La strage di pellegrini alla Mecca per il caldo
Durante lo Hajj sarebbero morte più di mille persone, nonostante i distributori d'acqua e i nebulizzatori allestiti dalle autorità dell'Arabia Saudita per contrastare gli effetti delle alte temperature
L’Arabia Saudita finora non ha diffuso dati ufficiali sulle persone morte nei giorni scorsi a causa delle alte temperature registrate alla Mecca in occasione dello Hajj, il pellegrinaggio che i fedeli dell’Islam di tutto il mondo sono tenuti a fare almeno una volta nella vita e che molto spesso compiono in età avanzata. Secondo una stima dell’agenzia di stampa francese Agence France-Presse (AFP), che ha messo insieme i numeri comunicati da dieci diversi paesi di provenienza dei pellegrini, sarebbero più di mille.
Il più alto numero di morti è stato diffuso dall’Egitto, che ha parlato di più di 300 persone morte a causa del caldo e per la carenza di riparo dal sole e di acqua; l’Indonesia invece ha conteggiato più di 140 morti tra i propri cittadini andati in visita alla Mecca. Le altre persone morte considerate da AFP provenivano da Senegal, Giordania, Iran, Iraq, India e Tunisia.
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Ogni anno più di un milione di musulmani raggiungono la Mecca per lo Hajj, che è uno dei raduni religiosi più frequentati del mondo, e nei giorni del pellegrinaggio sono tenuti a compiere una serie di riti diversi. La Mecca si trova in una zona desertica e ha un clima torrido: anche d’inverno le temperature possono superare i 30 °C durante il giorno. Nei giorni dello Hajj di quest’anno, che è iniziato il 14 giugno, hanno raggiunto i 51,8 °C.
Non è la prima volta che un gran numero di persone muore in occasione dello Hajj. In passato è capitato più volte che decine di pellegrini fossero travolte nella calca attorno alla Ka’bah, l’edificio cubico nero che si trova al centro del cortile della Grande Moschea della Mecca. Ma anche il caldo non è un problema nuovo. Negli ultimi anni le autorità saudite hanno cercato di prendere provvedimenti per proteggere i pellegrini dalle alte temperature, ad esempio allestendo distributori d’acqua da bere e impianti di nebulizzazione d’acqua pensati per contrastare la sensazione di calore.
Molte persone stanno accusando l’Arabia Saudita di non aver fatto abbastanza, ma c’è anche chi critica i pellegrini che compiono lo Hajj senza essere registrati. Le autorità saudite infatti richiedono agli aspiranti pellegrini di fare una domanda formale per poter visitare la Mecca per l’occasione e ne accettano solo un certo numero, che varia di anno in anno, per cercare di evitare sovraffollamenti. Il numero di persone intenzionate a compiere il viaggio però è molto maggiore e dunque ogni anno ci sono pellegrini non registrati: quest’anno sono stati più di 171mila secondo le autorità locali. Questi pellegrini sono più vulnerabili alle alte temperature perché non hanno accesso alle stesse strutture di raffrescamento messe a disposizione degli altri.
È possibile che il numero di pellegrini morti possa aumentare dato che molte persone in diversi paesi del mondo stanno ancora cercando di contattare i propri parenti andati alla Mecca e di cui non hanno più notizie.