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  • Venerdì 28 giugno 2024

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che centinaia di persone sono state accusate impropriamente per l’assalto al Congresso

Per il reato di intralcio di procedura ufficiale, del quale finora sono state accusate più di 350 persone tra cui l'ex presidente Donald Trump: la decisione avrà conseguenze su molti processi

L'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021
L'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 (AP Photo/Julio Cortez, File)
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Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che le autorità federali non potevano accusare i manifestanti che hanno partecipato all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 per il reato di intralcio di procedura ufficiale. Circa 350 persone sono state accusate per questo reato, dato che tra le altre cose l’assalto fu un tentativo di impedire la certificazione del risultato elettorale delle elezioni presidenziali del 2020 e quindi l’insediamento di Joe Biden come presidente. Le persone accusate di intralcio sono comunque una parte relativamente piccola delle oltre 1.400 persone accusate per reati legati ai fatti del 6 gennaio.

Anche l’ex presidente statunitense Donald Trump è accusato di intralcio di procedura ufficiale, nell’ambito di un processo sull’assalto al Congresso iniziato nel 2023 e poi sospeso in attesa di una decisione sul riconoscimento dell’immunità a Trump, un altro tema sul quale la Corte Suprema dovrà esprimersi nei prossimi giorni. Non è chiaro come la decisione di oggi della Corte inciderà sull’esito del processo contro Trump.

– Leggi anche: L’attacco al Congresso a Washington

Il reato di intralcio di procedura ufficiale fu introdotto nel 2002 a seguito di uno scandalo finanziario, e si riferisce a situazioni in cui le persone accusate cercano di manomettere o distruggere documenti che potrebbero essere usati come prove durante un processo. Secondo i giudici della Corte Suprema, non tutte le persone che hanno partecipato all’assalto rientrano in questa situazione, e sono quindi state accusate impropriamente.

Al momento circa 170 persone accusate di intralcio sono già state condannate, ma ora le loro sentenze potrebbero essere riviste. Di queste, 52 persone sono state condannate esclusivamente per il reato di intralcio, e 27 si trovano in carcere. Sono una parte molto piccola del totale delle persone condannate per reati legati ai fatti del 6 gennaio, che sono in tutto più di 1.400: molte sono accusate di più reati, tra cui aggressione a pubblico ufficiale o invasione di proprietà privata. Per questo il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha detto che la decisione della Corte non avrà conseguenze rilevanti per «la grande maggior parte» delle persone accusate per l’assalto.

Il caso esaminato dalla Corte Suprema era stato presentato da Joseph Fischer, un ex poliziotto della Pennsylvania che partecipò all’assalto e fu accusato di diversi reati, tra cui intralcio di procedura ufficiale. I suoi avvocati sostennero che l’accusa era illegittima, e il caso è arrivato fino alla Corte Suprema. La Corte annunciò l’intenzione di esaminarlo lo scorso dicembre: da quel momento vari processi relativi a questa accusa sono stati posticipati o sospesi, e diverse persone già condannate hanno potuto beneficiare di sospensioni o riduzioni della pena.

Il 6 gennaio del 2021 centinaia di sostenitori di Donald Trump attaccarono la sede del Congresso a Washington DC, scontrandosi con la polizia, superando i blocchi e occupando l’edificio, arrivando armati fino alle aule dove si riuniscono la Camera e il Senato. All’interno del Congresso c’erano i parlamentari, riuniti per ratificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali del 2020. La seduta fu sospesa fino a che – tre ore dopo – i rivoltosi non furono allontanati. La manifestazione era stata convocata da Trump, che non ha mai accettato la sconfitta alle elezioni del 2020 e continua ancora oggi a sostenere, senza alcuna prova, che il risultato fosse stato truccato.