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  • Lunedì 1 luglio 2024

La questione dei “triangolari” nei ballottaggi francesi

La vittoria alle legislative in Francia dell'estrema destra sta spingendo le sinistre e Macron a ritirare alcuni candidati dai ballottaggi a tre o a quattro che si terranno domenica prossima: perché?

Un seggio elettorale per le legislative in Francia, 30 giugno 2024 (Laurent Gillieron/Keystone via AP)
Un seggio elettorale per le legislative in Francia, 30 giugno 2024 (Laurent Gillieron/Keystone via AP)
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Il primo turno delle elezioni legislative in Francia, che si è tenuto domenica, è stato vinto dall’estrema destra del Rassemblement National (RN), il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, che per questo voto si era alleato con Eric Ciotti, il presidente dei Repubblicani, di destra, che ha preso le distanze dal suo stesso partito: è stata la prima vittoria dell’estrema destra a livello nazionale nella storia della Quinta Repubblica francese. Il risultato finale, e quindi la composizione della nuova Assemblea Nazionale (una delle due camere del parlamento), si determinerà però solo con il secondo turno, fissato per domenica 7 luglio, che avrà una particolarità: sarà probabilmente il voto con il ​​maggior numero di “triangolari” di sempre, vale a dire ballottaggi a tre. Ci saranno anche dei quadrangolari, cioè ballottaggi a quattro.

Per capire il meccanismo dei triangolari, e il dibattito politico già iniziato in Francia sul possibile ritiro di diversi candidati arrivati terzi al ballottaggio come strategia per non favorire l’estrema destra, c’è da fare un passo indietro e partire da come è fatta la legge elettorale francese.

In Francia le elezioni legislative sono a doppio turno. Il territorio francese è suddiviso in 577 circoscrizioni elettorali, pari al numero di seggi dell’Assemblea Nazionale da rinnovare. Undici circoscrizioni sono fuori dal territorio nazionale, cioè all’estero. In base alle legge elettorale, in ogni collegio può vincere una sola persona candidata e può vincere al primo turno se ottiene il 50 per cento più uno dei voti espressi da almeno il 25 per cento degli elettori e delle elettrici iscritte alle liste. Al primo turno, in base ai risultati definitivi, sono stati eletti 76 deputati, su un totale di 577.

Domenica 7 luglio si svolgerà il secondo turno in tutte quelle circoscrizioni che non hanno ancora eletto un candidato. Avranno accesso al ballottaggio non i due candidati che hanno ottenuto i due migliori risultati al primo turno, ma tutti quelli che al primo turno hanno superato una certa soglia, che la legge elettorale stabilisce come fissa ma che nella realtà è mobile, perché si sposta a seconda dell’affluenza.

Per calcolarla si parte da una regola base, diciamo così: un candidato deve superare la soglia del 12,5 per cento degli iscritti che nel caso in cui l’affluenza sia al 100 per cento, cioè quando tutte le persone iscritte nelle liste elettorali di quel collegio vanno a votare, corrisponde effettivamente al 12,5 per cento dei voti espressi. Se l’affluenza diminuisce la soglia dei voti espressi necessari per accedere al secondo turno si alza ed è quindi più difficile che al secondo turno ci siano triangolari o quadrangolari.

In sintesi: quando la partecipazione è più alta la soglia del 12,5 per cento diventa più facile da raggiungere. Jean-Yves Dormagen, politologo specializzato in comportamento elettorale, ha spiegato a Le Nouvel Obs: «È matematico, la partecipazione abbassa la percentuale di voti necessaria per raggiungere la soglia del 12,5 per cento degli elettori iscritti».

A causa dell’elevata partecipazione al primo turno di domenica 30 giugno (66,7 per cento di affluenza) ci saranno per ora 305 triangolari, 5 quadrangolari e solo 191 ballottaggi a due. Nel 2012, con il 42 per cento di astensione, vi furono 34 triangolari. Nel 2017, con l’astensione al 51,3 per cento, vi fu un solo triangolare al secondo turno e nel 2022, con l’astensione record del 52,5 per cento, 7 triangolari. Finora il maggior numero di triangolari c’era stato alle legislative del 1997: 78.

I triangolari e i quadrangolari rendono l’esito delle elezioni ancora più imprevedibile, soprattutto nell’attuale contesto: il Rassemblement National alleato con Ciotti è arrivato primo in molte circoscrizioni elettorali e i partiti che lo contrastano hanno intenzione di attuare delle strategie per provare a vincere. Il campo di Macron e il Nuovo Fronte Popolare (NFP), l’alleanza elettorale di sinistra che riunisce tra gli altri il Partito Socialista, il Partito Comunista, il partito ecologista Europe Écologie-Les Verts e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, hanno deciso di ritirare i propri candidati che al primo turno sono arrivati terzi nelle circoscrizioni in cui un candidato di RN è arrivato primo: l’idea è che al ballottaggio i voti dei partiti che si oppongono al RN convergano sul deputato arrivato secondo, e non si disperdano in più candidati.

Le indicazioni date dal campo presidenziale in questo senso non sono state però né compatte né chiare.

Il presidente Emmanuel Macron, che aveva fatto campagna elettorale soprattutto contro la sinistra, ha detto che come regola generale anche la sua parte politica ritirerà il proprio candidato arrivato terzo, ma non sempre. Nei casi in cui ad arrivare secondo è stato un candidato del partito di sinistra La France Insoumise, la forza politica più a sinistra del Nuovo Fronte Popolare, si valuterà caso per caso. Il Nuovo Fronte Popolare ha invece deciso il ritiro sistematico dei propri candidati arrivati terzi nelle circoscrizioni in cui un candidato di RN è arrivato primo.

Ci sarà tempo fino a martedì alle ore 18 per presentare le domande di partecipazione al secondo turno: il ritiro o la permanenza di chi è arrivato terzo potrebbe modificare molto gli equilibri in campo per i triangolari e diversi deputati arrivati terzi hanno già detto pubblicamente che si ritireranno. Questo potrebbe non solo ridurne significativamente il numero dei triangolari il 7 luglio, ma anche indebolire o al contrario rafforzare l’estrema destra.