Comincia un Tour de France molto affollato
Ci saranno il vincitore del Giro d'Italia Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard, che ha vinto gli ultimi due Tour ma sta recuperando da un brutto incidente; e poi Roglič, Evenepoel, van der Poel, van Aert
Sabato 29 giugno a Firenze inizierà il Tour de France maschile, la corsa ciclistica più prestigiosa al mondo: sarà la centoundicesima edizione e finirà domenica 21 luglio a Nizza e non, come da tradizione, a Parigi, dove la settimana successiva cominceranno le Olimpiadi. Negli ultimi decenni è diventata una cosa abbastanza comune che le grandi corse a tappe ciclistiche come il Tour de France e il Giro d’Italia comincino in un altro paese, ma non era mai successo che il Tour partisse in Italia. Quest’anno invece vi si correranno quattro tappe, la prima da Firenze a Rimini, la seconda da Cesenatico a Bologna e la terza da Piacenza a Torino. La quarta partirà da Pinerolo, nella città metropolitana di Torino, ma arriverà in Francia, a Valloire, un paesino a 1.430 metri: sarà la prima tappa di montagna e passerà anche dal famoso Col du Galibier.
Una breve guida sulle tappe da non perdere e quelle invece che si possono anche saltare
Il Tour è sempre la corsa più attesa e più seguita, ma quest’anno lo sarà a maggior ragione perché vi partecipano tutti i migliori ciclisti al mondo come Tadej Pogačar, Jonas Vingegaard, Remco Evenepoel, Primož Roglič, Mathieu van der Poel e Wout van Aert. In questi giorni più o meno tutti gli appassionati e gli esperti si stanno chiedendo se lo sloveno Tadej Pogačar riuscirà a vincere il Tour de France dopo aver vinto il Giro d’Italia il mese scorso, una cosa davvero difficile da compiere e che non succede dal 1998, quando lo fece Marco Pantani.
Pogačar ha 25 anni, ha già vinto due volte il Tour de France e ha dominato l’ultimo Giro d’Italia, vincendo sei tappe e arrivando alla fine con quasi dieci minuti di vantaggio sul secondo classificato. Probabilmente è il miglior ciclista del mondo, in quanto è fortissimo sia nelle corse a tappe sia nelle gare di un giorno (ha già vinto tre delle cinque cosiddette classiche monumento, le principali corse che si corrono in un giorno solo); senza dubbio è uno dei più entusiasmanti per il pubblico, perché cerca di vincere ogni gara che corre, anche quando sarebbe forse ragionevole risparmiarsi. Oltre a essere in un eccellente momento di forma, Pogačar avrà anche dei compagni molto forti che correranno per lui e lo aiuteranno nel tentativo di completare la doppietta Giro-Tour: João Almeida, Adam Yates, Juan Ayuso sono tutti ciclisti che in altre squadre competerebbero loro stessi per la classifica generale.
Negli ultimi due anni comunque Pogačar è arrivato secondo al Tour de France perché è stato battuto dal danese Jonas Vingegaard, un ciclista altrettanto eccezionale in salita e a cronometro, che l’anno scorso vinse il Tour con oltre sette minuti di vantaggio sullo sloveno e oltre dieci sul terzo classificato, Adam Yates, anche grazie al grande lavoro della sua squadra, il Team Visma-Lease a Bike (in precedenza chiamata Jumbo Visma). Dal 2021 in poi il confronto tra Pogačar e Vingegaard ha reso il Tour de France una corsa molto spettacolare e competitiva, nella quale gli altri ciclisti hanno faticato a pareggiare il loro livello.
Ci sono però diversi dubbi sulle possibilità di Jonas Vingegaard di essere competitivo per la vittoria finale in questo Tour, perché lo scorso 4 aprile è caduto in una tappa del Giro dei Paesi Baschi, rompendosi la clavicola, diverse costole e perforandosi un polmone. Dopo essere rimasto per parecchi giorni in ospedale, ha ripreso ad allenarsi e ha deciso di partecipare al Tour: è difficile dire in che condizioni arriverà, visto che non ha più corso una gara ufficiale dopo il Giro dei Paesi Baschi, ma certamente non sarà nella miglior forma per affrontare una corsa lunga e dispendiosa come il Tour de France, nella quale i ciclisti pedaleranno per 3.492 chilometri in tre settimane, di cui molti in salita tra Alpi, Pirenei e Massiccio Centrale.
