Anche in Europa si sono accorti di Riccardo Calafiori
Contro l'Albania il difensore italiano è stato fra i migliori in campo: eppure un anno fa giocava in Svizzera, e sembrava avviato a una carriera inconcludente
Sabato sera nella prima partita giocata dall’Italia agli Europei maschili di calcio, vinta per 2-1 contro l’Albania, uno dei migliori in campo è stato un giocatore che poco meno di un anno fa giocava in Svizzera e sembrava avviato a una carriera inconcludente: il difensore 22enne Riccardo Calafiori.
Calafiori è stato schierato come difensore centrale di sinistra nella difesa a 3 dell’Italia, insieme ad Alessandro Bastoni e Giovanni Di Lorenzo. È rimasto in campo per tutti i 99 minuti della partita e nonostante fosse soltanto alla sua seconda presenza in Nazionale ha giocato una partita praticamente perfetta, anche sul piano delle statistiche, stupendo molte persone che lo vedevano in campo per la prima volta.
Del resto prima di sabato Calafiori non aveva mai disputato nemmeno un minuto di un importante torneo internazionale, né ha mai giocato la Champions League, il principale trofeo europeo per squadre di club. Sabato sera sui social network durante e dopo Italia-Albania molti hanno fatto del sarcasmo sulla somiglianza fisica fra Calafiori e altri difensori italiani del passato, molti dei quali avevano i capelli lunghi tenuti da una fascetta e un fisico slanciato, esattamente come Calafiori. Qualcuno si è persino chiesto se Calafiori fosse in qualche modo il prodotto di una intelligenza artificiale a cui è stato chiesto di produrre un difensore italiano molto forte.
L’enorme crescita di Calafiori però era già nota da mesi a chi seguiva la Serie A e in particolare il Bologna allenato da Thiago Motta, che quest’anno è stata di gran lunga la squadra più sorprendente del campionato, di cui Calafiori è stato uno dei giocatori più importanti.
Calafiori è nato a Roma nel 2002 ed è cresciuto nelle giovanili della Roma, di cui era considerato un talento molto promettente: ma nel ruolo di terzino, cioè difensore di fascia, in cui ancora oggi disputa la maggior parte delle sue partite. Fra il 2020 e il 2022 giocò una ventina di partite con la prima squadra, senza grandi picchi di rendimento.
Il primo allenatore a dargli una certa fiducia fu Paulo Fonseca, che però venne esonerato nell’estate del 2021. Al suo posto fu assunto José Mourinho, che in uno dei primi video pubblicati da allenatore della Roma fu ripreso mentre studiava le caratteristiche di Calafiori al computer. Pochi mesi dopo però, in seguito a una brutta sconfitta per 6-1 contro i norvegesi del Bodø/Glimt, Mourinho parlò apertamente dei «limiti» dei giocatori più giovani che aveva schierato titolari. Fra di loro c’era anche Calafiori, che venne spedito in prestito al Genoa. Dopo mezza stagione passata perlopiù in panchina Calafiori venne infine ceduto in Svizzera al Basilea per 1,5 milioni di euro.
In Svizzera il Basilea lo schierò come difensore centrale di sinistra in una difesa a tre, lo stesso ruolo in cui ha giocato sabato durante Italia-Albania, e le sue prestazioni migliorarono sensibilmente. Venne adocchiato dal Milan, che cercava un terzino sinistro di riserva per sostituire occasionalmente il titolare Theo Hernández: alla fine però lo comprò il Bologna, per 4 milioni di euro.
«Dal primo giorno a Bologna ho parlato con Thiago Motta e lui mi ha subito detto che mi vedeva anche al centro della difesa», ha raccontato Calafiori al sito Cronache di spogliatoio: «Io gli ho detto che lo avevo fatto già in passato, però in una difesa a 3. Lui mi ha rassicurato, dicendo che cambiava poco tra difesa a 3 e a 4. Io mi sono fidato».
L’intuizione di Motta è stata estremamente felice. Calafiori non è abbastanza rapido né sufficientemente bravo nei cross per fare il terzino ad alti livelli, ma almeno per ora sembra un difensore centrale completo: ha un fisico potente e lo sa usare, ma soprattutto ha una tecnica e un’intelligenza tattica fuori dal comune. Nel Bologna quest’anno Motta lo usava sia per avviare l’azione con passaggi mirati sia per portarla avanti anche nella metà campo avversaria, in zone in cui di norma un difensore centrale non si avventura.
La tecnica nel gestire il pallone e l’esperienza passata da terzino infatti gli permettono spesso di giocare con grande freddezza anche vicino all’area avversaria, se non dentro. Una delle innovazioni tattiche più contemporanee del calcio europeo poi prevede che anche i difensori centrali si inseriscano negli spazi lasciati vuoti dalla squadra avversaria: Calafiori è molto bravo in questo tipo di inserimenti, e con azioni simili a fine maggio ha segnato una doppietta alla Juventus, in casa.
Anche nella Nazionale allenata da Luciano Spalletti, che promuove un calcio molto fluido in cui ai giocatori viene garantita grande libertà, Calafiori ha compiti simili: ieri lo si è visto spesso ricevere palla nella metà campo dell’Albania e nei pressi dell’area. In totale durante la partita ha toccato palla 117 volte e tirato per due volte nella porta avversaria: numeri più da centrocampista, che da difensore.
Nel caso Calafiori continuasse così potrebbe attirare le attenzioni di grandi squadre europee alla ricerca di un difensore centrale con le sue caratteristiche. Prima dell’inizio del torneo si parlava già di un interesse della Juventus, che peraltro ha appena assunto Thiago Motta come suo nuovo allenatore.