalves, il 90 per cento delle abitazioni al momento è inutilizzabile: i video e le foto delle isole colpite mostrano case danneggiate, con i tetti e le pareti divelte.
In diverse altre isole nel sudest dei Caraibi ci sono stati danni dovuti alle forti piogge e agli allagamenti.
Mercoledì la tempesta ha iniziato a spostarsi sull’isola di Hispaniola, divisa fra Haiti e la Repubblica Dominicana, e sulla Giamaica. Hispaniola sarà interessata solo marginalmente, ma è previsto che ci saranno forti piogge nella sua parte meridionale.
I danni maggiori sono comunque previsti in Giamaica, che si trova direttamente sul percorso previsto per la tempesta: sull’isola sono in corso i preparativi per eventuali emergenze. Gli abitanti hanno accumulato provviste nei rifugi, rinforzato le finestre delle case e le barche sono state tirate fuori dall’acqua e fissate a terra. In un messaggio su X (Twitter) il primo ministro Andrew Holness ha raccomandato ai giamaicani di «fare scorta di cibo, batterie, candele e acqua», e di mettere al sicuro i propri documenti.
Secondo Michael Brennan, direttore del Centro nazionale per gli uragani statunitense, sentito dall’agenzia di stampa AP, la conformazione montuosa delle isole caraibiche rende potenzialmente più pericolose le tempeste come Beryl, per il rischio di inondazioni improvvise e frane.
Beryl è stato il primo uragano di categoria 4 (poi elevata a 5) a essere mai stato registrato nel mese di giugno. Fra lunedì e martedì ha raggiunto la categoria 5, ma poi è tornato alla 4: è comunque previsto che mantenga un’intensità considerevole anche quando raggiungerà la penisola dello Yucatan, in Messico, sabato.
Il primato è probabilmente dovuto alle recenti condizioni meteorologiche degli oceani: influiscono le temperature particolarmente alte della superficie dell’acqua dell’Atlantico e lo sviluppo del fenomeno periodico conosciuto come La Niña nel Pacifico. Dal 1966, ossia da quando disponiamo di dati satellitari accurati, il primo uragano della stagione si è formato in media intorno al 26 luglio.