La sorpresa degli Europei fin qui
L'Austria di Ralf Rangnick ha vinto uno dei gironi più difficili superando la Francia e l'Olanda, e ora punta alla semifinale
Agli Europei maschili di calcio sta per finire la fase a gironi, mercoledì sera si giocano le ultime partite, e si può già dire che la squadra più sorprendente fino a questo momento è stata l’Austria, che ha vinto il difficile gruppo D davanti a Francia, Olanda e Polonia. Dopo aver perso all’esordio per 1-0 contro la Francia a causa di un autogol, l’Austria ha vinto 3-1 contro la Polonia e 3-2 contro l’Olanda, finendo con 6 punti, uno in più della Francia e due in più dell’Olanda.
Agli ottavi di finale giocherà contro la seconda classificata del gruppo F (quindi una tra Turchia, Repubblica Ceca e Portogallo) e, se dovesse passare il turno, ai quarti di finale giocherà contro la vincente della partita tra la prima classificata del gruppo E (quello con Belgio, Romania, Slovacchia e Ucraina) e una terza classificata ancora da definire. Avrà insomma un tabellone non eccessivamente impegnativo fino alle eventuali semifinali e, considerando soprattutto come ha giocato nelle prime tre partite, c’è chi pensa che possa andare molto avanti in questi Europei. Il sito The Athletic ha scritto che l’Austria da outsider sta diventando una delle favorite, mentre secondo il Guardian a questo punto «ci vuole coraggio per non credere in una lunga corsa nella fase finale di Rangnick e delle sue dinamo».
Ralf Rangnick è l’allenatore dell’Austria e “dinamo” è come il Guardian ha definito i suoi calciatori, per l’intensità davvero eccezionale con cui giocano: «Sono veloci, sono divertenti e sono belli da vedere», dice The Athletic. Rangnick ha 65 anni, è tedesco e allena l’Austria dal 2022; è considerato un allenatore che ha influito tantissimo su uno stile di gioco che negli ultimi dieci o quindici anni si è sviluppato in Germania e poi in tutta Europa, quello basato sul gegenpressing, cioè il tentativo di recuperare il pallone subito dopo averlo perso e, una volta recuperato, di arrivare il più velocemente possibile a tirare in porta. È un modo di giocare molto faticoso a livello atletico ma che, se fatto con organizzazione, è spesso efficace e anche entusiasmante per chi guarda le partite.
Ai principi di Rangnick si ispirano alcuni degli allenatori oggi ritenuti tra i più brillanti e moderni d’Europa come Jürgen Klopp e Julian Nagelsmann, e al suo lavoro da allenatore ma anche da dirigente (in diversi momenti ha fatto il direttore sportivo) si deve la creazione del programma calcistico della Red Bull, che unisce varie squadre in diversi continenti e che ha portato allo sviluppo di tantissimi calciatori forti come Sadio Mané, Erling Haaland, Naby Keïta, Marcel Sabitzer, Dominik Szoboszlai e, ultimamente, Josko Gvardiol, Noah Okafor e Benjamin Sesko.
L’Austria giocò dei buoni Europei già nel 2021, quando arrivò agli ottavi di finale e uscì ai supplementari contro l’Italia perdendo 2-1, dopo che sullo 0-0 venne annullato un gol al suo attaccante Marko Arnautovic per un fuorigioco di pochi centimetri. Nel 2022 però mancò la qualificazione ai Mondiali e quindi la federazione decise di esonerare Franco Foda, che allenava l’Austria dal 2017, e di nominare al suo posto Ralf Rangnick. Con Rangnick l’Austria è migliorata ancora, è arrivata seconda nel girone di qualificazione agli Europei con solo un punto in meno del Belgio, con 6 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta, e ora si è qualificata come prima in un gruppo molto complicato.
Lo ha fatto giocando in maniera coraggiosa e su ritmi difficilmente pareggiabili dalle avversarie. Contro l’Olanda è stata rimontata due volte, ma alla fine ha vinto 3-2 grazie al gol di Marcel Sabitzer, uno dei calciatori più rappresentativi dell’Austria. Sabitzer ha trent’anni, ha giocato tanti anni nel Salisburgo e nel Lipsia (due squadre della Red Bull) e poi anche nel Bayern Monaco e nel Manchester United. Oggi gioca nel Borussia Dortmund ed esemplifica bene le caratteristiche che Rangnick ricerca in un calciatore: è potente, veloce, può giocare in diversi ruoli (fa il centrocampista, ma anche il trequartista o l’attaccante) e se la cava bene sia quando la sua squadra ha la palla, sia quando deve difendere o pressare gli avversari.
Oltre a lui, l’Austria ha diversi calciatori di buon livello, molti dei quali giocano in Germania, come il centrocampista del Bayern Monaco Konrad Laimer e quello del Lipsia Christoph Baumgartner. Due di loro invece, il terzino Stefan Posch e l’attaccante Marko Arnautovic, giocano in Serie A, nel Bologna e nell’Inter. Non sono però tanto i singoli a rendere l’Austria una squadra con ambizioni di vittoria, ma più che altro il fatto di avere dei principi di gioco su cui basarsi in ogni momento, a prescindere da chi c’è in campo. Contro l’Olanda non hanno giocato titolari né Laimer né Baumgartner, eppure l’Austria ha approcciato la partita allo stesso modo, pressando gli avversari, facendo passaggi veloci e verticali, attaccando ogni volta che ha recuperato la palla. Anche contro la Francia, nonostante la sconfitta, aveva giocato in maniera convincente.
L’Austria non è mai arrivata oltre gli ottavi di finale degli Europei, mentre ai Mondiali non raggiunge la fase a eliminazione diretta dal 1954, quando arrivò in semifinale (come nel 1934). Oggi però qualcosa sembra davvero cambiato, anche nelle aspettative dei giocatori e dell’allenatore. «È un po’ presto per parlare di favola estiva, ma abbiamo le qualità per battere qualsiasi avversario», ha detto Sabitzer dopo la partita contro l’Olanda, mentre Rangnick non ha escluso del tutto l’idea di una possibile vittoria degli Europei: «Se qualcuno me lo chiedesse, gli direi solo che è poco probabile: i ragazzi vogliono arrivare il più lontano possibile».