Il primo incontro dei leader europei dopo le elezioni, a tavola
I membri del Consiglio Europeo si sono riuniti a cena per parlare di chi nominare alle più alte cariche europee, e ci sono buone probabilità che ci sia già un accordo
Lunedì sera a Bruxelles, in Belgio, i 27 capi di stato e di governo dei paesi membri dell’Unione Europea, riuniti in un incontro informale del Consiglio Europeo, si sono incontrati a cena per parlare delle principali nomine interne all’Unione, inclusa quella di presidente della Commissione Europea. Era la prima volta che tutti i capi di stato si incontravano dopo le elezioni europee di inizio giugno e benché si trattasse di un incontro informale è ritenuto estremamente importante a livello politico: i leader europei si sono trattenuti fino a tarda serata ed è possibile che siano stati raggiunti degli accordi sulle principali nomine, che poi saranno formalizzati fra il 27 e il 28 giugno durante la prima riunione ufficiale del Consiglio.
Alcune di queste nomine, fra cui quella di presidente della Commissione, dovranno poi essere approvate dal Parlamento Europeo durante la prima sessione plenaria, che si terrà fra il 16 e il 19 luglio.
Il Consiglio Europeo è un organo composto dai capi di stato e di governo dei paesi membri, che ha il compito di dare una linea politica all’Unione e che si riunisce almeno quattro volte all’anno (è un organo diverso dal Consiglio dell’Unione Europea, che detiene i poteri legislativi insieme al Parlamento Europeo, e dal Consiglio d’Europa, che non fa parte dell’Unione Europea). La riunione di lunedì a cena è informale, ma è trattata da tutti come fondamentale per avviare – e forse perfino chiudere – la discussione sulle nomine europee.
Secondo tutti i principali giornali che si occupano di politica europea i 27 leader sarebbero molto vicini a un accordo per confermare come presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ha già ricoperto questo ruolo durante lo scorso mandato: due importanti capi di stato, ossia il presidente Francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, si sarebbero già accordati sul sostenerla durante il G7 in Puglia appena terminato.
Altri leader sarebbero d’accordo sulla riconferma di von der Leyen, ma la sua nomina non è scontata. Nel 2019 la maggioranza che la sosteneva era più ampia di quella di adesso: nonostante questo al voto segreto la sua nomina era stata confermata con uno scarto di pochissimi voti. Anche per questo negli ultimi giorni si è molto parlato della possibilità che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni appoggi la candidatura di von der Leyen e chieda agli europarlamentari di Fratelli d’Italia di votare per lei durante la sessione plenaria, anche se non faranno parte della coalizione di maggioranza (composta da Popolari, Socialisti e Liberali). È possibile tuttavia che von der Leyen cerchi questi voti in più non da partiti di destra, ma dal blocco dei partiti dei Verdi.
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Altre nomine ritenute plausibili sono: quella dell’ex primo ministro portoghese António Costa come presidente del Consiglio Europeo, incarico finora ricoperto da Charles Michel, e quella della prima ministra dell’Estonia Kaja Kallas come Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza: l’Alto rappresentante è considerato il capo diplomatico dell’Unione e nella scorsa legislatura questo ruolo era stato assegnato a Josep Borrell. Secondo quanto riportato dal sito di news Euractiv, che ha parlato con diversi funzionari europei a proposito della cena, queste nomine sarebbero però meno sicure di quella di von der Leyen e dipendono molto dal raggiungimento di un accordo su quest’ultima.
Nonostante la percepita generale volontà di raggiungere un accordo il più velocemente possibile, questo incontro si svolge in un contesto molto diverso da quello di cinque anni fa. Sempre più stati membri dell’Unione Europea sono guidati da capi di stato appartenenti a partiti di estrema destra non europeisti e nel 2019 i negoziati erano stati principalmente guidati da quella che allora era la cancelliera tedesca Angela Merkel, una dei leader più importanti della storia recente dell’Unione Europea, con Emmanuel Macron. Entrambi al tempo avevano un’influenza politica che ora non ha paralleli simili.
Nel 2021 Merkel ha smesso di fare politica e ora la Germania è guidata dal cancelliere Socialista Scholz, il cui partito è arrivato terzo alle elezioni europee con appena il 13,9 per cento dei voti. Anche la posizione di Macron non è più quella di un tempo: alle elezioni di giugno il principale partito di estrema destra francese Rassemblement National ha preso il doppio dei voti del suo partito: questo risultato ha convinto Macron a indire elezioni anticipate in Francia, che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio, proprio durante i lavori di composizione dell’Unione Europea.
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