C’è un accordo per la liberazione di Julian Assange
Si dichiarerà colpevole di aver violato la legge statunitense sullo spionaggio, e lunedì ha lasciato il carcere del Regno Unito in cui era detenuto dal 2019
Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, e il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti hanno fatto un accordo che ha consentito ad Assange di essere rilasciato dal carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, dove era detenuto dall’aprile del 2019 in attesa di essere estradato. Assange è accusato negli Stati Uniti di aver violato l’Espionage Act, una legge contro lo spionaggio, e complessivamente rischiava fino a 175 anni di carcere.
L’accordo prevede che Assange si dichiari colpevole di aver ottenuto e diffuso in modo illegale alcuni documenti considerati sensibili per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. In cambio, il dipartimento di Giustizia ha accettato che Assange sia giudicato da un tribunale federale statunitense a Saipan, nelle isole Marianne Settentrionali, un arcipelago nell’oceano Pacifico posto sotto la giurisdizione statunitense ma non propriamente territorio americano. A Saipan, Assange dovrebbe essere condannato a cinque anni di carcere, che però ha già scontato nel Regno Unito: a quel punto, dovrebbe essere liberato definitivamente.
Nella notte del 24 giugno, mentre Wikileaks annunciava l’accordo con un post sul suo profilo X, Assange ha lasciato il Regno Unito su un jet privato: martedì mattina l’aereo si è fermato a Bangkok per fare rifornimento e nel pomeriggio ripartirà per Saipan, dove Assange dovrebbe essere giudicato immediatamente. La sentenza dovrebbe essere comunicata dal tribunale di Saipan mercoledì mattina (martedì sera in Italia), e Assange, definitivamente libero, dovrebbe poi tornare in Australia, il suo paese di origine.
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L’accordo fatto con il dipartimento di Giustizia statunitense permetterebbe ad Assange di mettere fine alle sue vicende giudiziarie, che vanno avanti da oltre dieci anni. È accusato negli Stati Uniti di vari capi d’accusa in violazione dell’Espionage Act, una legge contro lo spionaggio, ma l’accordo comunicato lunedì prevede che si dichiari colpevole per un solo capo d’accusa.
Assange fondò WikiLeaks nel 2006 come sito internet, ong e giornale online che aveva lo scopo principale di pubblicare documenti segreti e riservati condivisi da fonti anonime.
La piattaforma divenne nota a partire dal 2010, quando pubblicò Collateral Murder, un video segreto dell’esercito americano mai visto prima di allora che mostrava un attacco con elicottero compiuto dagli Stati Uniti contro due giornalisti scambiati per jihadisti nel 2007 a Baghdad, durante la guerra in Iraq. WikiLeaks mantenne anonima la fonte del video, ma l’esercito americano la individuò in Chelsea Manning, che allora faceva parte dell’esercito americano, era in servizio in Iraq e lavorava come analista d’intelligence.
Si scoprì che Manning aveva consegnato a WikiLeaks centinaia di migliaia di documenti, video e altro materiale segreto, spinta dall’idea che le guerre americane in Medio Oriente fossero ingiuste e che l’assoluta trasparenza promossa da Assange avrebbe migliorato il mondo. Manning fu arrestata, ma i suoi documenti continuarono a essere pubblicati da WikiLeaks, in alcuni casi in collaborazione con grandi giornali internazionali. In questo modo Assange divenne sempre più famoso e sempre più odiato dalla classe dirigente di molti paesi occidentali.
Wikileaks fece poi partire il cosiddetto “Cablegate”, un’altra pubblicazione di massa di documenti segreti provenienti ancora dal database di Manning. Questa volta i segreti non erano militari ma diplomatici: Wikileaks pubblicò centinaia di migliaia di “cablo” statunitensi, cioè le comunicazioni diplomatiche che ambasciate e consolati americani nel mondo scambiano tra loro e con il dipartimento di Stato, cioè il ministero degli Esteri.
Nel 2016, nel pieno della campagna elettorale negli Stati Uniti tra Hillary Clinton e Donald Trump, Wikileaks cominciò a pubblicare email e comunicazioni private dello staff del Partito Democratico, che ottenne grazie alla collaborazione con hacker di stato russi. Quelle mail non contenevano particolari scandali, ma danneggiarono comunque l’immagine di Hillary Clinton in un momento importante della campagna elettorale.
Nel frattempo Assange era incorso in altri problemi legali: nel 2010, mentre si trovava nel Regno Unito, fu accusato di stupro e molestie da due donne svedesi. La Svezia chiese l’estradizione e Assange venne temporaneamente messo in libertà vigilata, ma la violò per rifugiarsi nell’ambasciata a Londra dell’Ecuador. L’indagine per stupro fu archiviata definitivamente nel 2019. Assange fu espulso dall’ambasciata dell’Ecuador nello stesso anno, e fu arrestato dalla polizia britannica.