I molti casi di gastroenterite sulla costa veneta del lago di Garda

A Torri del Benaco centinaia di persone hanno sviluppato i sintomi, forse a causa della diffusione di un virus nella rete idrica locale

Torri del Benaco (Wikimedia Commons)
Torri del Benaco (Wikimedia Commons)
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Tra giovedì e venerdì a Torri del Benaco, un comune italiano della provincia di Verona che si trova sulla costa veneta del lago di Garda, centinaia di persone (tra le 200 e le 300, scrive il Corriere del Veneto) hanno sviluppato i sintomi della gastroenterite, un’infiammazione dell’intestino e della mucosa gastrica nota anche come influenza intestinale. Molte persone sono state portate al pronto soccorso più vicino, quello di Peschiera del Garda, e ci sono state decine di chiamate al 118.

La diffusione delle gastroenteriti è dovuta al norovirus, un patogeno molto contagioso che causa diarrea, vomito e dolori addominali: lo hanno rivelato i servizi sanitari locali, dopo avere esaminato i campioni delle feci di alcuni cittadini. La maggior parte delle persone contagiate ha detto di essersi sentita male dopo aver bevuto acqua del rubinetto: è quindi possibile che il virus si sia diffuso attraverso la rete idrica locale, che in questi giorni è in grande sofferenza per via delle forti piogge e dei nubifragi in Veneto, che tra le altre cose hanno provocato un preoccupante aumento del livello del lago di Garda.

Per prevenire ulteriori contagi, da venerdì mattina è attiva un’ordinanza emessa dal sindaco di Torri del Benaco, Stefano Nicotra, che vieta l’utilizzo dell’acqua della rete idrica a scopi potabili o alimentari.

Sempre venerdì l’Azienda gardesana servizi (AGS), l’azienda che gestisce il servizio idrico di 20 comuni della sponda veronese del lago di Garda, ha inviato al laboratorio Veritas di Venezia dei campioni d’acqua per le analisi, i cui risultati dovrebbero arrivare sabato in giornata.

Carlo Alberto Voi, il direttore dell’AGS, ha detto al Corriere del Veneto che, per disinfettare le reti idriche locali, sono state disciolte nelle tubazioni delle pastiglie di cloro. «Non abbiamo evidenza che il norovirus si trovi nell’acqua o come ci possa essere arrivato. Dobbiamo solo attendere l’esito degli esami per capire», ha aggiunto.