Un attacco ucraino con droni ha causato un grande incendio in un impianto petrolifero ad Azov, in Russia

Un vigile del fuoco in ginocchio sulla sinistra tira acqua contro un incendio, a destra
Fermoimmagine di un video dell’incendio pubblicato dal ministero delle Emergenze russo martedì 18 giugno 2024 (Press service of the Russian Ministry of Emergencies via AP)

Martedì un attacco ucraino con droni ha colpito un terminal petrolifero ad Azov, una città portuale nella regione di Rostov, nel sud della Russia vicina al confine con l’Ucraina, provocando un grande incendio: per ora sembra che non abbia causato nessun morto. Un terminal petrolifero è un impianto industriale composto da serbatoi e cisterne per lo stoccaggio e il trasferimento del petrolio.

La notizia dell’incendio è stata data dal ministero per le Emergenze russo, mentre il fatto che sia stato provocato da un attacco di droni è stato detto da Vasily Golubev, il governatore della regione. Golubev ha anche detto che non c’è il rischio che l’incendio si espanda, né che rappresenti un pericolo per i residenti.

Secondo quanto riportato da Reuters e Radio Free Europe, che citano fonti anonime, sarebbe stato causato dal Servizio di sicurezza ucraino (SBU), una delle principali agenzie d’intelligence del paese. Un attacco simile era stato compiuto la settimana scorsa nella stessa regione contro una centrale elettrica. Da mesi sia la Russia che l’Ucraina hanno intensificato i loro attacchi contro le rispettive infrastrutture energetiche, allo scopo di danneggiarle gravemente e creare danni importanti a quelle strategiche, per la cui riparazione servirà tempo. Quelli contro le raffinerie russe, in particolare, sono diventati più frequenti negli ultimi mesi.

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