L’Italia non ha ancora le idee chiare
La Nazionale si è qualificata agli ottavi degli Europei di calcio, ma contro la Spagna e la Croazia si è visto poco di quello che Spalletti aveva annunciato
L’Italia ha raggiunto la qualificazione agli ottavi di finale degli Europei maschili di calcio grazie al pareggio per 1-1 contro la Croazia di lunedì sera, ottenuto all’ultimo minuto con un gol dell’esterno d’attacco della Lazio Mattia Zaccagni (al suo primo gol in Nazionale). Nelle tre partite del girone ha totalizzato quattro punti, con una vittoria, una sconfitta e un pareggio: dopo un buon esordio contro l’Albania, la Nazionale ha giocato una brutta partita contro la Spagna, dimostrandosi non ancora all’altezza di una delle migliori squadre di questi Europei, e anche contro la Croazia ha mostrato grossi difetti.
La mancanza di certezze tattiche e l’assenza di calciatori di altissimo livello e personalità (l’unico “campione” di questa squadra probabilmente è il portiere, Gianluigi Donnarumma) fa sì che l’Italia vada in confusione appena deve affrontare una difficoltà. Luciano Spalletti è un allenatore che vuole far giocare le sue squadre con un calcio moderno e coraggioso, basato sul possesso del pallone, sul pressing alto e sugli scambi di posizione tra i calciatori, ma per consolidare un’idea di calcio ambiziosa ci vuole tempo, e finora in Nazionale ha allenato solamente tredici partite nell’arco di dieci mesi.
Dopo che l’Italia aveva perso contro la Spagna in maniera abbastanza netta, dominata proprio con i mezzi con cui Spalletti sperava di far giocare l’Italia, contro la Croazia ha deciso di cambiare alcune cose, lasciando inizialmente in panchina Federico Chiesa, Gianluca Scamacca e Davide Frattesi e impostando una formazione più difensiva e con minor capacità creativa in attacco. L’Italia non sta riuscendo a mettere in pratica i principi che Spalletti aveva cercato di trasmetterle, quelli che lui stesso aveva definito i “comandamenti” da seguire (pressione continua, controllo del gioco, riaggressione feroce), e quindi ha perso convinzione, anche contro una Croazia molto lenta e poco brillante.
Modificare il modo di giocare in base all’avversario è una cosa comune nel calcio, però l’Italia è in una fase in cui sta ancora cercando di costruirsi un’identità, e questi continui cambiamenti probabilmente non la stanno aiutando. Nell’analisi della partita pubblicata oggi dalla Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha scritto che «dall’idea guardiolesca di un calcio bello e dominante (3-2-5) siamo rinculati in tre partite all’ermetismo di Conte: palude tattica in mezzo, terzini in fascia, attaccanti da lavoro (3-5-2). Violini rimessi nel fodero: Chiesa, Frattesi, Scamacca. La squadra ha pagato la confusione». Lo stesso Spalletti ha confermato questa interpretazione, perché in un’intervista dopo la partita ha detto che «nelle nostre partite ci sono cose illogiche, tante situazioni da mettere ancora a posto».
Nell’Italia ci sono comunque anche cose che funzionano, e la squadra è stata brava a rimanere in partita fino all’ultimo minuto, dimostrando di avere carattere e calciatori di buona qualità anche in panchina, come Mattia Zaccagni. Il suo gol è nato da un’azione ben fatta del giovane difensore del Bologna Riccardo Calafiori, che è un po’ il simbolo di come Spalletti probabilmente vede la sua Italia ideale: coraggiosa e propositiva. Ottenere la qualificazione all’ultimo minuto potrebbe dare all’Italia un po’ di quella fiducia che finora è sembrata mancare contro le squadre più forti.
Agli ottavi di finale, sabato 29 giugno alle 18 a Berlino, l’Italia giocherà contro la Svizzera, una squadra molto organizzata, che fino al novantaduesimo minuto era in vantaggio contro la Germania (vincendo sarebbe arrivata prima nel gruppo A). Mancherà Calafiori perché è squalificato, ma oltre al suo sostituto Spalletti dovrà decidere come mettere in campo i suoi calciatori, riproponendo il 3-5-2 visto contro la Croazia o tornando a far giocare Scamacca e Chiesa o magari anche lo stesso Zaccagni.