A New Delhi manca l’acqua e fa caldissimo
La città sta attraversando la più grave ondata di calore di sempre, con temperature che di giorno non scendono sotto i 40 gradi, mentre peggiora una crisi idrica ormai strutturale
Da circa un mese New Delhi, la capitale dell’India, sta attraversando l’ondata di calore più lunga della sua storia: la temperatura di giorno non scende sotto i 40 gradi, ha superato più volte i 50 e rimane sopra ai 30 anche di notte. Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla mancanza di acqua in moltissime parti della capitale, dove vivono più di 25 milioni di persone. Il caldo e la scarsità di acqua hanno già causato la morte di decine di persone, così come in altre parti del paese. Secondo i dati più recenti della World Bank l’India contiene il 18 per cento della popolazione mondiale ma solo il 4 per cento delle sue risorse idriche, cosa che la rende uno dei paesi più esposti al rischio di mancanza d’acqua, sempre più probabile a causa del cambiamento climatico.
Il problema dell’approvvigionamento dell’acqua a New Delhi esiste da anni, anche perché l’acqua non solo è poca, ma anche quella che c’è spesso non è potabile perché contaminata. Le alte temperature di questa settimana stanno però creando più disagi del solito: i livelli di approvvigionamento idrico della città sono i più bassi di tutta la stagione, meno del dieci per cento rispetto ai valori normali, che sono comunque insufficienti. Il governo di New Delhi non è in grado di rifornire tutti i quartieri della città, specialmente quelli più poveri nati spontaneamente e dove spesso non esiste neanche una rete idrica.
In queste parti della capitale l’acqua pubblica arriva solo due volte al giorno in autobotti che ne contengono una quantità insufficiente ai bisogni degli abitanti del quartiere, che le rincorrono per provare ad assicurarsi la fornitura. A volte non arriva proprio: diversi abitanti dei quartieri più poveri di New Delhi hanno detto a Le Monde che specialmente fra aprile e ottobre, i mesi più caldi dell’anno, l’acqua pubblica arriva a intermittenza e che ormai la popolazione si è abituata a comprarla privatamente a prezzi elevati. In questi quartieri l’acqua disponibile spesso non è neanche potabile e viene quindi più che altro usata per lavarsi e lavare i vestiti e le case.
Per cercare di arginare il problema la ministra dell’Acqua della città Atishi Marlena ha recentemente imposto una multa di 2mila rupie a coloro che sprecano l’acqua lavando le auto, ma la misura è stata criticata perché considerata insufficiente davanti alla gravità della situazione.
New Delhi attinge il 60 per cento dell’acqua che consuma dal fiume Yamuna, che prima di arrivare alla capitale scorre attraverso altri stati indiani, in particolare l’Himachal Pradesh e l’Haryana. Nei mesi estivi il suo livello è estremamente basso, anche a causa della siccità. Il resto viene dalle falde acquifere sotterranee e dal Gange.
Il governo di New Delhi sostiene che questa situazione sia creata dallo stato dell’Haryana, che si trova a nord di New Delhi e che starebbe prendendo più acqua di quanto gli spetterebbe, cosa che il governo locale nega. Questa disputa ha anche ragioni politiche: New Delhi è governata dall’Aam Aadmi Party (il Partito dell’Uomo Qualunque, AAP), nato nel 2012 come movimento anticorruzione e parte dell’opposizione, mentre l’Haryana è guidato dal Bharatiya Janata Party (BJP), del primo ministro nazionalista indù Narendra Modi.
Il caso è stato portato davanti alla Corte Suprema indiana, che ha però stabilito che la crisi idrica della capitale sia sostanzialmente dovuta alle condizioni precarie della rete idrica di New Delhi, composta da tubature vecchie e che perdono, e dal fatto che il governo non riesca a contrastare in modo efficace i gruppi di trafficanti d’acqua che la rubano per rivenderla a prezzi maggiorati sul mercato nero. Per questo motivo il 16 giugno la ministra Atishi ha chiesto alla polizia di pattugliare e proteggere le tubature principali per i prossimi quindici giorni.
Nonostante questo il governo dell’AAP ha continuato ad accusare il BJP di star intenzionalmente riducendo la portata d’acqua che arriva a New Delhi. In risposta il BJP ha organizzato quattordici proteste sulla mancanza d’acqua in città, e durante una di queste i manifestanti hanno vandalizzato un ufficio del Delhi Jal Board (DJB), l’agenzia governativa responsabile dell’approvvigionamento di acqua potabile nella città. La ministra Atishi ha accusato i politici e gli attivisti del BJP di aver preso parte all’azione, sostenendo che da alcuni video si potessero distinguere chiaramente persone che indossavano vestiti con il simbolo del BJP.