Nel Team Visma-Lease a Bike non ci sarà a causa del Covid-19 lo statunitense Sepp Kuss, un ottimo scalatore (un ciclista cioè forte in salita) che nelle passate corse a tappe è stato spesso fondamentale per la squadra e per Vingegaard. Considerata la sua assenza e le condizioni incerte di Vingegaard, sarà interessante seguire la corsa di un altro statunitense del team, cioè Matteo Jorgenson, che sta cominciando a farsi notare quest’anno: ha vinto la Parigi-Nizza, una corsa a tappe di una settimana, ed è arrivato secondo al recente Giro del Delfinato, un’altra corsa a tappe di una settimana che si tiene in Francia poco prima del Tour de France, del quale viene spesso considerata una sorta di prova generale.
Lo sloveno Primož Roglič ha vinto il Giro del Delfinato. Roglič è un corridore molto completo, ha vinto tre volte la Vuelta a España e il Giro d’Italia del 2023, ma non è ancora riuscito a vincere il Tour de France: ci andò vicino nel 2020, quando fu primo fino all’ultima tappa, una cronometro in salita in cui venne superato da Pogačar, che vinse il suo primo Tour. Negli ultimi due anni Roglič ha fatto sostanzialmente il gregario di Vingegaard, cioè l’ha aiutato a vincere, perché correva con la Visma anche lui. A 34 anni, dopo quasi dieci stagioni, ha deciso di cambiare e di passare alla tedesca Bora-Hansgrohe (che recentemente peraltro ha fatto un accordo con la Red Bull), per essere l’unico leader di squadra e provare forse per l’ultima volta a giocarsi la vittoria del Tour de France.
C’è un quarto ciclista che viene considerato competitivo per la classifica generale, seppur con minori possibilità di Pogačar, Vingegaard e anche di Roglič: il belga Remco Evenepoel, 24 anni. Evenepoel ha già ottenuto risultati importanti, come la vittoria nella Vuelta a España del 2022, di due edizioni della Liegi-Bastgone-Liegi e di due Mondiali (quello in linea nel 2022 e quello a cronometro nel 2023). Eppure per il momento non ha ancora avuto modo di dimostrare di essere all’altezza dei migliori nelle corse a tappe più importanti, perché si è dovuto ritirare per problemi fisici entrambe le volte in cui ha corso il Giro d’Italia, mentre questo sarà il suo primo Tour de France. Anche lui, peraltro, cadde assieme a Vingegaard il 4 aprile al Giro dei Paesi Baschi, con conseguenze meno gravi ma che hanno comunque condizionato la sua preparazione.
Oltre ai quattro favoriti per la vittoria finale al Tour de France 2024, ci sarà la Ineos Grenadiers, una squadra come sempre molto forte e completa che fino a pochi anni fa vinceva quasi tutte le corse a tappe. E ci saranno tanti altri corridori che probabilmente daranno spettacolo, a cominciare dal belga Wout van Aert e dall’olandese Mathieu van der Poel, due ciclisti non in grado di competere per la classifica generale di un grande giro, ma capaci di fare praticamente tutto il resto. Hanno vinto gare in volata, in salita, dopo lunghe fughe, e la loro rivalità è sconfinata spesso anche in una disciplina diversa come il ciclocross, che si corre interamente su sterrato (hanno vinto nove titoli mondiali nel ciclocross in due). Entrambi proveranno a vincere delle tappe in questo Tour.
Anche per quanto riguarda i velocisti, cioè i corridori che ambiscono a vincere le gare con arrivo in volata, al Tour parteciperanno alcuni dei migliori al mondo: Jasper Philipsen, Arnaud De Lie, Dylan Groenewegen e anche il 39enne Mark Cavendish, che aveva detto di volersi ritirare già due anni fa ma poi ci aveva ripensato ed era tornato a correre per provare a vincere un’altra tappa al Tour de France e diventare il ciclista che ne ha vinte più di tutti (finora sono 34, le stesse di Eddy Merckx). Cavendish e gli altri velocisti avranno circa sette, otto tappe su ventuno totali per provare a vincere una volata, a meno di corridori in fuga. Ci saranno poi due tappe a cronometro, una che percorrerà diversi tratti sterrati e tante salite difficili e leggendarie come il Col du Tourmalet e il Plateau de Beille.