Il tribunale di Napoli vuole sequestrare un’isola di Dubai
Fu acquistata nel 2008 da un importante capo della camorra, Raffaele Imperiale, che da poco ha iniziato a collaborare con la giustizia italiana
La giudice del tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda ha disposto il sequestro di un’isola artificiale che fa parte dell’arcipelago chiamato “The World” costruito nel mare di fronte alla costa di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. L’isola, chiamata Taiwan, fu acquistata nel 2008 da Raffaele Imperiale, importante capo della camorra arrestato a Dubai il 4 agosto del 2021.
Imperiale è stato per anni uno dei capi della criminalità organizzata più ricercati insieme ai mafiosi Matteo Messina Denaro e Giovanni Motisi e all’altro camorrista Renato Cinquegranella. La sua carriera criminale iniziò ad Amsterdam a metà degli anni Novanta, quando ereditò dal fratello Samuele il coffee shop Rockland, tra Raadhuisstraat e Singel, nel centro della città. Da Amsterdam, e con un accordo con il criminale olandese Rick Van de Bunt (“il biondo”), uomo di contatto con i narcotrafficanti sudamericani, Imperiale iniziò a spedire a Napoli sia eroina sia, soprattutto, cocaina, distribuite poi nelle piazze dal clan Amato Pagano.
Nel 2014 Imperiale, che nel frattempo aveva lasciato i Paesi Bassi, venne arrestato a Dubai su ordine della magistratura spagnola nel corso dell’operazione Tarantella. Già allora per la magistratura spagnola Raffaele Imperiale era il “capo dei capi”, numero uno di una struttura criminale e finanziaria radicata nei Paesi Bassi, in Spagna, nel Regno Unito, in Colombia, in Italia e nei paradisi fiscali. Da Dubai però non c’era alcuna possibilità di estradizione e Imperiale venne rilasciato.
Nel 2016 Imperiale venne accusato di traffico internazionale di stupefacenti, stavolta dalla giustizia italiana. Inviò un documento in cui confessava parte delle accuse che gli erano state rivolte, ma minimizzando le sue responsabilità. Rese anche disponibile alla magistratura parte del suo patrimonio: tredici ville a Terracina (in provincia di Latina), dieci a Giugliano (Napoli), una tenuta a Pianura, sempre a Napoli. Imperiale venne quindi condannato a 18 anni, poi ridotti a 8 grazie alla sua collaborazione, per traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro.
Per capire chi è, la sua importanza, e anche la sua megalomania, basti pensare che a casa dei suoi genitori nel rione Annunziatella a Castellammare di Stabia nel 2016 erano stati ritrovati due quadri di Van Gogh, La Marina di Scheveningen e La Congregazione che esce dalla Chiesa Riformata di Nuene. Prima di tornare al Van Gogh Museum di Amsterdam, da cui erano stati rubati, furono esposti per una mostra straordinaria al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli.
Dopo l’arresto avvenuto a Dubai nell’agosto del 2021, e il successivo rientro in Italia, Imperiale ha iniziato a collaborare con la giustizia italiana. Attraverso il suo avvocato ha messo a disposizione degli investigatori i documenti per ricostruire l’acquisto dell’isola chiamata Taiwan, di cui è stato appena disposto il sequestro. Formalmente l’isola risulta intestata a una società gestita da un imprenditore napoletano che vive a Dubai.
Imperiale sostiene di aver pagato l’isola 30 milioni di euro. È tuttavia complicato stabilirne il valore attuale, perché nel frattempo l’arcipelago artificiale è stato quasi abbandonato: i canali navigabili che servono per collegare le isole si sono ostruiti e quasi tutti gli edifici costruiti sono disabitati.
In un nuovo processo che si è aperto lo scorso autunno il pubblico ministero Maurizio De Marco ha chiesto 14 anni e 9 mesi di carcere per Imperiale. Gli ultimi mesi sono serviti al tribunale per capire se fosse effettivamente possibile sequestrare l’isola di Imperiale. Nei giorni scorsi la giudice Maria Luisa Miranda ha infine emesso il decreto di sequestro dell’isola: la notifica di sequestro è il primo atto della procedura per la rogatoria internazionale che dovrebbe consentire allo Stato italiano di acquisire l’isola.