All’esercitazione antisismica nei Campi Flegrei hanno partecipato in pochissimi
Si è svolta mercoledì mattina e prevedeva che i cittadini simulassero un'evacuazione: la partecipazione era volontaria e le adesioni sono state poche in tutti i comuni coinvolti
Questa mattina si è svolta un’importante esercitazione antisismica nella zona dei Campi Flegrei, la vasta area vulcanica vicino a Napoli che spesso è interessata da terremoti. I residenti dei comuni di Bacoli, Pozzuoli e di alcuni quartieri di Napoli dovevano simulare l’evacuazione che seguirebbe un eventuale terremoto.
Per partecipare era necessario fare domanda al proprio comune, ma le adesioni sono state pochissime e anche le partecipazioni effettive sono state al di sotto delle aspettative. A Napoli per esempio il comune ha confermato che hanno aderito circa 30 persone, e hanno poi effettivamente partecipato in 16. La città ha più di 910mila abitanti, anche se l’esercitazione coinvolgeva solo i quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta e Posillipo. Durante la mattinata alcuni quotidiani, tra cui Il Mattino, avevano scritto che al punto di ritrovo di Pozzuoli si erano presentati appena nove cittadini, cinque dei quali non erano nemmeno registrati. Successivamente il Comune ha fatto sapere che i partecipanti erano saliti a 30, tra cui alcuni non registrati. Non è chiaro quante persone abbiano partecipato all’esercitazione nel comune di Bacoli.
Il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni ha detto all’Adnkronos che la scarsa partecipazione potrebbe essere dovuta al fatto che circa un mese fa, il 20 maggio, ai Campi Flegrei erano state registrate delle vere scosse di terremoto, la più forte di magnitudo 4.4. Molti cittadini erano usciti dalle proprie abitazioni temendo eventuali crolli o danni agli edifici, ma non c’erano stati feriti o danni gravi. «La vera esercitazione c’è stata un mese fa, siamo quindi ancora in fase emergenziale ed è questo l’elemento che porta i cittadini a non partecipare alle esercitazioni», ha detto Manzoni.
Sempre mercoledì, durante un evento alla Camera, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha definito «desolante» e «disarmante» la scarsa partecipazione all’esercitazione. «Questo la dice lunga su quanta propensione noi italiani abbiamo verso la prevenzione».
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L’esercitazione è divisa in due fasi: la prima si è svolta ieri, il 25 giugno, e ha coinvolto le istituzioni e le autorità di soccorso che dovrebbero intervenire in caso di emergenza. È stato diffuso un messaggio che informava di un finto sciame sismico (ossia una sequenza di scosse di terremoto di lieve o media intensità), che ha messo in moto le procedure.
La prima parte dell’esercitazione si è svolta prendendo per vero il cosiddetto “scenario bradisismico 3”, il quale ipotizza cinque scosse con magnitudo massima di 4.4 chiaramente percepibili dalla popolazione e danni diffusi sul territorio. Sono quindi stati attivati tutti gli enti che verrebbero coinvolti in caso di reale emergenza, tra cui i centri operativi comunali, il Centro coordinamento soccorsi della prefettura di Napoli e le amministrazioni locali. L’obiettivo era assicurarsi che tutte le comunicazioni, le infrastrutture e le procedure previste in caso di emergenza funzionassero senza intoppi, e che tutti i soggetti coinvolti sapessero cosa fare.
Oggi invece è stata coinvolta anche la popolazione. All’orario stabilito i cittadini interessati a partecipare sono andati nei punti di ritrovo che erano stati loro assegnati in base al posto in cui vivono: due a Pozzuoli, due a Bacoli e uno a Napoli. Da lì alcuni sono stati portati in navetta verso altri centri di ritrovo ritenuti sicuri, detti “hub”, dove in caso di reale emergenza avverrebbero le operazioni di censimento e assistenza. Sono state predisposte anche postazioni dei vigili del fuoco e di altre autorità coinvolte.
Quella del 25 e del 26 giugno è stata la seconda esercitazione antisismica organizzata quest’anno nei Campi Flegrei, ma la prima a chiamare in causa tutti i cittadini. La precedente esercitazione, che si svolse il 22 aprile, riguardò principalmente le autorità di soccorso e furono evacuate solo alcune scuole. Una terza esercitazione è in programma a ottobre. In realtà le esercitazioni del 25 e del 26 giugno avrebbero dovuto svolgersi a fine maggio, ma sono state posticipate proprio a causa delle scosse del 20 maggio.
I vulcani attivi nella zona dei Campi Flegrei hanno una struttura detta “caldera”, cioè un’area ribassata a forma più o meno circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive. L’attività sismica è dovuta al bradisismo, cioè alla lenta deformazione del suolo della caldera, un processo di sollevamento che riguarda in particolare l’area di Pozzuoli. Nell’ultimo anno ai Campi Flegrei ci sono state migliaia di scosse, ma tutte di lieve entità. La particolare conformazione geologica dell’area e l’intenso sviluppo urbanistico avvenuto nell’ultimo secolo contribuiscono però ad alimentare la preoccupazione degli abitanti, molti dei quali non si sentono al sicuro nelle loro case. Tuttavia negli ultimi mesi l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha più volte segnalato l’importanza di non fare allarmismo e attenersi ai dati, che «non mostrano evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanica, tantomeno di grandi proporzioni».
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