La Corte Suprema degli Stati Uniti si esprimerà sui divieti statali sulla prescrizione di terapie per la transizione di genere dei minori
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha detto che si esprimerà su un caso presentatole dall’amministrazione del presidente Joe Biden contro la legge dello stato del Tennessee che vieta la somministrazione di bloccanti per la pubertà e di terapie ormonali per la transizione di genere alle persone minorenni. Una sentenza della Corte su questo tema avrà poi rilevanza anche per gli altri stati che hanno introdotto restrizioni su queste terapie per i minori: sono 25 in totale.
I bloccanti per la pubertà e le terapie ormonali sono trattamenti per la cosiddetta “disforia di genere”, la condizione delle persone che non si sentono a proprio agio nel genere corrispondente al loro sesso biologico o che manifestano il desiderio di identificarsi in un genere diverso. È raro che la Corte Suprema si pronunci su un caso che riguarda questa materia e in passato ne aveva già rifiutati alcuni, dicendo che non rientravano nel suo ambito di giudizio.
La corte d’appello federale di Cincinnati aveva permesso alla legge del Tennessee, insieme a una simile del Kentucky, di entrare in vigore dopo che alcuni tribunali di grado inferiore l’aveva bloccata. Nonostante la Corte Suprema sia a maggioranza conservatrice e si sia espressa rigidamente in altre questioni di genere, secondo gli avvocati degli adolescenti trans del Tennessee è necessario che il caso arrivi alla Corte: «Senza il pronto intervento di questa Corte, i giovani transgender e le loro famiglie rimarranno in un limbo, senza sapere se e dove potranno accedere alle cure mediche necessarie», hanno dichiarato ad Associated Press. Le argomentazioni sul caso si terranno nell’autunno del 2024.
La questione della somministrazione di farmaci per bloccare la pubertà ad adolescenti che si riconoscono transgender è una questione estremamente delicata. Negli Stati Uniti è al centro di un dibattito ideologico fra Democratici e Repubblicani, che negli stati che governano si sono spinti ad approvare leggi restrittive. In alcuni paesi è legale da anni e approvata dalle principali associazioni mediche. Ad aprile 2024 un importante rapporto pubblicato nel Regno Unito aveva segnalato la scarsità di ricerche e dati affidabili sulle linee guida e sui trattamenti più diffusi nel mondo, suggerendo quindi ulteriori studi.