Secondo gli exit poll alle legislative in Francia è avanti il Rassemblement National
I dati del primo turno sono ancora molto parziali e vanno presi con cautela, ma sembrano confermare l'ottimo risultato del partito di estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella alle europee
Alle 20 di domenica in Francia hanno chiuso i seggi per il primo turno delle elezioni legislative, e in base ai primi exit poll è in vantaggio il Rassemblement National (RN), il partito di estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, che aveva ottenuto un ampio successo anche alle elezioni europee del 9 giugno scorso. Gli exit poll si basano su ciò che dicono di aver votato le persone fuori dai seggi e in passato in Francia si sono rivelati piuttosto attendibili per quanto riguarda l’andamento generale dei partiti. Vanno tuttavia presi con grande cautela, anche perché non aiutano a capire con certezza il numero di seggi che sarà assegnato a ciascun partito al secondo turno, che si terrà domenica 7 luglio.
Secondo i risultati degli exit poll dell’istituto Ipsos Talan, alle 22 di domenica sera RN era dato al 33,2 per cento, davanti al Nuovo Fronte Popolare (NFP), l’alleanza elettorale di sinistra che riunisce tra gli altri il Partito Socialista, il Partito Comunista, il partito ecologista Europe Écologie-Les Verts e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, fermo a poco più del 28 per cento. Ensemble pour la République, la coalizione del presidente francese Emmanuel Macron, che aveva convocato le elezioni in seguito al forte risultato di RN alle europee, è al 21 per cento. Il quarto partito più votato secondo gli exit poll è stato quello dei Repubblicani, di destra e divisi sulla questione dell’alleanza con il Rassemblement National: è dato attorno al 10.
I primi risultati di domenica confermano più o meno le aspettative precedenti al voto, nonché i risultati delle elezioni europee, in seguito alle quali era stato sciolto il parlamento, si erano create nuove alleanze e alcuni leader erano stati espulsi dai loro partiti. I risultati del secondo turno dipenderanno molto dalla situazione di ciascuna delle 577 circoscrizioni elettorali in cui è suddiviso il paese. Alle 17 l’affluenza comunque è stata del 59,39 per cento degli aventi diritto e alle 20 del 67,5 per cento, più del 20 per cento in più rispetto alle elezioni del 2022, e il dato più alto degli ultimi quarant’anni.
Commentando i primi risultati del primo turno, Le Pen ha invitato gli elettori francesi a dare una «maggioranza assoluta» in parlamento al suo partito, in modo che Bardella possa essere nominato primo ministro subito dopo il secondo turno. Macron, d’altra parte, ha detto che la grande partecipazione al primo turno mostra il desiderio delle persone francesi di «chiarire la situazione politica». In una nota inviata alla stampa, ha invocato «un grande raggruppamento indiscutibilmente repubblicano e democratico» in vista del secondo turno. Nel frattempo, alcune migliaia di persone si sono radunate in Place de la République a Parigi per protestare contro l’estrema destra francese.
In Francia e nelle comunità francesi d’oltremare, cioè le ex colonie che si amministrano in modo semi-indipendente pur trovandosi ancora sotto la sovranità dello stato francese, si vota per rinnovare i 577 seggi che compongono l’Assemblea nazionale (la camera bassa del parlamento francese), che era stata sciolta da Macron con l’annuncio delle nuove elezioni. Delle 577 circoscrizioni undici si trovano fuori dal territorio nazionale, cioè all’estero, ma tutte sono tra loro molto eterogenee in termini di superficie, popolazione e profilo sociologico.
In ogni collegio può vincere una sola persona candidata e al primo turno può vincere se ottiene il 50 per cento più uno dei voti espressi da almeno il 25 per cento degli elettori e delle elettrici iscritte alle liste. Contrariamente alle elezioni presidenziali, in questo caso il tasso di astensione è dunque determinante.
Il secondo turno si svolgerà invece in tutte quelle circoscrizioni che non avranno eletto un candidato al primo turno, e domenica 7 luglio i candidati potrebbero essere anche tre o più. Accederanno infatti al ballottaggio non i due candidati che hanno ottenuto i due migliori risultati al primo turno, ma tutti quelli che al primo turno hanno ottenuto almeno il 12,5 per cento dei voti delle persone iscritte nelle liste elettorali (non dei votanti). Al secondo turno verrà eletto chi otterrà il maggior numero di voti.
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