Kim Jong Un è diventato importante per Vladimir Putin
La prima visita di Putin in Corea del Nord dal 2000 mostra che la Russia ha bisogno del sostegno politico e delle armi nordcoreane, ma non è ancora chiaro per quanto tempo
Martedì il presidente russo Vladimir Putin ha iniziato una visita di due giorni in Corea del Nord: è il suo primo viaggio nel paese dal 2000 e il primo di un leader straniero a Pyongyang dopo la pandemia da coronavirus. A settembre il dittatore nordcoreano Kim Jong Un era andato in Russia e quella visita aveva segnato l’inizio di una relazione più stretta fra Russia e Corea del Nord, paesi entrambi molto isolati all’interno della comunità internazionale. Era stato fatto un accordo, ufficialmente negato dalle due parti in causa, per l’invio di armi nordcoreane alla Russia, che le utilizza per sostenere l’invasione dell’Ucraina.
La visita di Putin in Corea del Nord segna un ulteriore allineamento dei due paesi, definito da Kim Jong Un «un rapporto indissolubile di compagni d’armi». Per la Russia non sono in gioco solo i rifornimenti di munizioni, ma anche il sostegno della Corea del Nord nel più ampio scontro di Vladimir Putin contro l’Occidente. Questa vicinanza complica la politica degli Stati Uniti in Asia, mette pressione alla Corea del Sud, principale alleato dei paesi occidentali nell’area, e può limitare le decisioni degli organismi internazionali per isolare il regime nordcoreano.
La visita di Putin, accompagnato da ministri e alti funzionari, durerà due giorni, poi la delegazione russa andrà anche in Vietnam. Immagini satellitari hanno mostrato i preparativi di una grande parata nella piazza centrale di Pyongyang, mentre l’agenzia di stampa russa TASS ha annunciato che saranno firmati accordi destinati a sostituire quelli precedenti del 1961, del 2000 e del 2001. Putin fece una visita ufficiale in Corea del Nord nel 2000, il suo primo anno da presidente, incontrando Kim Jong Il, padre dell’attuale leader. Ma in seguito i rapporti fra i due paesi rimasero piuttosto tiepidi, gli scambi commerciali limitati e la collaborazione militare nulla. La Russia approvò anche le numerose sanzioni internazionali verso la Corea del Nord introdotte per la prima volta nel 2006 dopo il primo test nucleare condotto dal regime.
Le cose sono cambiate radicalmente dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022: il notevole isolamento internazionale del regime di Putin e l’interruzione di molti rapporti commerciali con i paesi occidentali che hanno approvato le sanzioni ha riavvicinato le due nazioni. La Russia si è rivolta inizialmente alla Corea del Nord alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento di armi per aumentare le proprie disponibilità, ridotte dal costante uso nella guerra in Ucraina e dalle sanzioni internazionali. La Corea del Nord ha una buona disponibilità di proiettili di artiglieria, razzi e altre munizioni, seppur di qualità considerata bassa. Ha invece bisogno di praticamente tutto il resto, a partire da cibo, energia e carburanti, nonché di tecnologie di alto livello per sviluppare il suo programma militare, missilistico e nucleare, nonché quello di satelliti spia.
Secondo fonti di intelligence sudcoreane da settembre la Corea del Nord avrebbe fornito alla Russia 11.000 container di armi, principalmente munizioni di artiglieria da 152 millimetri e lanciarazzi. In cambio avrebbe ottenuto un numero simile di container di aiuti e carburante, ma anche un supporto tecnologico: i due paesi hanno sempre negato questi scambi, mentre l’entità del sostegno tecnologico fornito dalla Russia rimane discusso. Secondo molti esperti e osservatori internazionali al momento la Russia potrebbe avere esaudito poche delle richieste nordcoreane, che riguardavano tecnologie relative a sottomarini nucleari, missili balistici intercontinentali e missili ipersonici. Il regime di Putin non sarebbe disposto a fornire rilevanti informazioni in questo campo, mentre potrebbe avere già aiutato la Corea del Nord nel settore della tecnologia spaziale: dopo il fallimento del lancio di un satellite a maggio, un secondo tentativo a novembre ha avuto successo (altri tre sarebbero in programma nel 2024).
Oltre a questi scambi, la relazione fra i due paesi ha effetti politici. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby ha detto lunedì che l’amministrazione del presidente Joe Biden è «preoccupata dalle relazioni sempre più profonde fra i due paesi». Il sostegno della Russia alla Corea del Nord si inserisce in un contesto di crescenti tensioni fra Stati Uniti e Cina nel sud-est asiatico e fra le due Coree nella zona demilitarizzata di confine. La Corea del Sud, oltre a essere stabile alleata degli Stati Uniti, è un importante paese produttore di armi.
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Un primo effetto a maggio è stata l’interruzione dei controlli sull’applicazione delle sanzioni internazionali imposte dall’ONU alla Corea del Nord. Il 30 aprile è scaduto il mandato del gruppo di otto esperti nominati dalle Nazioni Unite che indagava su possibili violazioni delle sanzioni da parte del regime di Kim Jong Un: il veto espresso nel Consiglio di Sicurezza dalla Russia ne ha impedito il rinnovo. Relazioni più strette fra i due paesi potrebbero portare a veti simili riguardo a decisioni sulla Corea del Nord e creare un’alleanza stabile nell’area asiatica in funzione antioccidentale, che potrebbe favorire la politica estera della Cina, alla ricerca di una sempre maggiore influenza nell’area. I rapporti del regime cinese con Russia e Corea del Nord restano ambigui: pur sostenendoli di fatto, la Cina non si espone ufficialmente e ritiene ormai i due paesi come alleati “minori”.
La nuova fase di relazioni fra Russia e Corea del Nord sembra destinata a durare fino a quando durerà la guerra in Ucraina, ma secondo gli esperti non ha basi davvero solide: la fornitura di armi, importante in questa fase, potrebbe diventare decisamente meno rilevante in futuro. Le armi di cui dispone la Corea del Nord, peraltro, sono utili alla Russia in questo momento perché sono compatibili con l’attrezzatura sovietica ancora a disposizione dell’esercito russo, ma non sono particolarmente avanzate dal punto di vista tecnologico. Putin inoltre ha attuato una riconversione in senso bellico dell’economia russa, aumentando notevolmente le capacità produttive di munizioni e missili: gli effetti si vedranno fra alcuni mesi. La Corea del Nord non ha molto altro da offrire e la Russia potrebbe essere interessata a ristabilire i propri legami economici con la Corea del Sud, che prima della guerra era il quinto mercato per le sue esportazioni.
Al momento però l’accordo contribuisce all’idea di Putin dell’esistenza di un modello alternativo e contrapposto a quello delle democrazie occidentali: per la Corea del Nord i nuovi rapporti commerciali sono stati uno strumento di parziale stabilizzazione dell’economia, oltre che un modo per uscire dal totale isolamento. Negli ultimi mesi i turisti russi sono stati i primi a entrare nel paese dopo la pandemia e agenzie di viaggio russe organizzano con costanza tour della nazione. La Russia permette anche a un certo numero di nordcoreani di lavorare nel paese: le rimesse di questi lavoratori sono una fonte ridotta ma comunque importante di valuta estera per la Corea del Nord.