70 operatori dell’aeroporto di Melbourne, in Australia, sono stati accusati di collaborare ad attività legate al traffico di stupefacenti

Un aereo in atterraggio all'aeroporto di Melbourne (Darrian Traynor/Getty Images)
Un aereo in atterraggio all'aeroporto di Melbourne (Darrian Traynor/Getty Images)

L’Australian Border Force (ABF), l’agenzia del governo australiano che si occupa della sicurezza sui confini del paese, ha accusato 70 operatori dell’aviazione dell’aeroporto di Melbourne, la seconda città più grande dell’Australia, di collaborare con gruppi criminali per favorire varie attività illegali, tra cui soprattutto il traffico di stupefacenti. Secondo ABF questi lavoratori, principalmente dipendenti di compagnie aeree internazionali, sfrutterebbero la loro posizione privilegiata all’interno dell’aeroporto per accedere ad aree riservate e così favorire attività illecite.

L’Australian Border Force ha detto che le attività illecite degli operatori dell’aviazione includono il consumo e la distribuzione in Australia di sostanze stupefacenti e il contrabbando di sigarette e altri prodotti a base di tabacco, valuta straniera e oggetti di valore: in alcuni casi i beni venivano nascosti in valigie a doppio fondo.