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  • Lunedì 24 giugno 2024

Almeno 20 persone sono state uccise negli attacchi armati in Daghestan, in Russia

Sono state attaccate sinagoghe e chiese ortodosse nella regione russa del Caucaso, a maggioranza musulmana: al momento non ci sono rivendicazioni

Un frame di un video diffuso dalla Commissione nazionale antiterrorismo russa mostra un'operazione condotta in Daghestan il 24 giugno (The National Antiterrorism Committee via AP)
Un frame di un video diffuso dalla Commissione nazionale antiterrorismo russa mostra un'operazione condotta in Daghestan il 24 giugno (The National Antiterrorism Committee via AP)
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Domenica sera degli uomini armati hanno attaccato due città nel Daghestan, una regione del Caucaso, nel sud-ovest della Russia: hanno ucciso almeno 20 persone, fra cui almeno 15 poliziotti, secondo le ultime informazioni confermate dalla Commissione investigativa russa. 46 persone sono state portate all’ospedale ferite. Il governatore della regione, Sergei Melikov, ha detto che cinque attentatori sono stati uccisi dalla polizia, mentre la Commissione nazionale antiterrorismo ha detto che gli uccisi sono stati cinque. Gli attacchi hanno riguardato una postazione della polizia stradale, sinagoghe e chiese ortodosse, in una regione a maggioranza musulmana. Gli attacchi non sono ancora stati rivendicati ufficialmente da nessuna organizzazione.

A Derbent, seconda città più grande del Daghestan, gli attacchi hanno riguardato una sinagoga nel centro della città e una vicina chiesa ortodossa: Melikov, ha detto che è stato ucciso anche un prete cristiano ortodosso che lavorava in Daghestan da quarant’anni. In seguito all’attacco sia nella chiesa che nella sinagoga, che è classificata come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO (assieme a tutto il centro fortificato di Derbent), si è sviluppato un incendio. Non sembra che ci fossero persone nella sinagoga al momento dell’attacco. A Derbent vive metà della comunità ebraica del Daghestan, composta da circa 800 famiglie.

Più o meno contemporaneamente a Makhackala, capoluogo del Daghestan, sono state colpite una chiesa e una postazione della polizia stradale: è stato ucciso almeno un agente, e ne sono stati feriti altri sei.

Le informazioni sull’attacco sono ancora molto frammentate, e in alcuni casi i media e le autorità russe hanno riferito informazioni discordanti: verificarle indipendentemente al momento è impossibile. Il numero di uomini armati coinvolti non è chiaro.

Le strade attorno alla città, affacciata sul mar Caspio, sono state bloccate. Melikov, in un video postato su Telegram lunedì mattina, ha detto che le autorità russe hanno capito «chi sta dietro l’organizzazione degli attacchi terroristici e quali erano i loro obiettivi», ma non ha diffuso ulteriori dettagli.

Tre mesi fa la Russia era stata oggetto di uno dei più gravi attacchi terroristici della sua storia recente: 145 persone erano state uccise in una grande sala da concerti appena fuori Mosca. L’attacco era stato rivendicato da un gruppo affiliato allo Stato Islamico, ma le autorità russe avevano cercato, con prove pretestuose, di attribuirne la responsabilità all’Ucraina (che ha negato il proprio coinvolgimento).

Il Daghestan è una repubblica federata della Russia. L’80 per cento circa della popolazione è di religione musulmana: fra gli anni Novanta e Duemila fu parzialmente coinvolto nell’insurrezione separatista nella vicina Cecenia, un’altra repubblica federata russa. Nel 2017 le autorità russe avevano detto di aver smantellato le organizzazioni coinvolte nell’insurrezione nella regione.

Nell’ottobre del 2023, dopo l’inizio dell’invasione israeliana della Striscia di Gaza, una folla di persone aveva fatto irruzione nell’aeroporto di Makhackala, apparentemente per cercare di attaccare in qualche modo i passeggeri di un aereo proveniente da Israele. Erano poi stati dispersi senza riuscirci.