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  • Sabato 29 giugno 2024

Ancora la Svizzera

Sarà l'avversaria dell'Italia negli ottavi di finale degli Europei maschili di calcio, due anni dopo le dolorose qualificazioni ai Mondiali; è una squadra esperta, organizzata e intensa

Dan Ndoye, 23 anni, attaccante del Bologna e della Svizzera (AP Photo/Themba Hadebe)
Dan Ndoye, 23 anni, attaccante del Bologna e della Svizzera (AP Photo/Themba Hadebe)

Sabato 29 giugno alle 18 a Berlino si giocherà Svizzera-Italia, la prima partita degli ottavi di finale agli Europei maschili di calcio. Entrambe sono arrivate seconde nel loro girone: la Svizzera nel gruppo A con Germania, Ungheria e Scozia, l’Italia nel gruppo B con Spagna, Croazia e Albania, ma tra le due squadre la Svizzera è sembrata finora quella con le idee più chiare e con tattiche di gioco più efficaci e consolidate, mentre l’Italia non è ancora riuscita, se non nella prima mezz’ora contro l’Albania, a esprimere il proprio gioco e mettere in pratica i “comandamenti” del suo allenatore Luciano Spalletti.

La vincente della partita tra Italia e Svizzera (che in caso di pareggio andranno ai supplementari e poi eventualmente ai rigori) giocherà contro la vincente di Inghilterra-Slovacchia. Italia e Svizzera si affrontarono anche agli Europei del 2021, ai gironi, e vinse 3-0 l’Italia. Poi giocarono contro altre due volte, nelle qualificazioni ai Mondiali del 2022: finì in pareggio sia all’andata sia al ritorno e in entrambe le occasioni il centrocampista italiano Jorginho sbagliò un rigore. Alla fine l’Italia arrivò seconda, con due punti in meno della Svizzera, e poi perse ai playoff, non qualificandosi per i Mondiali per la seconda volta consecutiva.

La Svizzera è da anni una presenza stabile nei tornei internazionali, visto che negli ultimi tre Mondiali ed Europei ha sempre superato il girone; solamente in un caso però ha poi proseguito oltre gli ottavi di finale, agli Europei del 2021, quando eliminò la Francia in una partita sorprendente vinta ai rigori dopo aver rimontato da 3-1 a 3-3. Gli ottavi di finale sono stati finora il momento in cui la Svizzera ha mostrato i suoi limiti, ma questa costanza di risultati dimostra che ha grande esperienza, e infatti tre dei cinque calciatori con più presenze nella storia della Nazionale ci giocano ancora: il difensore Ricardo Rodriguez, il centrocampista e capitano Granit Xhaka e il trequartista Xherdan Shaqiri.

Xherdan Shaqiri ha 32 anni e non è più un titolare fisso della Svizzera, ma spesso agli Europei e ai Mondiali ha segnato gol notevoli (l’ultimo l’ha fatto contro la Scozia, la settimana scorsa)

Durante le qualificazioni a questi Europei la Svizzera non è stata particolarmente brillante, perché ha vinto solo 4 partite su 10 e si è qualificata come seconda classificata in un girone tutto sommato facile, vinto dalla Romania. Si era per questo parlato anche di un possibile esonero dell’allenatore Murat Yakin, svizzero di origine turca, che allena la Nazionale dal 2021. Alla fine però Yakin è stato confermato e ha deciso di cambiare sistema di gioco, passando dal 4-3-3 al 3-4-2-1. L’aggiunta di un difensore centrale ha permesso alla Svizzera di essere meno esposta agli attacchi e ai contropiedi avversari, una cosa che accadeva spesso anche per via della scelta di pressare in maniera molto alta e aggressiva, e di lasciare quindi inevitabilmente spazio libero alle proprie spalle.

– Leggi anche: Agli Europei stanno andando meglio le squadre con una certa organizzazione tattica

Nelle tre partite del girone la Svizzera ha vinto 3-1 contro l’Ungheria e ha pareggiato 1-1 contro la Scozia e la Germania, contro cui ha dimostrato di poter mettere in difficoltà qualsiasi avversaria, grazie soprattutto all’eccellente lavoro senza palla in fase di pressing, a cui partecipa tutta la squadra, e poi alla capacità di andare velocemente verso la porta avversaria una volta recuperato il pallone. In attacco nella Svizzera giocano calciatori molto rapidi, mobili e bravi a muoversi negli spazi, dando quindi pochi punti di riferimento alla difesa avversaria.

Tra i giocatori che si sono fatti notare di più c’è il 23enne Dan Ndoye, che contro la Germania ha segnato il suo primo gol in Nazionale e che sta creando diversi problemi alle difese avversarie: anche perché si cambia continuamente di posizione con gli altri suoi compagni d’attacco, Fabian Rieder e Breel Embolo (ma anche Ruben Vargas, quando gioca). Ndoye gioca nel Bologna come Remo Freuler e Michel Aebischer, due centrocampisti fondamentali per la Svizzera sia quando deve costruire le azioni d’attacco, sia quando deve difendersi.

Freuler, 32 anni, centrocampista del Bologna e della Svizzera (AP Photo/Themba Hadebe)

In queste partite Yakin sta facendo giocare Aebischer in una posizione ibrida molto efficace, cioè come esterno sinistro in fase difensiva ma come centrocampista che può accentrarsi in fase di possesso. Assieme a Xhaka, protagonista di un’eccezionale stagione con il Bayer Leverkusen, Freuler è il giocatore che più contribuisce all’intensità della squadra, cioè a farla andare a ritmi sempre molto alti, senza prendersi delle pause. Contro la Germania la Svizzera è rimasta in vantaggio fino al novantaduesimo, quando Niclas Füllkrug ha pareggiato: senza quel gol sarebbe arrivata prima nel girone, e l’Italia avrebbe giocato contro la Germania agli ottavi.

Il leader della difesa svizzera è il 28enne del Manchester City Manuel Akanji. Gli altri due difensori, Ricardo Rodriguez e Fabian Schär, sono esperti e bravi con i piedi, ma potrebbero essere messi in difficoltà dagli attaccanti che si inseriranno in velocità alle loro spalle. Contro la Svizzera l’Italia dovrà da un lato riuscire a eguagliare la forza fisica e l’intensità degli avversari, dall’altro dovrà essere più coraggiosa rispetto alle partite contro Spagna e Croazia in fase di possesso palla. Avere più iniziativa servirà a resistere al pressing avversario e a liberare spazio per i suoi giocatori offensivi come Federico Chiesa e Gianluca Scamacca (che dovrebbero tornare titolari), ma anche Davide Frattesi, la cui miglior caratteristica è la capacità negli inserimenti, cioè nell’arrivare di corsa in area e sorprendere le difese.