Un migrante è stato fermato con l’accusa di aver violentato e ucciso una 16enne prima di un naufragio al largo della Calabria
A Locri, in Calabria, è stato fermato un uomo sopravvissuto al naufragio della settimana scorsa al largo della costa ionica, in cui si stima che siano morti più di 50 migranti partiti giorni prima dalla Turchia. L’uomo è indagato dalla procura di Locri con l’accusa di aver ucciso, dopo averla violentata, una ragazza di 16 anni che si trovava sulla nave. È iracheno ed è stato prelevato dall’ospedale in cui era ricoverato e portato al carcere di Catanzaro, dove ora si trova in custodia cautelare. Le accuse contro di lui si basano sul racconto della madre della ragazza uccisa, anche lei sopravvissuta al naufragio. La donna lo avrebbe riconosciuto e denunciato alle autorità locali.
La storia è stata raccontata da Repubblica e dall’agenzia di stampa AGI, oltre che da alcuni giornali locali, che hanno parlato dell’arresto dell’uomo ma senza citare le accuse di stupro: secondo queste ricostruzioni è accusato di omicidio per aver ucciso la ragazza soffocandola. Il fermo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Locri.
Al momento non ci sono molti altri dettagli: l’uomo è noto solo con le sue iniziali, H.A., e si sa che ha 27 anni. È uno degli 11 sopravvissuti al naufragio, avvenuto tra domenica 16 giugno e lunedì 17 giugno nel mar Ionio, a circa 185 chilometri dalle coste della Calabria. Lui e le altre persone a bordo erano state soccorse da un mercantile e poi trasferite su un’imbarcazione della Guardia costiera, che le aveva portate a Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria. Si stima che a bordo di quell’imbarcazione ci fossero una sessantina di persone, e al momento sono stati recuperati 36 corpi.