In Kosovo quattro uomini sono stati condannati per fatti legati all’omicidio di un importante politico serbo kosovaro, avvenuto nel 2018

Uno striscione col volto di Ivanovic che chiede «verità per Oliver» in serbo a Belgrado, in Serbia, durante una manifestazione contro il presidente Aleksandar Vucic nel 2019 (AP Photo/Darko Vojinovic)
Uno striscione col volto di Ivanovic che chiede «verità per Oliver» in serbo a Belgrado, in Serbia, durante una manifestazione contro il presidente Aleksandar Vucic nel 2019 (AP Photo/Darko Vojinovic)

Un tribunale del Kosovo ha condannato in primo grado quattro uomini per il loro coinvolgimento nell’omicidio di Oliver Ivanovic, un importante politico di etnia serba ucciso nel 2018 a Mitrovica Nord, la principale città serba del Kosovo. Ivanovic era stato un sostenitore del nazionalismo serbo: nel 2016 fu condannato a 9 anni di carcere per crimini di guerra compiuti nel 1999, durante il conflitto in Kosovo, ma nel febbraio del 2017 un tribunale d’appello ribaltò la sentenza e ordinò un nuovo processo. Nel tempo Ivanovic si era spostato su posizioni più moderate a favore della convivenza fra i kosovari di etnia albanese e quelli di etnia serba, una minoranza che vive soprattutto nel nord del paese, al confine con la Serbia. Era un oppositore del principale partito serbo del nord del Kosovo, Lista Serba (Srpska Lista), sostenuta dal governo serbo.

Gli uomini condannati sono Marko Rosic, condannato a otto anni di carcere e a una multa di 10mila euro per partecipazione e organizzazione di un’associazione a delinquere; Nedeljko Spasojevic, condannato a quattro anni e mezzo di carcere per abuso di poteri ufficiali e a una multa di 4.500 euro per possesso illegale di armi; Dragisa Markovic e Zarko Jovanovic, condannati a quattro anni di carcere per abuso di funzioni ufficiali. Jovanovic ha ricevuto anche una multa di 1.500 euro per possesso illegale di armi. Altre due persone sono state dichiarate non colpevoli. Nessuno di loro era accusato di omicidio.

Il processo è stato caratterizzato dalla riluttanza dei testimoni a nominare i sospettati; da varie ritrattazioni, dovute probabilmente alla pura delle ritorsioni della criminalità organizzata; e dalla mancanza di collaborazione giudiziaria da parte della Serbia.

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