Mark Rutte sarà il prossimo segretario generale della NATO
Il primo ministro uscente dei Paesi Bassi entrerà in carica a ottobre: è stato nominato dopo aver dovuto fare alcune concessioni, soprattutto all'Ungheria
Mark Rutte sarà il prossimo segretario della NATO, l’alleanza militare che include buona parte dei paesi occidentali. La nomina del primo ministro uscente dei Paesi Bassi era considerata imminente da giorni, dopo che il 20 giugno aveva ricevuto il sostegno della Romania, l’ultimo stato a non aver ancora appoggiato la sua candidatura (il segretario deve essere indicato all’unanimità dai 32 paesi della NATO).
L’annuncio ufficiale è stato comunicato mercoledì mattina dall’attuale segretario Jens Stoltenberg, che lascerà l’incarico a Rutte a ottobre, alla scadenza del suo mandato. Stoltenberg era stato nominato segretario della NATO nel 2014, e l’incarico gli era già stato prorogato quattro volte, l’ultima un anno fa.
Mark Rutte ha 57 anni, è leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), di orientamento conservatore, ed è primo ministro dei Paesi Bassi dal 2010, da quattro mandati consecutivi. Resterà primo ministro fino all’insediamento del nuovo governo che si è formato dopo le elezioni dello scorso novembre: a metà maggio dopo molte discussioni interne si è formata una coalizione tra populisti e centrodestra guidata dal Partito per la libertà (PVV) di Geert Wilders che ha da poco trovato un’intesa sul nome del prossimo primo ministro, Dick Schoof, che entrerà ufficialmente in carica tra pochi giorni, il 2 luglio.
Per la nomina di Rutte alla guida della NATO è stato fondamentale il sostegno dei governi di Ungheria e Slovacchia, un passaggio non scontato perché entrambi i paesi sono governati da partiti sovranisti con posizioni filorusse e critiche nei confronti della NATO. Per convincere questi due governi a sostenerlo, Rutte aveva fatto alcune concessioni, soprattutto all’Ungheria.
Viktor Orbán, il primo ministro ungherese con posizioni vicine a quelle della Russia, si è fatto garantire che, durante l’eventuale mandato di Rutte, i soldati ungheresi non parteciperanno ad attività della NATO in Ucraina e che a queste non saranno destinati fondi ungheresi. Sono impegni che il primo ministro ungherese, la cui propaganda sta puntando molto su un “pacifismo” di facciata, potrà rivendicare con l’opinione pubblica del proprio paese. Nel caso della Slovacchia, invece, il presidente Peter Pellegrini ha detto che il sostegno a Rutte è legato alla richiesta che quest’ultimo, quando sarà a capo della NATO, garantisca la protezione dello spazio aereo slovacco.