Più di 200 candidati si sono ritirati dal secondo turno delle elezioni legislative francesi
Sono quasi tutti della coalizione di sinistra e di quella del presidente Emmanuel Macron: lo hanno fatto per evitare di disperdere i voti e per diminuire le possibilità di vittoria dell'estrema destra del Rassemblement National
Martedì alle 18 è scaduto il tempo per presentare le domande di partecipazione al secondo turno delle elezioni legislative in Francia, che si terrà il 7 luglio: rispetto al primo turno, si sono ritirati più di 200 candidati e candidate, di cui 131 del Nuovo Fronte Popolare (NFP), l’alleanza elettorale di sinistra; 83 di Ensemble pour la République, la coalizione del presidente francese Emmanuel Macron; e solo 3 del partito di estrema destra Rassemblement National (RN), il più votato al primo turno elettorale del 30 giugno.
I candidati del partito del presidente Macron e quelli di sinistra si sono ritirati nelle circoscrizioni dove ci sarebbe stato un ballottaggio a tre e a quattro, i cosiddetti “triangolari” e “quadrangolari”, nel tentativo di concentrare tutti i voti dell’elettorato di centro e di sinistra su un solo candidato e diminuire così le possibilità di vittoria per il Rassemblement National. Sulla questione dei ballottaggi si era concentrato il dibattito pubblico e politico francese degli ultimi giorni, perché potrebbe essere decisiva per la composizione del parlamento: rimangono però ancora due ballottaggi quadrangolare e 89 ballottaggi triangolari, un numero comunque eccezionalmente alto e che rende l’esito delle elezioni abbastanza imprevedibile. Alle elezioni legislative del 2022 i triangolari erano stati solo otto.
In Francia le elezioni legislative sono a doppio turno. Il territorio francese è suddiviso in 577 circoscrizioni elettorali, pari al numero di seggi da rinnovare nell’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento francese e quella più importante, in cui il governo ha bisogno di ottenere una maggioranza. In base alle legge elettorale, in ogni collegio può vincere una sola persona candidata e può vincere al primo turno solo se ottiene il 50 per cento più uno dei voti espressi da almeno il 25 per cento degli elettori e delle elettrici iscritte alle liste. Al primo turno, in cui il partito di estrema destra Rassemblement National è stato il più votato con il 33,15 per cento dei voti, sono stati eletti in questo modo solo 76 deputati, su un totale di 577.
Domenica si svolgerà quindi il secondo turno in tutte quelle circoscrizioni che non hanno ancora eletto un candidato. Avranno accesso al ballottaggio non solo i due candidati che hanno ottenuto i due migliori risultati al primo turno, ma tutti quelli che al primo turno hanno superato una certa soglia, che cambia a seconda dell’affluenza: data l’alta affluenza al primo turno del 66,7 per cento, dal primo turno erano risultati 5 quadrangolari e ben 305 triangolari, il maggior numero di ballottaggi a tre nella storia della Quinta Repubblica francese (cioè dal 1958 a oggi).
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Questi ballottaggi si sarebbero tenuti fra candidati del Rassemblement National, il Nuovo Fronte Popolare, arrivato secondo al primo turno, ed Ensemble, spesso con RN primo e gli altri due che si alternavano al secondo e terzo posto. Per evitare di dare più possibilità a Rassemblement National di vincere e raggiungere la maggioranza in parlamento, il Nuovo Fronte Popolare ha invitato tutti i suoi candidati arrivati terzi a ritirarsi dal ballottaggio, in modo da favorire i candidati di Ensemble, la coalizione di Macron. Alcuni candidati dell’NFP si sono addirittura ritirati anche in circoscrizioni dove erano arrivati secondi dietro a candidati di Ensemble: l’idea è che al ballottaggio i voti dei partiti che si oppongono al RN convergano sempre su un unico candidato e non si disperdano fra più candidati.
I leader della coalizione di sinistra avevano chiesto al presidente Macron di fare lo stesso, ma le sue indicazioni erano state finora meno chiare rispetto a quelle dell’NFP: Macron, che in questa brevissima campagna elettorale si era concentrato sull’attaccare soprattutto la sinistra, aveva detto che come regola generale anche la sua coalizione avrebbe ritirato i propri candidati arrivati terzi, ma non sempre. Nei casi in cui ad arrivare secondi fossero stati candidati del partito di sinistra La France Insoumise, la forza politica più a sinistra del Nuovo Fronte Popolare, aveva detto che avrebbe valutato caso per caso.
Negli scorsi giorni molti elettori e diversi giornali contrari alla vittoria dell’estrema destra avevano criticato Macron per questa sua ambiguità. Proprio martedì i due quotidiani francesi Libération e L’Humanité, collocabili nell’area della sinistra, hanno pubblicato senza mettersi d’accordo due prime pagine uguali: in entrambe c’era una foto del presidente Macron con la scritta «Desisti, dimostra che resisti», in riferimento a una famosa canzone del 1981 scritta da Michel Berger e interpretata da France Gall.
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