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  • Lunedì 24 giugno 2024

La Croazia è sempre la stessa

Agli Europei maschili di calcio l'Italia giocherà contro una delle migliori nazionali degli ultimi anni, abituata a partite importanti, ma anche un po' invecchiata

Luka Modric, 38 anni, è il numero 10 e capitano della Croazia, con la quale ha totalizzato 177 presenze e 25 gol (AP Photo/Ebrahim Noroozi)
Luka Modric, 38 anni, è il numero 10 e capitano della Croazia, con la quale ha totalizzato 177 presenze e 25 gol (AP Photo/Ebrahim Noroozi)
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Per essere sicura di qualificarsi agli ottavi di finale degli Europei maschili di calcio, lunedì sera alle 21 l’Italia dovrà almeno pareggiare contro la Croazia. Nelle prime due partite del torneo, la Croazia ha ottenuto solo un punto, perdendo 3-0 contro la Spagna e pareggiando 2-2 contro l’Albania, e in generale è sembrata una squadra meno brillante di quella degli ultimi due Mondiali (nel 2018 arrivò seconda e nel 2022 terza, due risultati eccezionali per un paese con poco meno di 4 milioni di abitanti). Per l’Italia sarà comunque una partita complicata, perché spesso la Croazia ha giocato le sue migliori partite in situazioni in cui era obbligata a vincere, come sarà stasera: in caso di pareggio o sconfitta sarebbe infatti quasi sicuramente eliminata.

Il calo della Croazia è dovuto molto probabilmente all’invecchiare dei suoi migliori calciatori, a cominciare dal capitano e simbolo Luka Modric, che nel 2018 vinse il Pallone d’oro. Modric rimane un giocatore di incredibile talento, ma ha quasi 39 anni e quest’anno con il Real Madrid ha giocato dal primo all’ultimo minuto solamente 5 partite (nelle altre 41 ha cominciato in panchina oppure è stato sostituito). Assieme a Marcelo Brozovic e Mateo Kovacic, in questi anni ha formato un centrocampo di grandissima qualità. Tutti e tre però hanno superato il momento migliore della loro carriera: Brozovic ha 31 anni, dall’anno scorso gioca in Arabia Saudita e non è in condizioni fisiche ottimali (ancora non si sa se giocherà contro l’Italia).

Modric, Brozovic e Kovacic sono ancora eccezionali nel mantenere il possesso del pallone, ma non riescono più a giocare sui ritmi di qualche anno fa, sia quando hanno la palla sia quando devono pressare e difendersi. In generale per l’Italia potrebbe essere più facile mettere in difficoltà la Croazia rispetto alla Spagna, che invece ha creato molti problemi alla Nazionale con il suo gioco intenso e veloce. D’altro canto la Croazia, dal 2017 allenata da Zlatko Dalic, è una squadra che sa difendersi ordinatamente e sfruttare le occasioni da gol che crea. È insomma una nazionale che possiede quelle qualità un po’ intangibili come l’esperienza, la capacità di soffrire e di alzare il livello quando conta di più, tutte cose fondamentali in un torneo corto come gli Europei, dove quasi ogni partita è determinante.

Marcelo Brozovic, 31 anni, ha giocato nell’Inter dal 2015 al 2023 (AP Photo/Manu Fernandez)

Anche in panchina la Croazia ha calciatori esperti e di buon livello, come l’ex ala dell’Inter Ivan Perisic o gli attaccanti Bruno Petkovic e Ante Budimir, che hanno giocato entrambi in Serie A in passato (il centravanti titolare contro l’Italia dovrebbe essere il 33enne Andrej Kramaric, a segno contro l’Albania). In difesa il calciatore principale è Josko Gvardiol, nato nel 2002, che agli ultimi Mondiali fu uno dei migliori difensori centrali e infatti l’estate successiva venne acquistato per 90 milioni di euro dal Manchester City, diventando il difensore più pagato di sempre. In questa stagione l’allenatore del City Pep Guardiola lo ha però schierato spesso come terzino sinistro e anche in questi Europei Gvardiol sta giocando in quel ruolo.

Nella conferenza stampa di presentazione della partita, l’allenatore dell’Italia Luciano Spalletti ha previsto che i calciatori della Croazia «con il passare dei minuti saranno più disposti a far sì che la partita diventi un duello all’ultimo sangue, perché hanno bisogno della vittoria e saranno costretti a sbilanciarsi». Ha detto anche che «dal punto di vista tecnico e di palleggio sono una squadra fortissima. Sono maestri a mettere in pratica questa ricerca degli spazi tra i calciatori».

Paradossalmente, pur essendo una nazionale che esiste da meno di trent’anni e che nella sua storia non ha mai vinto un trofeo, la Croazia è una squadra più abituata di questa Italia a giocare partite decisive, perché i suoi calciatori giocano assieme da tanti anni e si sono spesso trovati in contesti simili a quello di stasera. Agli ultimi Mondiali la Croazia andò in svantaggio sia negli ottavi di finale contro il Giappone sia nei quarti di finale contro il Brasile, ma entrambe le volte pareggiò e poi vinse ai calci di rigore. «Sarebbe un gravissimo errore entrare in campo pensando che basta un pareggio per qualificarsi. Questo li farebbe essere in vantaggio da un punto di vista del comportamento in campo e ci metterebbe in difficoltà», ha spiegato Spalletti.