Il tribunale di Lucca ha archiviato l’accusa di diffamazione della pallavolista Paola Egonu contro il generale Roberto Vannacci

Paola Egonu nel 2023
Paola Egonu nel 2023 (ANSA/Kristof Van Accom/Belga via ZUMA Press, ANSA)

Lunedì il tribunale di Lucca ha archiviato l’accusa di diffamazione presentata dalla nota pallavolista italiana Paola Egonu contro il generale Roberto Vannacci, da poco eletto europarlamentare con la Lega: Egonu lo aveva querelato per alcune frasi che aveva scritto sul suo conto nel libro Il mondo al contrario, che Vannacci aveva autopubblicato nel 2023 e che era stato ampiamente commentato e criticato per i suoi passaggi falsi, omofobi, razzisti, sessisti e in generale offensivi.

Nello specifico Egonu aveva contestato un passaggio del libro che conteneva la frase: «Anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità». Secondo il Giudice per le indagini preliminari, per quanto possa essere considerata «impropria e inopportuna», questa frase non sarebbe abbastanza grave da dimostrare una volontà da parte di Vannacci di «offendere gratuitamente la reputazione» di Egonu, oltre che «di denigrarla, di sminuirne il valore, di portare un attacco indebito» contro di lei.

Qualche mese dopo la querela, Vannacci aveva inviato a Egonu una strana lettera di scuse in cui si complimentava per la sua carriera sportiva e descriveva «le diversità e le differenze di religione, di cultura, di origini, di etnia» come una «ricchezza per la società». Poco dopo tuttavia parlava di Egonu come di una «persona che, per quanto di origini diverse, ha scelto di rappresentare il nostro paese». Egonu è nata a Cittadella, in provincia di Padova, dove è cresciuta e ha iniziato a giocare a pallavolo, fino a diventare una delle titolari della Nazionale femminile: con quella frase Vannacci sembrava ribadire la convinzione razzista secondo cui soltanto le persone bianche o comunque di origine europea possono dirsi italiane.

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