A Inghilterra e Francia basterà il talento?
Sono le due nazionali più forti degli Europei ed entrambe hanno iniziato con una vittoria, ma spesso si affidano troppo alle iniziative dei singoli calciatori
L’Inghilterra e la Francia hanno cominciato gli Europei maschili di calcio con una vittoria, entrambe per 1-0, contro la Serbia e contro l’Austria. Sono state due partite non eccessivamente convincenti, ma forse proprio per questo hanno dimostrato il motivo per cui Inghilterra e Francia sono considerate le due principali favorite per la vittoria finale, e cioè la loro capacità di vincere senza dover necessariamente proporre un gioco molto elaborato e spettacolare, basandosi quasi solo sull’eccezionale talento dei loro calciatori.
Soprattutto tra centrocampo e attacco, l’Inghilterra ha alcuni dei migliori giocatori dell’ultima stagione europea. Il 20enne Jude Bellingham, che ha segnato il gol decisivo contro la Serbia, viene da una stagione in cui ha vinto la Liga e la Champions League con il Real Madrid, totalizzando 24 gol e 11 assist e ridefinendo il ruolo di tuttocampista, di calciatore capace cioè di essere decisivo in quasi tutte le zone del campo. Assieme a lui, contro la Serbia hanno giocato Phil Foden, premiato come miglior giocatore dell’ultima Premier League con il Manchester City (ha concluso il campionato con 19 gol e 8 assist), Harry Kane, 44 gol in 45 partite con il Bayern Monaco, e Bukayo Saka, 20 gol e 14 assist in stagione con l’Arsenal.
Dopo aver giocato bene nella prima mezz’ora, durante la quale ha segnato il gol del vantaggio, l’Inghilterra è molto calata e ha consentito alla Serbia di crescere e avvicinarsi al pareggio. È una tendenza che la nazionale inglese ha mostrato altre volte in passato, come ha scritto il sito specializzato The Athletic: «Ci sono molte cose che Southgate ha cambiato in meglio negli ultimi sette anni e mezzo, ma ci sono ancora tante occasioni in cui, dopo aver preso in mano una partita, la sua squadra perde gradualmente l’iniziativa, si abbassa e si ritrova ad arrancare in modo poco convincente». Successe una cosa simile nella finale degli ultimi Europei: l’Inghilterra passò in vantaggio contro l’Italia dopo due minuti, ma con il tempo la sua intensità si ridusse e alla fine perse ai rigori, dopo aver subito il gol del pareggio da Leonardo Bonucci.
Gareth Southgate allena l’Inghilterra dall’autunno del 2016 e in questi anni la nazionale è indubbiamente migliorata, diventando una delle più quotate al mondo. Soutghate è riuscito a riunire una generazione di calciatori molto forti creando un gruppo coeso e riportando entusiasmo tra i tifosi inglesi, ottenendo risultati abbastanza positivi: nel 2018 l’Inghilterra arrivò in semifinale ai Mondiali, nel 2021 perse gli Europei in finale contro l’Italia e nel 2022 uscì ai quarti di finale dei Mondiali contro la Francia.
In generale, però, è sembrato che le mancasse sempre qualcosa per riuscire a vincere un grande torneo e i più critici ritengono che Southgate non sia finora riuscito a sfruttare al massimo il potenziale della squadra, proponendo un gioco attendista e poco coraggioso, basato sulla minimizzazione dei rischi. L’Inghilterra forse non ha mai avuto una squadra forte come quella di oggi (non sono stati nemmeno convocati calciatori come Jack Grealish, Marcus Rashford e Jadon Sancho) e Southgate sa che in questi Europei si gioca tutto: «Se non vinco, è probabile che non sarò più qui: questa potrebbe essere la mia ultima occasione», ha detto di recente.
Per certi versi si può fare un discorso simile anche per la Francia e per Didier Deschamps, che insieme vinsero i Mondiali nel 2018 e persero quelli del 2022 in finale ai calci di rigore. L’impressione però è che una squadra con quel talento potrebbe giocare molto meglio. Nella sua Guida alla Francia pubblicata prima degli Europei, il sito sportivo Ultimo Uomo ha scritto che «nessuna squadra più della Francia sembra realizzare l’utopia di un insieme di giocatori che vince perché, semplicemente, sono più forti, uno su uno, dei loro avversari».
Contro l’Austria, la nazionale francese aveva in panchina due centrocampisti che solitamente giocano titolari nel Real Madrid (Eduardo Camavinga e Aurélien Tchouaméni) e poi calciatori come Olivier Giroud, Kingsley Coman, Warren Zaïre-Emery, Randal Kolo Muani e Benjamin Pavard, che sarebbero probabilmente titolari in quasi tutte le altre squadre che partecipano agli Europei. Ancor più dell’Inghilterra, la Francia basa spesso il suo gioco sulle iniziative estemporanee dei suoi giocatori più forti, su tutti Kylian Mbappé, ma anche Antoine Griezmann, e sulla capacità di vincere i duelli con gli avversari (sono due nazionali molto forti anche dal punto di vista fisico e atletico).
Finora alla Francia è andata piuttosto bene così. Agli scorsi Europei, però, la nazionale allenata da Deschamps uscì a sorpresa agli ottavi di finale, in una partita abbastanza incredibile contro la Svizzera, nella quale andò in vantaggio per 3-1 ma fu poi rimontata, perdendo infine ai calci di rigore. «La Francia arrivava a quell’Europeo da campione del mondo in carica e si è fatta eliminare agli ottavi peccando di superbia. Perché pensava di aver già vinto, che fosse il suo destino o che gli fosse dovuto», si legge ancora sull’Ultimo Uomo.
Per la Francia e per l’Inghilterra il pericolo maggiore è proprio pensare che avere i calciatori più forti possa bastare per vincere le partite. In alcune occasioni è effettivamente sufficiente, ma andando avanti nella competizione potrebbe diventare un rischio, soprattutto quando ci saranno partite più complicate contro avversarie più forti e preparate tatticamente. Se, quando arriverà quel momento, Didier Deschamps e Gareth Southgate riusciranno a far salire il livello del gioco delle loro squadre, allora Francia e Inghilterra resteranno le due principali favorite alla vittoria finale. Altrimenti, il talento potrebbe non bastare.