La Corte Suprema statunitense ha autorizzato gli aborti d’emergenza in Idaho, almeno per il momento
Giovedì la Corte Suprema statunitense ha autorizzato temporaneamente l’esecuzione di aborti d’emergenza in Idaho, uno degli stati che dopo la revoca del diritto all’aborto a livello federale, deciso dalla stessa Corte Suprema nell’estate del 2022, avevano introdotto alcune delle leggi più restrittive al riguardo. La decisione era attesa perché mercoledì il sito della Corte aveva pubblicato per errore, in anticipo, la bozza della decisione, che era poi stata diffusa da Bloomberg.
Con questa decisione la Corte ripristina un’ordinanza di un tribunale dell’Idaho che aveva temporaneamente bloccato il divieto quasi totale di aborto in vigore nello stato, introdotto dall’amministrazione locale. L’ordinanza stabiliva che gli ospedali dell’Idaho avrebbero potuto eseguire aborti d’emergenza se necessario per proteggere la salute della donna. Alcuni leader politici Repubblicani avevano fatto ricorso, e il caso era stato infine sottoposto alla Corte Suprema, che però ha deciso semplicemente di non accettare il caso. Nella pratica, questo vuol dire che la questione dovrà essere risolta dai giudici statali dell’Idaho, ed eventualmente sottoposta nuovamente alla Corte Suprema più avanti.
Era la prima volta che la Corte Suprema si esprimeva su un caso relativo alle restrizioni all’accesso all’aborto imposte a livello statale dopo il ribaltamento della storica sentenza Roe v. Wade, che lo garantiva a livello federale. Il 13 giugno scorso si era invece espressa su un caso diverso, ma sempre relativo all’aborto: aveva confermato la validità delle modalità di accesso al mifepristone, uno dei due farmaci utilizzati per l’aborto farmacologico, una tipologia di interruzione di gravidanza poco invasiva che le persone negli Stati Uniti possono compiere senza l’aiuto di un medico fino alla decima settimana di gravidanza.