Apple per ora non introdurrà nell’Unione Europea le nuove funzionalità per iPhone basate sull’intelligenza artificiale

Un negozio di Apple a Chengdu, in Cina (Chris Nagahama/Unsplash)
Un negozio di Apple a Chengdu, in Cina (Chris Nagahama/Unsplash)

Venerdì l’azienda tecnologica statunitense Apple, che produce tra le altre cose gli smartphone iPhone e i computer Mac, ha detto che non introdurrà alcune delle nuove funzionalità basate sui sistemi di intelligenza artificiale nell’Unione Europea perché è preoccupata dell’impatto di varie regolamentazioni del settore tecnologico introdotte negli ultimi anni.

– Leggi anche: I piani per l’intelligenza artificiale di Apple

All’inizio di giugno l’azienda aveva annunciato che nei prossimi mesi avrebbe cominciato a introdurre nei suoi prodotti un nuovo sistema detto Apple Intelligence, che includerà un grosso aggiornamento di Siri, l’assistente virtuale che la società ha introdotto nei propri smartphone più di un decennio fa, ma anche vari strumenti per correggere i testi man mano che li si scrive e generare immagini su richiesta. È uno dei cambiamenti più grossi annunciati dall’azienda negli ultimi anni, e ha generato un certo entusiasmo anche tra molte persone normalmente scettiche dell’intelligenza artificiale, soprattutto perché Apple storicamente ha prestato più attenzione alla privacy dei propri utenti rispetto alle altre grandi società tech.

Secondo il Wall Street Journal, Apple in questo caso è preoccupata principalmente per il Digital Markets Act (DMA), che è entrato in vigore a marzo e impone vari limiti alle società tecnologiche per contrastare la formazione di monopoli e aumentare la concorrenza nel settore. Uno dei requisiti introdotti dal DMA è che i software di una serie di aziende considerate particolarmente grandi e influenti – tra cui Apple – vengano pensati tenendo a mente il concetto di interoperabilità, ovvero la possibilità di funzionare su più sistemi operativi e hardware diversi. L’interoperabilità è utile perché permette di spostare più facilmente i propri dati dal servizio di un’azienda a quello di un’altra, e semplifica quindi l’interazione tra sistemi gestiti e sviluppati da aziende diverse.

Apple ha detto però che teme che questi requisiti «potrebbero costringerla a compromettere l’integrità dei loro prodotti in un modo che mette a rischio la privacy degli utenti e la sicurezza dei dati». L’azienda ha aggiunto che si sta impegnando a collaborare con la Commissione Europea per trovare una soluzione.