I Trials femminili di nuoto in Australia sono delle piccole Olimpiadi
Si può battere il record mondiale nei 200 metri stile libero e arrivare comunque seconde, come successo a Mollie O'Callaghan
La scorsa settimana a Brisbane si sono tenuti gli Australian Swimming Trials, il principale evento di nuoto australiano, durante il quale sono stati selezionati i nuotatori e le nuotatrici che parteciperanno alle Olimpiadi di Parigi. Nonostante la dimensione nazionale dell’evento, il livello della competizione è stato altissimo, soprattutto nelle gare femminili di stile libero, perché l’Australia ha una delle migliori nazionali di nuoto al mondo (la migliore, probabilmente, a livello femminile).
Ai Giochi di Tokyo l’Australia vinse 21 medaglie nel nuoto, 9 delle quali d’oro: solamente gli Stati Uniti ne presero di più. Anche ai Mondiali del 2023 in Giappone l’Australia fu seconda nel medagliere, in quel caso dietro alla Cina. Alle Olimpiadi ogni nazionale può qualificare al massimo due atlete (e due atleti) per ogni gara individuale e una squadra per ogni staffetta: per questo motivo, e per via della grande concorrenza che c’era ai Trials, diverse nuotatrici australiane molto forti e veloci non si sono qualificate per Parigi 2024.
Una delle gare più attese erano i cento metri stile libero femminili: già ad aprile il Guardian li aveva definiti come «il più difficile round della storia delle qualificazioni olimpiche per qualsiasi australiano, in qualsiasi sport». Tra le partecipanti c’erano Emma McKeon, campionessa olimpica in carica nella specialità e vincitrice di cinque medaglie d’oro alle Olimpiadi, e Mollie O’Callaghan, che a vent’anni ha già vinto due ori olimpici e otto mondiali. C’erano anche Bronte Campbell, Meg Harris e Shayna Jack, tutte vincitrici di varie medaglie olimpiche e mondiali, soprattutto nelle staffette, dove l’Australia femminile è praticamente imbattibile oggi. Cate Campbell, sorella di Bronte e detentrice del record mondiale tra il 2016 e il 2017, non si è nemmeno qualificata per la finale.
Alla fine ha vinto Mollie O’Callaghan con un ottimo tempo di 52 secondi e 33 centesimi, qualificandosi alle Olimpiadi assieme a Shayna Jack, seconda con 52,72 secondi. Emma McKeon, che aveva vinto i cento metri stile libero alle Olimpiadi di Tokyo in 51,96 secondi, è arrivata solamente sesta e non si è quindi qualificata. Mollie O’Callaghan è nata nel 2004 nel Queensland ed è una delle migliori nuotatrici al mondo. Dopo aver vinto due ori nella staffetta 4×100 stile libero e nei 4×100 misti a Tokyo, ha vinto i Mondiali individuali sia nel 2022 sia nel 2023. In questi ultimi, quelli di Fukoka (Giappone), fu particolarmente dominante: vinse i 100 e i 200 metri stile libero individuali e altri quattro ori nelle staffette.
Fino alla settimana scorsa, O’Callaghan deteneva il record del mondo nei 200 metri stile libero: ai Mondiali di Fukoka era riuscita a superare il record di Federica Pellegrini che resisteva dal 2009, vincendo la gara in 1 minuto, 52 secondi e 85 centesimi. Ai Trials di Brisbane però la 23enne Ariarne Titmus ha battuto a sua volta il record di O’Callaghan, abbassandolo di oltre mezzo secondo: 1 minuto, 52 secondi e 23 centesimi. La cosa abbastanza stupefacente, che racconta bene il livello eccezionale di queste nuotatrici, è che anche O’Callaghan avrebbe battuto il record mondiale, visto che è arrivata seconda con 1 minuto, 52 secondi e 48 centesimi.
Mollie O’Callaghan ha migliorato il suo record del mondo nei 200 stile libero, ma Ariarne Titmus è stata ancora più veloce
Ariarne Titmus vinse l’oro nei 200 e nei 400 metri stile libero a Tokyo. A Parigi, Titmus e O’Callaghan si sfideranno di nuovo nei 200 metri stile libero, una gara in cui le australiane sembrano insuperabili in questo momento. Prima dei Trials, Mollie O’Callaghan aveva detto che le gare australiane sono «meglio di una finale olimpica», e in effetti è difficile pensare che una nuotatrice di un altro paese possa contendere alle australiane la vittoria nelle distanze veloci dello stile libero alle Olimpiadi di Parigi.