La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per due ufficiali russi molto vicini a Vladimir Putin
La Corte penale internazionale (ICC), il principale tribunale internazionale per i crimini di guerra e contro l’umanità, ha emesso un mandato d’arresto per due importanti ufficiali russi: l’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore dell’esercito Valery Gerasimov. Sono accusati di aver «condotto attacchi militari verso obiettivi civili» in Ucraina e aver «causato danni collaterali eccessivi a civili o a edifici civili», ha scritto l’ICC in un comunicato stampa. I crimini contestati sono stati commessi tra l’ottobre del 2022 e il 9 marzo del 2023, e riguardano nello specifico la campagna di bombardamenti che l’esercito russo ha portato avanti contro l’infrastruttura elettrica ucraina.
Shoigu e Gerasimov sono considerati due uomini molto vicini al presidente russo Vladimir Putin. Gerasimov, in particolare, è comandante delle forze russe in Ucraina da gennaio del 2023: al tempo la sua nomina fu interpretata come una decisione dovuta principalmente alla necessità di Putin di mettere una persona fidata a capo delle operazioni militari in un momento di difficoltà.
Shoigu invece è stato rimosso dall’incarico di ministro della Difesa un mese fa, nonostante fosse uno dei collaboratori più fedeli di Putin. Al suo posto è stato nominato Andrei Belusov.
– Leggi anche: Chi è Valery Gerasimov, l’ennesimo comandante delle forze russe in Ucraina
Non è la prima volta che la Corte emette dei mandati d’arresto per presunti crimini commessi nell’ambito della guerra in Ucraina: a marzo del 2023 Putin stesso era stato accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, nell’ambito della deportazione di bambini ucraini in Russia. Lo scorzo marzo l’ICC aveva emesso un mandato d’arresto anche per altri due generali russi, Sergei Kobylash e Viktor Sokolov.
Non vuol dire che queste persone verranno immediatamente arrestate, anzi: la Corte penale internazionale non ha una propria “polizia”, e per mettere in pratica le proprie sentenze deve affidarsi a quelle dei singoli stati. La Russia però non ha mai ratificato lo Statuto di Roma, il trattato che istituì la Corte penale internazionale, e quindi non ne accetta la giurisdizione. Shoigu, Gerasimov e gli altri potrebbero essere arrestati solo se andassero in uno dei paesi che hanno aderito allo statuto istitutivo dell’ICC, ma è un’ipotesi piuttosto remota.