È stato scagionato l’ex ministro dell’Interno catalano Miquel Buch: è il primo politico a beneficiare dell’amnistia decisa dal governo spagnolo
Il Tribunale Superiore della Catalogna, il massimo organo di giustizia della comunità autonoma spagnola, ha applicato per la prima volta la dibattuta legge sull’amnistia per gli indipendentisti catalani. A beneficiare per primo dell’amnistia è stato Miquel Buch, di Junts per Catalunya (Insieme per la Catalogna), il partito indipendentista di centrodestra che fu tra i principali organizzatori del referendum illegale per l’indipendenza, nel 2017.
Buch era stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere e a 20 anni di interdizione dai pubblici uffici per aver usato impropriamente fondi pubblici e per aver commesso atti contrari al proprio dovere d’ufficio. Martedì Buch è stato scagionato dal Tribunale Superiore della Catalogna per effetto dell’amnistia.
La legge era stata approvata a fine maggio dal governo spagnolo su richiesta dei partiti indipendentisti catalani, che l’avevano posta come condizione per appoggiare un nuovo governo guidato dal primo ministro socialista Pedro Sánchez. La norma riguarda le persone che negli scorsi anni erano state incriminate o avevano subìto procedimenti giudiziari per le loro azioni a favore dell’indipendenza catalana.
Insieme a Buch è stato scagionato anche l’agente Lluís Escolà, un ex membro dei Mossos d’Esquadra, il corpo di polizia regionale catalano, che in precedenza era stato condannato a quattro anni di carcere. Durante l’estate del 2018 il ministero dell’Interno del governo regionale catalano, all’epoca guidato da Buch, nominò Escolà come consulente per la sicurezza. Secondo i giudici quell’incarico serviva a coprire il vero compito di Escolà, che era invece fare da scorta non ufficiale all’ex presidente catalano Carles Puigdemont durante la sua fuga in Belgio.
La sentenza del Tribunale Superiore non cancella quanto stabilito da quelle precedenti sui fatti, ma in sostanza annulla gli effetti di quelle condanne.