(Monica Schipper/Getty Images)

Una canzone di Adam Levine

Le cose come si sono sempre fatte

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
C’è stato il festival dell’isola di Wight (sai cos’è?) e tra gli altri c’erano i Suede che hanno fatto una canzone nuova, punkeggiante.
Il Post ha raccontato Sweet home Alabama, che ha compiuto mezzo secolo.
Su Repubblica di oggi Francesco Merlo ha preso una posizione impopolare che devo ammettere di condividere un po’: «Coinvolge infatti tutti gli italiani, anche i migliori di noi, il grottesco esercizio da dottor Balanzone di studiare Lucio Dalla più di Manzoni e Franco Battiato più di Sciascia. Stimolati dal Nobel a Bob Dylan, noi italiani siamo diventati specialisti in sociologia della canzonetta e i nostri cantanti sono filosofi hegeliani, tutti maître à penser». Non sono sospettabile di sottovalutare l’importanza delle canzoni nelle nostre vite e nelle nostre felicità, ma non confonderei troppo la cultura coi sentimenti: anche un po’ meno.
Sabato a Novaradurante Talk del Post, io e Matteo Bordone ci siamo presentati a fare una cosa che ogni tanto ci divertiamo a fare, ovvero mettere la musica. Distratti da molti impegni – io da fare l’ospite, lui da fare il sapone – non ci eravamo preparati tantissimo, ma siamo gente da improvvisazione (o da trascuratezza, a seconda di come la volete mettere) e mi pare che ci siamo divertiti tutti, resistendo anche alla pioggia. Ma volevo citare qui che mai avrei detto di ottenere i maggiori consensi – e animare la platea – con Better off alone: vi sono molto grato. Ci stiamo avvicinando al momento del deejay set.

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