Una copertina bruttissima e riuscitissima

È quella di “Brat”, l'ultimo disco della cantante britannica Charli XCX, che continua a riempire internet per via della sua estetica volutamente sciatta

La cover di Brat, di Charli XCX
La cover di Brat, di Charli XCX
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A inizio giugno la cantante pop britannica Charli XCX, pseudonimo di Charlotte Emma Aitchison, ha pubblicato Brat, il suo sesto disco in studio, piuttosto atteso perché lei è da una decina d’anni una delle principali interpreti dell’hyperpop, un pop elettronico eclettico e sperimentale molto in voga. Le recensioni a Brat sono state generalmente positive, e assieme a quelle per Charli XCX sono arrivate molte celebrazioni di A.G. Cook, produttore inglese che negli ultimi anni si è distinto per il suo approccio poco convenzionale alla musica pop e che ha supervisionato la produzione della maggior parte dei dischi di Aitchison.

Ma ad aiutare il successo di Brat è stata in maniera determinante l’insolita copertina, che nelle ultime settimane è stata condivisa moltissimo sui social, reinterpretata in meme e fotomontaggi, stampata su bandiere, in un processo di appropriazione collettiva che non sembra ancora essere finito. La sua popolarità e l’enorme curiosità che ha generato sono dovuti soprattutto al suo stile minimale e volutamente sciatto. In sostanza, si tratta di uno sfondo verde acido su cui il titolo del disco è scritto in minuscolo e con un font abusatissimo (l’Arial Narrow), talmente sgranato da sembrare un errore di stampa.

In un’intervista data all’edizione singaporiana di Vogue, Charli XCX ha ammesso che la copertina è stata realizzata in questo modo per spiazzare il pubblico e smentire il luogo comune secondo cui le pop star debbano necessariamente apparire sulla copertina dei loro album. Per questo motivo ha optato per un colore che considerava di «una tonalità di verde offensiva e disturbante, che potesse innescare l’idea che qualcosa non andasse» in chi la guardava.

La copertina è stata ideata dal costumista e designer statunitense Brent David Freaney, che già in passato aveva lavorato ad artwork – come viene chiamato l’aspetto esteriore di un disco – che avevano generato molte discussioni sui social, come quello di Endless Summer Vacation, l’ultimo album della cantante pop statunitense Miley Cyrus.

L’enfasi sulla bassa qualità della copertina ha avuto un ruolo essenziale nella campagna di lancio di Brat, e Aitchison ha giocato sulla sua estetica intenzionalmente brutta. Per esempio, dopo l’annuncio dell’album, Aitchison ha pubblicato sui suoi canali social brat generator, un’applicazione che consentiva di scrivere qualsiasi parola e farla apparire sulla copertina dell’album con lo stesso font sgranato. Il brat generator ha contribuito all’aumento di popolarità della copertina, ed è stato utilizzato da migliaia di utenti sui social. La stessa Aitchison lo ha usato per scrivere aoty (acronimo di “album of the year”, disco dell’anno). Alcuni utenti hanno notato che il brat generator darà un tocco estetico particolare anche ai concerti di Aitchison, perché molto probabilmente i fan lo useranno per creare messaggi fantasiosi da fare inquadrare durante i concerti.

Aitchison ha 31 anni, e da almeno una decina è considerata una delle principali esponenti dell’hyperpop, un pop energico e veloce contaminato da vari sottogeneri dell’elettronica, dalla dance all’acid house. Cominciò la sua carriera a 14 anni, pubblicando le sue canzoni su MySpace: inizialmente si fece conoscere esibendosi in diversi rave party nei pressi di Londra, e nel 2011 ottenne una certa notorietà in patria grazie al singolo “Stay Away”. Prima di Brat, aveva pubblicato altri cinque album: True Romance (2013), Sucker (2014), Charli (2019), How I’m Feeling Now (2020) e Crash (2022).