In Corea del Nord è stata eseguita la condanna a morte di un ragazzo colpevole di aver ascoltato musica e visto film sudcoreani

Una ragazza mostra due foto di Jin dei BTS durante un evento per fan della celebre band k-pop a Seul, Corea del Nord, 13 giugno 2024
Una ragazza mostra due foto di Jin dei BTS durante un evento dei fan della nota band k-pop a Seul, Corea del Sud, 13 giugno 2024 (REUTERS/ Kim Soo-hyeon)

In Corea del Nord è stata eseguita la condanna a morte di un ragazzo di 22 anni giudicato colpevole di aver visto film sudcoreani e ascoltato musica come il k-pop – genere musicale sudcoreano mescolato o ispirato alla musica pop statunitense – in violazione della legge che vieta di farlo. Lo ha evidenziato l’ultimo rapporto sui diritti umani in Corea del Nord, diffuso giovedì dal ministero per l’Unificazione della Corea del Sud: è la prima volta che il governo sudcoreano conferma che una persona è stata uccisa per motivi simili in Corea del Nord, ma non sarebbe il primo caso simile.

Il rapporto si basa sulle testimonianze di 649 persone scappate dalla Corea del Nord e la notizia della condanna a morte su quanto raccontato in forma anonima da una di queste. Il ragazzo era originario della provincia dello Hwanghae Meridionale, nel sud-ovest della Corea del Nord, ed è stato ucciso pubblicamente nel 2022 per aver ascoltato 70 canzoni sudcoreane e visto tre film, che poi avrebbe passato ad altre sette persone.

Questo viola una legge approvata nel 2020 che proibisce qualunque forma di diffusione di «ideologia e cultura reazionaria» originaria di «paesi ostili»: riguarda in particolare la cultura sudcoreana, che la Corea del Nord ritiene una grave minaccia per la propria società, si rivolge soprattutto alle persone giovani e in caso di violazioni prevede appunto la pena di morte. Tra le altre cose la legge vieta alle donne di indossare abiti da sposa bianchi, di bere vino dai calici o di indossare occhiali da sole, tutte abitudini diffuse sia in Occidente che in Corea del Sud. Nel 2022 inoltre il regime di Kim Jong Un ha introdotto ulteriori misure che vietano alle persone nordcoreane di indossare indumenti come i jeans e maglie con marchi stranieri, così come di portare capelli tinti o troppo lunghi.

Quello diffuso giovedì è il secondo rapporto che riguarda gli abusi e le violazioni dei diritti delle persone in Corea del Nord dopo quello del 2023, ed evidenzia altri casi di esecuzioni pubbliche per chi aveva violato la legge. In base a un rapporto pubblicato nel dicembre del 2021 dal Transitional Justice Working Group, un’organizzazione per i diritti umani di Seul, le persone uccise pubblicamente per aver guardato o diffuso media sudcoreani, tra cui video k-pop, erano almeno sette. Il rapporto diceva che da quando Kim Jong Un governava il paese c’erano state almeno 23 uccisioni pubbliche: due per impiccagione e le altre con armi da fuoco.

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