60 anni di Boris Johnson, fotogenico
Le foto della lunga carriera dell'ex primo ministro britannico, che oggi compie gli anni ed è stato influente come pochi altri nella politica recente del Regno Unito
Il 19 giugno l’ex primo ministro britannico Boris Johnson ha compiuto 60 anni. È stato primo ministro tra il 2019 e il 2022, fino alle sue dimissioni. Già prima di governare, Johnson era una delle personalità più note e riconoscibili del Regno Unito: ha dominato a lungo il Partito Conservatore, ha avuto un ruolo rilevante nel referendum sulla Brexit (contribuendo all’esito) e poche persone sono state influenti come lui nella politica britannica. Un po’ per la sua lunga carriera politica, un po’ per la sua capigliatura fluente e un po’ per i molti ruoli di rilievo da lui ricoperti, poche persone sono state fotografate come lui nella politica britannica.
Come altri 19 primi ministri (ma solo 4 dal dopoguerra) Johnson ha studiato a Eton, una scuola privata molto prestigiosa frequentata dai figli delle famiglie più ricche del Regno Unito, e poi ha fatto l’università a Oxford, laureandosi in Antichità classica. Dopo la laurea si è dedicato al giornalismo: ha lavorato brevemente al Times, da cui è stato licenziato quasi subito per aver inventato un virgolettato, e poi al Telegraph, un altro dei più autorevoli quotidiani britannici.
Nei primi anni Novanta Johnson è stato il corrispondente da Bruxelles del Telegraph, distinguendosi per una copertura delle istituzioni europee votata al sensazionalismo. Tornato a Londra, dopo aver lavorato per alcuni anni nella redazione politica, nel 1999 è stato nominato direttore dello Spectator, tuttora la rivista di riferimento della destra britannica, riuscendo a rilanciarla dopo anni in cui era calato il numero di copie vendute. Nel 2001 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei comuni (la camera bassa britannica) con il Partito Conservatore, di cui era sempre stato un simpatizzante. È stato deputato fino al 2008, e poi dal 2015 al giugno del 2023.
Anche grazie alle comparsate televisive, inizialmente Johnson era noto soprattutto nell’ambiente ristretto della politica britannica. Ha raggiunto una fama veramente nazionale ricoprendo, per due mandati, l’incarico di sindaco di Londra. Johnson è stato sindaco dal 2008 al 2016: nel frattempo a Londra ci sono state le Olimpiadi del 2012, un evento di grandissima visibilità per la capitale, e anche per Johnson, che è stato capace di sfruttare a fini mediatici persino gli imprevisti (come quando rimase bloccato a mezz’aria su una carrucola). Nel 2016 è stato, insieme a Nigel Farage, uno dei sostenitori più convinti della Brexit, poi risultata vincente al referendum. Johnson aveva preparato due editoriali per il Telegraph, uno a favore e uno contro l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: scelse il primo per calcolo politico.
Quel posizionamento ha funzionato: dopo le dimissioni del primo ministro David Cameron, è entrato a far parte del governo di Theresa May come ministro degli Esteri. Nel luglio del 2018 si è dimesso dall’incarico in polemica con la gestione di May della Brexit, accusandola di voler tenere il paese allineato all’Unione Europea. Un anno dopo ha vinto il congresso dei Conservatori, sostituendola a capo del governo britannico. Da primo ministro ha convocato e stravinto le elezioni del dicembre 2019, ottenendo una maggioranza di 80 seggi che ha costituito il migliore risultato del suo partito dal 1987, ai tempi di Margaret Thatcher. Lo slogan di quella campagna elettorale, e poi del suo mandato, fu Get Brexit Done, cioè la promessa di portare a termine la Brexit dopo anni di estenuanti trattative con l’Unione Europea. L’uscita è poi avvenuta formalmente il 31 gennaio 2020.
Il suo mandato ha risentito della pandemia. Johnson è stato criticato per aver temporeggiato prima di adottare le restrizioni ed è finito lui stesso in terapia intensiva dopo essersi ammalato di Covid-19. In pieno lockdown, si è scoperto poi, nei palazzi governativi di Londra sono state organizzate delle feste: per lo scandalo, noto come “partygate”, lo scorso giugno Johnson si è infine dimesso anche da deputato, dopo che un’inchiesta parlamentare ha concluso che aveva mentito al parlamento. Non era più primo ministro da settembre 2022: dopo aver rischiato in più occasioni la sfiducia, erano state decisive le dimissioni dell’allora Cancelliere dello Scacchiere (l’equivalente britannico del ministro dell’Economia), Rishi Sunak, l’attuale primo ministro. Nel suo ultimo intervento in aula a Westminster, citando Terminator 2, Johnson ha promesso di tornare in politica: finora non c’è riuscito.
Da allora fa conferenze a pagamento in giro per il mondo ed è diventato un opinionista del Daily Mail, il principale tabloid britannico. Sta finendo di scrivere due libri, tra cui una biografia di Shakespeare che gli era stata commissionata nel 2015. In questi giorni è stato in vacanza in Sardegna con Carrie Symonds, la sua terza moglie, e due dei suoi otto figli.